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Toro, serve continuità, tra cambi ed esperimenti

di Ivana Crocifisso

Quelli appena trascorsi sono stati sessantasei giorni in cui è successo di tutto. Dall’avvio da dimenticare, ai piccoli segnali di ripresa, all’altalena di risultati, alla messa in...

Redazione Toro News

di Ivana Crocifisso

Quelli appena trascorsi sono stati sessantasei giorni in cui è successo di tutto. Dall’avvio da dimenticare, ai piccoli segnali di ripresa, all’altalena di risultati, alla messa in discussione del tecnico. Ma sono stati anche i famosi due mesi che in tanti, giocatori e non, avevano indicato come tempo minimo perché il gruppo potesse unirsi e diventare una squadra. Tempo che è servito anche a Lerda per i suoi esperimenti e per capire dove potessero rendere maggiormente i giocatori a disposizione.

Se dopo le prime gare i rientri dagli infortuni sembravano poter consegnare ai tifosi un undici titolare più o meno fisso, la seconda parte di questo primo spicchio di stagione ha detto il contrario. In ordine di tempo la sopresa è Zavagno, che adesso sembra preferito a Garofalo dal tecnico cuneese. Nonostante Agostino abbia più volte dimostrato di essere uno dei pochi a meritare davvero la maglia da tiolare, Lerda ha scelto l’argentino nella gara, non dimentichiamolo, più delicata della stagione, quella che gli sarebbe costata la panchina. L’avversario non era irresistibile, ma ormai la B ha abituato a sorprese clamorose.

In mediana abbiamo visto praticamente tutto: per scelta tecnica, squalifiche o infortuni vari, De Vezze, per fare un esempio, ha giocato con De Feudis, poi con Zanetti, e anche con Obodo. Il duo potenzialmente titolare, De Vezze-De Feudis, non si è rivelato tale. In più occasioni Lerd ha dimostrato di preferire Zanetti, e di non vedere Obodo bene nei due davanti la difesa. Per i tre dietro Bianchi, Lerda si è veramente sbizzarrito. Non tanto come uomini, ma come posizione in campo. Iunco e Sgrigna, hanno cominciato il campionato giocando il primo a sinistra, il secondo a destra, puntando Lerda sul fatto che Sgrigna, potesse giocando a destra rientrare sul sinistro (per intenderci come Gabionetta a Crotone). Sgrigna, sulla destra, sembrava spaesato, ed ecco quindi all’opera l’ex vicentino a sinistra e poi nell’ultima gara dietro la prima punta, in una sorta di 4-4-2. Idem per Iunco, presentato a sinistra e poi in mezzo, con l’inserimento di Lazarevic, che pian piano si è conquistato la maglia da titolare. E visto che nemmeno tra i pali si può parlare di certezza, nonostante resti Rubinho il prescelto, l’unico punto di riferimento rimane, manco a dirlo, Rolando Bianchi.

(Foto M. Dreosti)