Inutile guardarsi indietro. Perché anche oggi che per il Toro è giorno di festa per i primi 106 anni di vita resta un compleanno amaro, almeno a guardare quello che è stato e non è più. In fondo è cambiato tutto: c’era una birreria, simbolo di passione verace, e adesso c’è un bar persino troppo elitario per sembrare vero.
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Toro, un compleanno amaro
Inutile guardarsi indietro. Perché anche oggi che per il Toro è giorno di festa per i primi 106 anni di vita resta un compleanno amaro, almeno a guardare quello che è stato e non è più. In...
C’era una società che già sotto Mussolini aveva dovuto cambiare nome perché l’inglese non era gradito, ma senza perdere la sua identità tanto che sappiamo tutti nel periodo di guerra e soprattutto dopo com’è andata a finire.Da quando però quello che è stato AC Torino è diventato un più anonimo Torino FC è come se definitivamente si fosse persa l’identità, come se certuni avessero perso la memoria. Non vogliamo dire che abbiano contribuito a cancellarla, ma di certo fanno nulla per tenerla in vita, aspettando sempre una mano (divina) altrui. Oggi pensare ad una festa piace soltanto ricordando quello che è stato sei anni fa nell’ultima giornata veramente da ricordare e non ce ne vogliano tutti quelli che si sono infradiciati dopo la partita-promozione con il Modena.Quel giorno contro l’Empoli sembrava veramente potersi aprire un’era. Come se Libonatti e Valentino, le porcherie combinate con il caso Allemandi, il ricorso di Ferrini e Bearzot, Pulici e Zaccarelli si fossero uniti in unico abbraccio con i tifosi. Era stata festa vera allora, fa male ripensarci adesso alla luce di quello che poteva essere e non è stato negli ultimi 25 anni. Dopo Sergio Rossi non un presidente da ricordare, ché i danni provocati da Borsano sono ancora evidenti oggi nonostante la goduria d’allora.E allora cosa c’è da celebrare? La volontà di non mollare, nonostante tutto e tutto, per tenere in vita la memoria, quella che troppi al giorno d’oggi vorrebbero cancellare pensando ad un domani francamente buio. Resta il ricordo di tutto quello che è passato sotto il cielo di Torino, della voglia di non arrendersi anche dopo tre schiaffi, della volontà incondizionata di tornare a far vivere il Filadelfia anche se tutti sanno benissimo come si tratti solo di un simbolo che in campo non va e non fa risultati. Resta il piacere del ricordo, di sei anni buttati ma dei cento prima per molti versi indimenticabili, nelle gioie e nella tragedia. E allora buon compleanno, per i regali ci sarà tempo.Federico Danesi
(foto M.Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Inutile guardarsi indietro. Perché anche oggi che per il Toro è giorno di festa per i primi 106 anni di vita resta un compleanno amaro, almeno a guardare quello che è stato e non è più. In...
C’era una società che già sotto Mussolini aveva dovuto cambiare nome perché l’inglese non era gradito, ma senza perdere la sua identità tanto che sappiamo tutti nel periodo di guerra e soprattutto dopo com’è andata a finire.Da quando però quello che è stato AC Torino è diventato un più anonimo Torino FC è come se definitivamente si fosse persa l’identità, come se certuni avessero perso la memoria. Non vogliamo dire che abbiano contribuito a cancellarla, ma di certo fanno nulla per tenerla in vita, aspettando sempre una mano (divina) altrui. Oggi pensare ad una festa piace soltanto ricordando quello che è stato sei anni fa nell’ultima giornata veramente da ricordare e non ce ne vogliano tutti quelli che si sono infradiciati dopo la partita-promozione con il Modena.Quel giorno contro l’Empoli sembrava veramente potersi aprire un’era. Come se Libonatti e Valentino, le porcherie combinate con il caso Allemandi, il ricorso di Ferrini e Bearzot, Pulici e Zaccarelli si fossero uniti in unico abbraccio con i tifosi. Era stata festa vera allora, fa male ripensarci adesso alla luce di quello che poteva essere e non è stato negli ultimi 25 anni. Dopo Sergio Rossi non un presidente da ricordare, ché i danni provocati da Borsano sono ancora evidenti oggi nonostante la goduria d’allora.E allora cosa c’è da celebrare? La volontà di non mollare, nonostante tutto e tutto, per tenere in vita la memoria, quella che troppi al giorno d’oggi vorrebbero cancellare pensando ad un domani francamente buio. Resta il ricordo di tutto quello che è passato sotto il cielo di Torino, della voglia di non arrendersi anche dopo tre schiaffi, della volontà incondizionata di tornare a far vivere il Filadelfia anche se tutti sanno benissimo come si tratti solo di un simbolo che in campo non va e non fa risultati. Resta il piacere del ricordo, di sei anni buttati ma dei cento prima per molti versi indimenticabili, nelle gioie e nella tragedia. E allora buon compleanno, per i regali ci sarà tempo.Federico Danesi
(foto M.Dreosti)
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