di Alessandro Salvatico
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Tra nebbia e ghiaccio
di Alessandro Salvatico
Isoradio sconsigliava di mettersi in viaggio, ieri, a chi avesse dovuto procedere lungo le strade del Nord Italia. Eppure, quasi 150 persone sono partite al mattino...
"Isoradio sconsigliava di mettersi in viaggio, ieri, a chi avesse dovuto procedere lungo le strade del Nord Italia. Eppure, quasi 150 persone sono partite al mattino da Torino per attraversarlo tutto: destinazione, Vicenza, Veneto. Per arrivarci, sono passati attraverso paesaggi innevati, ma il tutto era reso molto meno romantico dal fondo ghiacciato della carreggiata e dalla nebbia che copriva lunghi tratti di Piemonte e Lombardia, provocando guai e fermando treni. "Bomba o non bomba, arriveremo a Vicenza", poteva essere la loro colonna sonora; e in effetti, ce l'hanno fatta quasi tutti. Una volta là, hanno trovato altro ghiaccio e altra nebbia, meno tangibili ma più dolorosi.Sul terreno di gioco di uno stadio dedicato ad un campione di Superga, la visibilità sembrava essere ridotta solo per i giocatori del Toro, che pure si erano vestiti in nero per trovarsi meglio. Ogbonna proprio non lo distingueva, il pallone, e infatti non lo colpiva neppure quando passava dalle sue parti; Sgrigna & Co. ringraziavano, mentre Sereni non prendeva a male parole i compagni forse perché intirizzito dal gelo. Anche Loria e gli altri della retroguardia confondevano a volte la sfera con le chiazze di neve rimaste tra l'erba. Eppure, c'era stata una breve illusione: dieci minuti di gioco interessante, rapido (diciamo, "meno lento" del solito), che faceva presagire un regalo di Natale. Ma i granata sono presto scomparsi, non pervenuti come da diverse settimane a questa parte, e in una ripresa di nullità riuscivano ad inserire pure sprazzi di calcistica arroganza, quando ogni qualvolta avevano la palla tentavano passaggi di prima, alcuni addirittura "no-look", e tutti sbagliati, quando un più umile fraseggio a partire dal centrocampo avrebbe potuto forse essere la base per fare qualche semplice azione di calcio.I vicentini, invece, parevano vederci a meraviglia. Si trovavano tra loro e usufruivano della speciale promozione che il Torino FC regala settimanalmente alle sue avversarie: "Real Madrid per un giorno" ne è il titolo, e tutte, regolarmente, la utilizzano. Anzi, neppure appieno, per non approfittare troppo della generosità altrui: ieri si sono limitati a segnare un gol, evitando di fare gli altri due-tre che avrebbero potuto e meritato. Hanno scelto una strada curiosa per realizzarlo: un'azione da contropiede, che agli occhi di chi la veda solo dal momento del lancio per Sgrigna in avanti farebbe pensare ad una riipartenza vicentina, portata dopo un attacco granata. Invece no, i giocatori del Torino erano tutti in avanti, tutti fuori posto, ma non stavano neppure attaccando. Non l'hanno mai fatto, nella ripresa; neppure un tiro, e non è certo la prima volta che accade.Il ghiaccio si formava nei cuori dei tifosi, anzi si è formato da tempo e può semmai ispessirsi. Il gelo circonda la squadra e la società, quel gelo del primo quarto d'ora di sciopero che anche in seguito si scioglie solo parzialmente, perché chiedere al pubblico una fiamma tanto forte da farlo è chiedere troppo: spetta ai protagonisti, ora, non più agli spettatori. A quelli in campo, che assicurano di essere addolorati e tristi quanto la gente per i risultati, e quelli in ufficio. Beretta è stato abbastanza chiaro: "Foschi, ovviamente attraverso il presidente, accontenterà le mie esigenze". Le sta provando tutte, il tecnico milanese che maledice la pausa natalizia, ma non sa che pesci pigliare. Ieri aveva solo baccalà, come scritto da Stefano Brugnoli in "Appunti". A Gennaio spera che gli portino, dal banco del mercato, qualcosa di più pregiato, e poi dovrà scacciare il timore -radicato in molti tifosi- che anche questi eventuali, buoni acquisti si adeguino al saporaccio di mediocrità dell'attuale piatto granata.
"(foto M.Dreosti)
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