Silenzio nel Toro. Silenzio assoluto, totale, obbligato: quello imposto dalla società. E silenzio anche intorno al Toro: a parte i pochi organi di informazione dedicati, tutti gli altri tornano a dedicare ai destini granata quelle poche righe quotidiane, quando non completamente nulla, che sono la consuetudine.Insomma, sono passati i giorni “caldi” delle ipotesi di cessione della società, che tanto hanno solleticato la fantasia dei media, i quali hanno concesso ancora un ultimo spazio alla contestazione fuori dallo stadio, sabato, prima di dimenticarsi serenamente del Toro come sempre avviene. L'ultima volta che sul web le vicende granata avevano trovato un'eco tanto grande erano stati probabilmente quelli della scoperta della sindrome depressiva di Marco Bernacci, vicenda dolorosa che stupì il lettore medio di giornali (peraltro notizia anche allora di TN, poi rilanciata ovunque).Forse in fondo non ci si dovrebbe stupire, né rimanere addolorati, per tutto questo; forse in fondo é normale ed inevitabile che l'attenzione nazionale si scateni solo in presenza della notizia di colore, della storia tragica, dell'ipotesi esotica. E che a nessuno importi delle difficoltà in cui un grosso pezzo di storia del calcio si dibatte quotidianamente, ignorandolo, non vedendolo, nonostante si dibatta come un grosso pesce privato dell'acqua. Forse é così che quelli che, invece, il Toro lo amano, dovrebbe viverla.Ma non é semplice chiedere questo ad un tifoso; che, invece, ci soffre. E si arrabbia, pure, con il mondo dell'informazione generalista che occasionalmente si occupa della “sua” storia, delle “sue” cose, del suo amore.E' accaduto anche con la vicenda di Etihad Airways. Su TN viene messo alla conoscenza dei lettori, tifosi granata, un elemento che era venuto alla luce negli ambienti della finanza italiana: alcuni all'interno della compagnia aerea hanno voluto raccogliere informazioni sul Torino FC. Questo é quanto, nulla di più: non un solo passo verso Cairo, solo un interessamento (che comunque é già più di tanto, più delle mille storie basate sul nulla di questi ultimi due anni). I tifosi capiscono, altri no. Ossia: non bastano mille richiami alla cautela, mille volte ripetere che non é affatto noto se tale raccolta di informazioni abbia avuto un benché minimo sèguito, mille sottolineature dell'estrema limitatezza di un fatto molto circoscritto.Non bastano, perché la notizia altrove deflagra, letteralmente. Così, nei giorni successivi i tifosi si vedono annunciare che il Toro é già venduto, che lo sceicco é già in volo per l'Italia, e chi più ne ha più ne ha messo.Il tutto risulta senz'altro spiacevole, al sostenitore granata; anche se, dicevamo prima, forse in fondo é naturale che tutto questo avvenga. Almeno, stavolta le mille voci che Cairo definisce “destabilizzanti” partono da un piccolo dato di realtà, anziché da un Ciuccariello. Ma tutto ha un retrogusto sgradevole.Ecco però qui innestarsi un meccanismo che, al tifoso del Toro, causa ancora più disagio di quanto dovuto. Anziché infatti limitarsi a registrare il disappunto per la cattiva informazione che lo circonda, spesso l'innamorato granata vive anche tale marasma di voci e false notizie come un attacco programmato, secondo una sindrome da accerchiamento che certo ha origini lontane e ben motivate, ma cui non si può ascrivere qualsiasi avvenimento o presunto tale. Se alcune vicende (come la succitata Ciuccariello) hanno, nella loro genesi e nella loro durata fatta di nulla quotidiano, un che di apparentemente prestabilito, lo stesso non vale necessariamente per ogni altra notizia venga alla luce nei riguardi delle vicende granata; news gonfiate ed esagerate come avvenuto in questi giorni se ne leggono -purtroppo per il mondo dell'informazione- continuamente, su tutto e su tutti. Ma non tutti si sentono vittime di un tentativo di omicidio, come invece accade in casa-Toro; vero é che non tutti possono vantare nemici storici e potenti come invece lo possono fare i granata, che però ad oggi non fanno paura a nessuno, dunque hanno visto anche i nemici stessi dimenticarsi di loro. E in ultima analisi, tale forma mentis da assediati non fa che alterare la percezione della realtà, spingendo a cercare sempre al di fuori le responsabilità dei mali di casa propria (e quindi non trovandole, visto che invece sono dentro, ovviamente).Chiudiamo tornando sugli arabi, solo per ripetere -ancora- quanto detto giorni fa: ossia che non c'é molto da dire né tantomeno da fare, se non attendere un eventuale sviluppo degli eventi, che oggi non é a conoscenza nostra (e, crediamo di poter dire, neppure di altri). Tra timide smentite e voci di conferma, la sola cosa certa in questa vicenda é che non v'é nulla di definitivo, se non il fatto che nessuna trattativa sia in essere, perché a dichiararlo è il presunto venditore ossia Urbano Cairo.Il momento attraversato dal Toro é nero, difficilissimo trovare motivi per risollevare l'umore, se non il fatto stesso di essere del Toro. Che non sono parole vuote, come le tante sentite nei giorni scorsi, ma che anzi hanno un significato preciso che probabilmente é superfluo spiegare a chi legge: vuol dire sentire qualcosa che é più forte di qualsiasi rovescio della sorte. E andare avanti, anche se non é semplice appassionarsi davanti alla prospettiva delle prossime partite contro Ascoli e Grosseto, ma sapendo che basteranno poche gioie per ritrovare (basti pensare al finale dello scorso campionato) tutto l'entusiasmo di un popolo.
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Tra news e voci
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