di Edoardo BlandinoIl mercato granata non è ancora chiuso assicura il presidente Cairo, che dopo aver presentato Bianchi ammette che si sta cercando un centrocampista e c’è ancora una settimana per concludere le trattative. Ma almeno l’attacco è a posto così. O forse no? Certamente per quanto riguarda il mercato in entrata è tutto concluso, però non si può dire lo stesso per quello in uscita. Già, perché neppure la squadra più attrezzata al mondo per vincere Campionato e Champions League si può permettere di tenere tanti attaccanti quanti quelli agli ordini di De Biasi, ben otto, più Rosina. Non solo sarebbe deleterio per lo spogliatoio (un giocatore che non scende in campo è un giocatore scontento che porta malumore tra i compagni), ma sarebbe pure un suicidio economico, tanto più per una società come quella di Cairo che non naviga nell’oro e deve stare molto attenta ai conti. Ed ecco allora che diventa impellente la necessità di vendere (ma non svendere) alcuni (ex) gioiellini che in passato avevano infiammato i cuori dei tifosi e dato grande soddisfazione ai dirigenti al momento della firma, ma che purtroppo non hanno reso quanto ci si aspettasse e sono piano piano scivolati ai margini della formazione titolare.
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Troppi attaccanti, bisogna vendere
di Edoardo Blandino
Il mercato granata non è ancora chiuso assicura il presidente Cairo, che dopo aver presentato Bianchi ammette che si sta cercando un centrocampista e c’è ancora una settimana...
Considerati gli arrivi di Amoruso e Bianchi e l’incedibilità di Stellone e Rosina, ecco che l’attenzione si sposta rapidamente su (rigorosamente in ordine alfabetico): Abbruscato, Di Michele e Ventola. Sicuramente ne partirà uno, forse addirittura due (vista anche la capacità di Abate di giocare esterno di attacco). Non mancano squadre interessate agli attaccanti granata e molto dipenderà dalla volontà della dirigenza e da quella dei singoli giocatori. Ventola non ha convinto fino in fondo l’anno scorso: pochi gol e troppi infortuni per un giocatore che doveva essere il bomber che mancava da tanti anni al Torino. Ora che sono arrivati i due nuovi, lo spazio sul terreno verde diminuirà drasticamente per il barese, che rischia una stagione part-time. Problema simile per Abbruscato. L’ex bomber della serie cadetta, pagato fior di milioni, sarebbe potuto rimanere in granata e giocarsi le sue carte con più tranquillità, senza la pressione di tutto l’attacco, come nel primo anno in A, magari giocando anche da seconda punta o come esterno del tridente. Ma ora, anche per lui gli spazi sarebbero ridotti all’osso e Reggina e Catania premono per avere il giocatore. Discorso diverso, invece, per Di Michele. Il trascinatore di Coppa Italia non vive bene la situazione con De Biasi: non si sente apprezzato e non gradisce doversi giocare quotidianamente il posto in attacco. Ma Cairo è un suo grande estimatore e continua a dichiararlo incedibile, mentre lui vorrebbe cambiare maglia e andare a giocare a Roma, squadra di cui (non ne fa mistero) è tifoso fin da piccolo. All’ombra del Colosseo ritroverebbe Spalletti, con cui ha già lavorato a Udine. Ai giallorossi interessa il giocatore granata, ma per il momento hanno rifiutato la controproposta dalla dirigenza torinese di uno scambio (di prestiti o a titolo definitivo) con Brighi. Forse solo in attesa di trovare un altro giocatore per puntellare il centrocampo dopo la partenza del mediano?
Foto: M. Dreosti
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