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Stefano Colantuono, ieri, ha parlato anche per noi. Primo concetto: “La contestazione era preventivabile, inevitabile e probabilmente perfino giusta”. Il sentimento era rimasto in canna fin dal 31 Maggio, due mesi...

Redazione Toro News

"Stefano Colantuono, ieri, ha parlato anche per noi. Primo concetto: “La contestazione era preventivabile, inevitabile e probabilmente perfino giusta”. Il sentimento era rimasto in canna fin dal 31 Maggio, due mesi nei quali la tifoseria ha dovuto aspettare il momento in cui dire alla squadra un liberatorio “vergogna” per una retrocessione che non merita altre parole.Secondo passaggio: “Ci siamo presi la dose di insulti, l’abbiamo accettata; ora, sfogata la rabbia, abbiamo bisogno che i tifosi ci sostengano”. Un pubblico maturo farebbe proprio questo: dopo aver detto tutto quel che pensa, tornerebbe a fare quel che gli riesce meglio, ossia gridare “alé Toro!”.

"Alle parole, il tecnico fa seguire i fatti. E’ convinto che il suo ragionamento sia logico e giusto, ha fiducia che la gente abbia la sua stessa ragionevolezza, e nonostante i timori che serpeggiavano ieri alla Sisport tra molti presenti (“così, ci siamo giocati la possibilità di rivedere gli allenamenti per chissà quanto” e simili), oggi riapre i cancelli. E anche i tifosi fanno altrettanto: dimostrano di seguire la logica illustrata dal mister, e fanno seguire i fatti. Ossia, niente più contestazione: il sentimento di base è stato reso chiaro, ed è “se restiamo in B, vi facciamo un coso così”. Ossia, non si è disposti ad accettare altri fallimenti; e, per evitarli, ci sarà tifo e sostegno.

"Una simile unità d’intenti, senza al contempo nascondersi dietro a un dito (ossia, senza dimenticare le “colpe”, le responsabilità: solo, accantonandole), potrà essere la chiave perché il Torino marci spedito verso la Serie A. Quanto meno, perché la squadra abbia le condizioni ambientali migliori per lavorare: poi starà ai giocatori dare il massimo, ai dirigenti operare sul mercato, e così via.Perché non si ripetano più situazioni foriere di spaccature, come accaduto invece negli scorsi giorni, mancano ancora degli elementi: il primo, e avremo modo di parlarne, è la figura di collegamento tra giocatori e società. Quella con cui il Rubin di turno possa sfogarsi in assoluta libertà, senza che le sue parole escano all’esterno, danneggiando un po’ tutti. I tifosi chiedono anche un secondo uomo, che curi i rapporti con quella parte essenziale che è rappresentata proprio da loro, dal pubblico del Toro: perché no. Palla al presidente, perché completi (nel suo stesso interesse) finalmente l’organigramma.

"(foto: torinofc.it)