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Udinese-Torino

(dal settimanale Granatissimo)

Ha saltato il debutto in campionato contro il Messina per un infortunio al ginocchio destro, ma si è rimesso in tempo per affrontare il Toro. Antonio Di Natale sa che...

Redazione Toro News

(dal settimanale Granatissimo)Ha saltato il debutto in campionato contro il Messina per un infortunio al ginocchio destro, ma si è rimesso in tempo per affrontare il Toro. Antonio Di Natale sa che questa potrebbe essere la stagione della definitiva esplosione. Il ragazzo napoletano che solo tre anni fa, dopo un campionato fantastico con la maglia dell’Empoli, chiuso con 13 reti in 27 presenze nella massima serie, era diventato l’uomo-mercato nel reparto attaccanti, vive un momento di stasi. Il passaggio all’Udinese poteva segnare la svolta, ma la convivenza con Di Michele non gli ha mai giovato. Tanto che nello scorso mercato di gennaio è stato ad un passo dal trasferimento e ha anche accarezzato l’idea di tornare nella sua Napoli. Poi Di Michele è emigrato al Palermo e Di Natale si è sbloccato, realizzando reti pesanti (otto in tutto) che hanno contribuito alla salvezza dei friulani. Tanto da ritrovare, dopo molto tempo, la maglia della nazionale nell’amichevole disputata dagli azzurri a Livorno contro la Croazia.Un’iniezione di fiducia in più per un ragazzo che ha rischiato di perdersi, ma con il suo gioco brillante sembra adattarsi perfettamente agli schemi di Galeone: Iaquinta in mezzo, lui e Asamoah a fargli da spalla, nel 4-3-3 che il tecnico napoletano ha come suo marchio di fabbrica. E mentre Iaquinta sino all’ultimo giorno di mercato è stato uno dei probabili partenti (Roma e Milan su tutte, ma anche Torino), Di Natale si è potuto godere la tranquillità della riconferma. Ha un contratto che gli scadrà nel 2010 e la società gli ha ulteriormente aumentato l’ingaggio. E poco importa che, eliminata la concorrenza di Pepe, abbia sentito soffiare sul collo quella di un altro giovane rampante, quel Palladino che la Juve ha provato a sistemare a Udine. Perché Di Natale sembra un giocatore nuovo, più che rinato. Nuove le certezze, nuovi i rapporti con società, tecnico e pubblico. Un attaccante così può rappresentare un capitale eccellente. Galeone lo sa e se lo cura.