"di Fabiola Luciani
toro
Un punto e poco altro
di Fabiola Luciani
E’ un punto di platino, inutile girarci intorno.
Ieri serviva solo ed esclusivamente non perdere, interrompere il filotto di sette sconfitte esterne...
"E’ un punto di platino, inutile girarci intorno. Ieri serviva solo ed esclusivamente non perdere, interrompere il filotto di sette sconfitte esterne consecutive e dare un preciso segnale di “presenza” sotto il profilo psicologico, non certo mostrare miglioramenti in un gioco che, onestamente, non c’è e difficilmente potrà essere miracolosamente trovato se non attraverso oculate operazioni di mercato che non si possono fare se il porta monete di Foschi è vuoto! Contava solo non perdere per la classifica, contava non perdere per salvare forse la panchina anche al WAN. Da questo punto di vista, la missione è stata portata a termine felicemente, magari con un pizzico di fortuna, magari anche con il solito errore e svista arbitrale che ha permesso al Lecce di riportarsi in vantaggio, ma con una determinazione che apre un piccolo spiraglio di luce in vista del prosieguo del torneo. Beninteso, nulla è stato compiuto e lunga appare la strada, anche in considerazione del fatto che quella granata si mostra tuttora come una squadra dai limiti assai ben definiti, ma l’aver potuto, a fine gara, commentare un pareggio mi sembra quasi un segno del destino. Naturalmente, mi pare obbligatorio dire un netto no agli eccessi di entusiasmo perché, se il Toro non sfrutterà il doppio turno casalingo con Reggina e Chievo ( sfide salvezza fondamentali ), con in mezzo la sfida al Meazza, questo punto servirà a ben poco; ma il poter essere padroni del proprio destino e non dipendere dai risultati degli altri potrebbe rivelarsi decisivo nella corsa salvezza. Infatti, i risultati di ieri, a dimostrazione che i problemi non li ha solo il Toro, bensì tutte le squadre meno attrezzate del campionato, comprese le sorprese negative Udinese e Sampdoria.
"Dunque, nessuna esaltazione, ma l’indubbia soddisfazione per aver conseguito un punto essenziale soprattutto sotto il profilo psicologico non deve, comunque, obnubilare la nostra obiettività di giudizio. Una squadra non può essere “già retrocessa” tre giorni prima e “quasi salva” dopo pochi giorni a seguito di un pareggio esterno. Anche ieri il Toro ha palesato in pieno tutti i propri limiti tecnici e di gioco: pochi tiri in porta, tanti sbagli elementari e a tratti molta confusione e paura. Il Toro continua a giocare con poca qualità offensiva, che sia chiaro, ieri ha segnato con due difensori ed un centrocampista. Quello granata è uno dei peggior attacchi del campionato in base ai numeri e in base all’evidenza dei fatti, non a supposizioni campate in aria. Un dato incontrovertibile che bisogna accettare senza continuare a rimuginarci sopra. La stessa cosa vale per una difesa troppe volte distratta e lenta, ed un centrocampo privo di un faro capace di impostare gioco, anche se a tratti i piedi fini del vecchio Corini si sono visti, specie negli angoli o nei rilanci lunghi. Tuttavia, pur non essendo stati registrati evidenti miglioramenti nella qualità degli schemi o delle giocate singole, sarebbe ingeneroso non porre in evidenza taluni passi avanti compiuti in fatto di applicazione, grinta e determinazione che, congiuntamente all’assunzione di alcune importanti opzioni a livello di scelta tecnica ( che potevano pure essere proposte qualche settimana prima, essendo inevitabili ), accendono di novella speranza il prossimo futuro. Quindi, a scanso di equivoci, occorre mantenere equilibrio di giudizio e opporre un netto rifiuto alle risibili disamine “gonfiate” e legate solo ed esclusivamente al pur importantissimo risultato conseguito. Il Toro è questo e chi non sa vederne le lacune ne dovrà rispondere a fine campionato.La realtà è una: conta una sola cosa, salvarsi in qualunque modo ( lecito ) possibile. Mancano otto giorni alla fine del calciomercato e bisogna portare qualità al Toro senza titubanze, perché il buon Dellafiore non basta affatto. Poi, a fine torneo, andranno certamente tratte le conclusioni di questa stagione e prese le decisioni conseguenti. Decisioni che non potranno prescindere da numeri più che cristallini nella loro evidenza, errori, scelte dolorose, etc.
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