Alessandro Salvatico - Un Toro che non c'entra. Non c'entra niente.I granata visti ieri hanno poco in comune con la squadra di Ventura vista finora, in questi sei mesi e mezzo di campionato.E la squadra non ha nulla a che fare con quanto accaduto immediatamente all'esterno del terreno di gioco (spalti e dintorni).Ma andiamo con ordine, e iniziamo dal calcio, che é quel che più ci piace.Il tabellino dice che, in un pomeriggio, Ogbonna e compagni hanno smentito tutti: hanno fatto tre gol alla faccia di chi li taccia di sterilità, hanno mandato in rete anche l'attacco che era un settore ormai dato per desaparecido, hanno ritrovato la vittoria in trasferta dopo quattro mesi. Era il 1 Novembre, e quindici giorni prima c'era stato l'ultimo urlo di Rolando Bianchi: ritrovato pure quello.Il tutto in una giornata dove, però, il Toro é stato irriconoscibile.Contro un Grosseto anch'esso molto diverso da quello rinunciatario della gara d'andata, infatti, i granata hanno perso l'”amplomb” venturiano, che a molti piace ma a qualcuno (che lo definisce più prosaicamente “titic e titoc”) non tanto; hanno tirato fuori i guantoni da pugile, e hanno dato vita ad una gara che ha visto molti palloni allontanati alla cieca dalle zone “calde”, un gioco frammentato, esemplificato da un dato che ha dell'incredibile per chi segue abitualmente le vicende granata: il possesso di palla é stato del 48%. Ossia, il modesto (ma grintoso) Grosseto ha avuto la meglio, con il 52%.E' questo un dato negativo? Tutt'altro: il Torino ha dimostrato di saper lottare, di saper interpretare copioni tattici e ambientali diversi, calandosi al meglio in una classica, brutta partita di Serie B.Ha messo in mostra un Vives ispirato che forse potrebbe concedere il primo turno di riposto stagionale a Manuel Iori, ha ritrovato l'arma che gli altri non hanno (i gol di Rolando Bianchi), e ha raccolto il 100% di quanto seminato in partita contrariamente agli sprechi cui si abbandona normalmente. Il calcio é strano, si dice, ed é vero; Ventura era molto più contento di una partita come -per esempio- quella di Cittadella, finita per 1 a 1, di quella vinta ieri. I tifosi probabilmente non concordano del tutto...Il Toro, infine, non c'entra con le tensioni sugli spalti, si diceva. Tensioni assolutamente immotivate, nate da una decisione arbitrale che dubbia era e dubbia (non “certa”) rimane, esacerbate da una dirigenza inqualificabile (abbiamo visto con i nostri occhi Camilli Jr saltare una transenna e gettarsi su Cairo, trattenuto per un pelo, con la chiara intenzione di usargli violenza) che ha fatto presa su una piccola ma rumorosa parte di tifosi grossetani.Ma il Toro, in tutto questo, non c'entra. Si é comportato bene e con correttezza, senza farsi condizionare dall'ambiente rovente (non si ricorda un solo brutto fallo né una reazione nervosa), mantenendo la giusta concentrazione per portare via l'ennesimo risultato positivo su un campo fortunato. Fortuna: se davvero ne arrivasse un po', solo un po', nulla potrebbe più fermare questo Toro camaleontico.
toro
Un Toro diverso
Alessandro Salvatico - Un Toro che non c'entra. Non c'entra niente.
I granata visti ieri hanno poco in comune con la squadra di Ventura vista finora, in questi sei mesi e mezzo di campionato.
E la squadra non ha...
© RIPRODUZIONE RISERVATA