Una colletta?

di Paolo Morelli

Oggi "Sproloqui" non vuole tenere un tono frivolo o polemico, ma vuole, in qualche modo, ricordare l'impegno del mondo sportivo per fornire aiuto alla tragedia abruzzese. Auspicando che alle parole, seguano sempre i fatti, da parte di tutti.«Il Coni ha annunciato che, da domani a domenica, in tutte le manifestazioni di qualsiasi disciplina o ente di promozione, lo sport italiano osserverà un minuto di raccoglimento per commemorare le vittime del violento terremoto che ha devastato l'Abruzzo. Tutte le squadre del campionato di calcio italiano, inoltre, scenderanno in campo con il lutto al braccio» (Mediagol.it, 7 aprile 2009).«Il derby Lazio-Roma di sabato vedrà coinvolti in iniziative benefiche i sostenitori delle due curve. [...] Napoli, Catania (per Catania-Sampdoria, ndr) e Chievo hanno deciso di devolvere gli incassi delle partite [...] in favore della popolazione abruzzese. Il presidente dell'Udinese, Giampaolo Pozzo, ha promesso un aiuto concreto. I calciatori della Roma hanno messo a disposizione di Radio Centro Suono Sport le proprie maglie autografate, per un'asta di beneficienza. [...] Altre sottoscrizioni arrivano dal mondo della pallavolo, del basket e dei cronometristi» (Il Tempo, 8 aprile 2009).«Siamo stati colpiti come Paese da una grande tragedia. Come squadra daremo una mano alle vittime del terremoto e mi auguro che lo facciano tutti. I tifosi del Toro sono certo che lo faranno e spero anche le altre squadre. Non possiamo vivere fuori da questi avvenimenti solo perché facciamo sport» (Giancarlo Camolese, 7 aprile 2009).Luciano Zauri propone una colletta tra i calciatori: «Ho saputo che la Fiorentina e altri club si sono già mossi, è giusto cercare di fare qualcosa per aiutare chi ha perso tutto. Personalmente sono pronto, io sono nato da quelle parti [...] e non nascondo che sono molto preoccupato» (La Repubblica, 6 aprile 2009).

«[...] Un'altra sottoscrizione arriva dall'Assocalciatori (Aic), sollecitata dagli stessi tesserati» (L'Unione Sarda, 8 aprile 2009).

Chi può aiutare, non deve starsene con le mani in mano.