toro

Una legge che divide le responsabilità

A fronte della grave crisi che sta attanagliando il calcio nostrano che, dopo il fallimento della Fiorentina, ora rischia di perdere altri club importanti, tra cui il Torino (anche se Romero si premunisce sempre di tranquillizzare), il senatore...

Redazione Toro News

A fronte della grave crisi che sta attanagliando il calcio nostrano che, dopo il fallimento della Fiorentina, ora rischia di perdere altri club importanti, tra cui il Torino (anche se Romero si premunisce sempre di tranquillizzare), il senatore diessino Stefano Passigli ha presentato una sensata proposta di ddl che riguarda la divisione delle responsabilità tra società e squadra. Il ddl è assolutamente bipartisan, infatti è stato firmato sia da altri rappresentanti della sinistra che da esponenti del centro destra, tra cui Bonatesta di An. Il meccanismo è semplice da studiare e direi intelligente da proporre. In caso di male amministrazione da parte di una dirigenza calcistica, la squadra con il suo marchio e relativi trofei passa al comune di appartenenza che dovrà in pratica esautorare dal potere la società amministrativa in essere e passarla in concessione ad un altro gruppo dirigente. Questo per evitare che un nome storico, ad esempio quello del Torino, rischi di finire nelle basse categorie, compresi i giocatori, che non hanno colpe sui disastri economici degli amministratori. Passigli ha ricordato che finora sono stati attuati decreti salva-società, mai nessuno salva-calcio nel vero senso del termine. In sintesi le squadre con società in crisi tornerebbero al comune che si premunirà di affidare la gestione economica ad una società concessionaria che si iscriverà nello stesso campionato di riferimento del titolo sportivo. La revoca della concessione sarà decisa dal comune stesso senza dover sottostare ad altri iter burocratici. Se mai dovesse essere approvato il decreto siamo certi che Chiamparino, sempre poco disponibile a prendere di petto le questioni che riguardano il Toro, dormirebbe sonni agitati, altro che Olimpiadi.