di Fabiola Luciani
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Una partita da Toro
di Fabiola Luciani
Si, si può fare. GDB ha già preparato le menti dei giocatori, la voglia di riscatto e la rabbia faranno il resto. Ha fatto metabolizzare in pochissime ore, sia il passo...
"Si, si può fare. GDB ha già preparato le menti dei giocatori, la voglia di riscatto e la rabbia faranno il resto. Ha fatto metabolizzare in pochissime ore, sia il passo falso di Genova che le numerose assenze. Purtroppo la loro "ùbrys" è consistita nel non aver avuto l'approccio giusto alle ultime partite. Il timore di non farcela era reale. La paura della sconfitta, pure.
"Qual è allora l'atteggiamento giusto?
"Siate voi stessi, ragazzi. Come nella vita, siate voi stessi sempre.
"Il vostro slancio, la vostra determinazione, il vostro cuore, la vostra voglia di riscatto, la vostra speranza, la vostra autentica passione non hanno bisogno di alcun bel vestito della festa per l'occasione. Un vestito, un "habitus" mentale con cui pensate, sbagliando, di esorcizzare le negatività, altro non è che una camicia di forza per le potenzialità che avete dentro di voi.
"Quindi mi ripeto, siate voi stessi.
E' il tempo di essere. “Believe in yourself” ragazzi, siate finalmente Toro.
"Niente di più, ma niente di meno di quello che avete dentro di voi e di quello che potete fare.
"La squadra ha le sue risorse interiori, dice il nuovo mister. Non solo ha ragione, ma penso che i ragazzi cominciano a credergli sul serio.
"E si sono tranquillizzati dicendo "andiamo in campo, si vedrà". Vi pare niente?
"E' vero che la partita si deciderà a centrocampo; dobbiamo impedire ai loro rifornitori di caricare gli obici. Se all'obice non arrivano munizioni, l'obice non spara. E non fa nulla, fa solo ombra. Di certo non fa paura. E' togliendo loro le munizioni che i nostri Corini, Barone, Grella e Diana neutralizzeranno la prima linea avversaria. Questo sarà il famoso “segnale” chiesto da GDB alla squadra, dopodiché all'ombra di inutili armamenti la Maratona sarà chiamata a essere tale.
"Una Curva Maratona come sa/sapeva essere solo lei, il dodicesimo giocatore.
"Quel dodicesimo giocatore che in questi giorni seguiva gli allenamenti della prima squadra con tutto il suo amore e la sua passione. Bambini, genitori, nonni, fidanzatini, singoli, coppie, riempivano sugli spalti e riscaldavano l’ambiente uggioso e freddoloso della Sisport.
Siamo noi, siamo la nostra forza, sta a noi spingere i ragazzi nel momento più delicato.
"Stasera ci si gioca una fetta di stagione. Lo sappiamo, è così.
"Abbiamo fatto tanto. Dobbiamo fare di più, perché possiamo fare di più.
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