"L'ex difensore di Perugia e Fiorentina ha chiesto intanto ai media di non creare casi ad arte, magari per mettere zizzania in una situazione già difficile, ma soprattutto ha consigliato apertamente ai compagni di stare più attenti alle confidenze. Già l'anno scorso, quando si esaltava tanto lo spirito di gruppo come forza vincente, c'era qualcuno che usciva dal coro andando a raccontare screzi da spogliatoio. Lo stesso succede quest'anno e in fondo fa quasi tenerezza pensare che qualcuno creda davvero all'idillio totale. In un mondo pieno di interessi, come il calcio, è difficile, soprattutto con tanti giocatori a disposizione, un cambio di allenatore a tre giorni dall'inizio di campionato e qualche big in più, che tutto sia roseo e cristallino.
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Uno sfogo costruttivo
Il primo lancio del sasso, nuovo gioco dello spogliatoio granata, l'ha fatto Massimo Taibi, quando s'è lasciato scappare che forse ci sono troppi leader, senza specificare in campo o fuori. Fu considerata una battuta ironica. Marco Di...
"E' bene comunque che i cosiddetti nodi vengano al pettine, che ci sia un confronto privato tra uomini per risolvere quello che non funziona. Le vittorie sono sempre frutto di grandi unioni d'intenti tra le parti, dove tutti si sta sullo stesso piano per essere compatti nell'affrontare l'avversario. Le sconfitte, al di là dei problemi tecnici, hanno sempre una componente psicologica, la frase più gettonata dei granata è: "Manca l'amalgama", ma questo impasto non deve nascere solo sul modulo, ma soprattutto nel carattere. La forza di un grande gruppo è poter contare sull'aiuto di tutti, chi sbaglia deve poter essere coperto dal compagno. I periodi d'oro della storia granata, dal Grande Torino a quello dello scudetto di Pulici e Graziani, hanno avuto una componente essenziale: l'amicizia e la solidarietà tra le parti. Poi è vero che c'erano doti tecniche incredibili, ma vediamo squadre super dotate sotto il profilo della forza dei giocatori che non vincono, come il Real Madrid, mentre a volte ci si domanda come fa una squadra a giocare così bene senza avere grossi nomi in campo.
"Il segreto sta proprio nella comunanza di intenti. Il Toro sotto questo profilo è carente e allora è compito anche del mister tirare fuori la grinta giusta per esaltare il gruppo. Prima la testa e poi il modulo, alla fine i risultati arriveranno, a costo di prendersi a pugni e poi farsi una bevuta amichevole tutti quanti. Ben venga uno come Di Loreto che non ha lasciato frasi a metà, ma ha finalmente messo tutti di fronte all'evidenza di un malumore che se non viene risolto sul nascere può portare a conseguenze più gravi.
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