di Gianluca Sacchetto
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Verso la B: un disastro economico
di Gianluca Sacchetto
Per tutta la stagione, quando è stato interpellato a riguardo, Cairo ha sempre evitato di parlare di serie B, quasi come fosse un male oscuro che non avrebbe mai potuto toccare...
"Per tutta la stagione, quando è stato interpellato a riguardo, Cairo ha sempre evitato di parlare di serie B, quasi come fosse un male oscuro che non avrebbe mai potuto toccare da vicino il Toro. Ora, però, il campionato cadetto rappresenta la triste realtà ed è inevitabile cominciare ad impostarlo, con tutto ciò che ne consegue. La prima questione da affrontare è ovviamente quella relativa al bilancio. Senza fare conti in tasca a nessuno è innegabile che la retrocessione implichi perdite enormi, considerando anche il fatto che arriva nell’anno della scissione delle leghe. In un colpo solo spariranno i ricchi contratti con le tv e quelli con gli sponsor. Reale Mutua ha già manifestato la propria volontà di rescindere, così come Reanault Trucks, che beffa delle beffe sembrerebbe vicina all’accordo con il Genoa. In totale la perdita derivante da ciò si aggirerebbe intorno ai 35 milioni.
"Altro aspetto da tenere assolutamente in considerazione è quello relativo al monte ingaggi. Oggi come oggi si attesta sui 25 milioni, una cifra improponibile per la serie B. Entro la fine del mercato Cairo e Foschi dovranno dimezzarlo. Senza dimenticare la perdita di esercizio di bilancio, registrata al 30 aprile, pari a 3,9 milioni.
"Sarà sicuramente l’anno peggiore, economicamente parlando, quello a venire ma Cairo avrà due soluzioni di fronte a sé. La prima è quella di spendere poco, vista la mancanza di ritorni economici. Ma ciò vorrebbe anche dire spegnere l’interesse attorno al Toro. Chi accetterebbe un mercato al completo risparmio da parte della dirigenza? L’altra strada percorribile è, invece, quella di tentare l’immediata scalata alla serie A. Con la permanenza dei giocatori di maggior prestigio (Dzemaili, Bianchi, Rosina, ecc.) e qualche acquisto importante. In entrambi i casi, quello che si chiede è un mercato in ottica futura. Senza quei giocatori dall’età avanzata, che nel migliore dei casi diventano investimenti a fondo perduto. Nel peggiore, giocatori con ingaggi pluriennali non cedibili.
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