Com'é ingannevole il calcio d'agosto. Si dice da più parti che il Toro abbia dalla sua un inizio di campionato piuttosto morbido, per la consistenza delle avversarie; vero, forse. Ma non nelle singole valutazioni.Si pensava, ad esempio, che l'Ascoli derelitto da una società allo sbaraglio, da un mercato fatto con il fiatone, e dall'ennesima penalizzazione, sarebbe stato uno sparring-partner per la categoria. Chi di calcio ne ha visto tanto, ossia Giampiero Ventura, diceva che invece i marchigiani non sono poi la squadra-materasso che in molti pensavano: e i fatti iniziano a dargli ragione.Così come si temeva il Varese, sorpresa capace di sfiorare la finale per la Serie A solo tre mesi fa, ed invece si scopre che i biancorossi sono in caduta libera, e pure in crisi di nervi, dunque forse anche la partita di sette giorni fa perde un poco (ma solo un poco ) del suo valore.E mentre si conferma che il Cittadella é una delle realtà meno temibili del torneo, a dispetto del figurone da Real Madrid fatto solo due turni addietro all'Olimpico, vien da riflettere sulla considerazione che anche quello del campionato scorso, in effetti, fu un inizio morbido (in teoria, visto che quel avrebbe combinato la neo-promossa Varese). Ma nei primi tre turni si fece un solo punto.Se molte delle 21 avversarie dei granata cercano ancora di capire quale sarà la loro dimensione, é giusto inserire fra queste anche il Toro, che punta al raggiungimento di un'identità di squadra. E, senza ombra di dubbio, pure il Vicenza prossima contendente.I biancorossi hanno fin qui tenuto un ruolino identico a quello granata del passato campionato, cui si faceva cenno poc'anzi: in successione, sconfitta-sconfitta-pareggio per 1-1. Non esaltante.Ma sono in crescita, e non deve ingannare la classifica deficitaria (che, come non perde occasione di ricordare anche Ventura stesso, non ha ancora nessun significato).In uno stadio che vede i granata perdere spesso e (mal)volentieri negli ultimi anni, é giusto considerare deludente qualsiasi risultato che non sia una vittoria?Probabilmente no: un po' perché si ricorda sempre quella che viene definita la “cavalcata trionfale” del Torino di Fascetti, ma ci si dimentica che quella formazione veniva criticata proprio perché, in trasferta, non vinceva quasi mai, ma portava a casa un punticino che comunque aveva maggior valore rispetto all'epoca dei tre punti; e un po' perché, più in generale, é giusto lavorare con serenità nell'ambito di un campionato lunghissimo, evitando ultimatum alla “costretti a vincere” quando si é appena alla quarta giornata. Importante é confermarsi nel bel gioco e diventare squadra. Così facendo, le vittorie non potranno che arrivare.
toro
Vincere ”per forza”? Non ancora, grazie
Com'é ingannevole il calcio d'agosto. Si dice da più parti che il Toro abbia dalla sua un inizio di campionato piuttosto morbido, per la consistenza delle avversarie; vero, forse. Ma non nelle singole valutazioni.
Si pensava,...
(foto M.Dreosti)
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