Quattrocentosettantatre presenze in nerazzurro (473, avete capito bene), portiere con la più lunga striscia di imbattibilità in un Mondiale: 517 minuti. Walter Zenga ha l’Inter impressa nel cuore ed è una leggenda del calcio. Domenica scorsa era a San Siro per osservare la squadra di Spalletti alle prese con il Torino del suo amico Mihajlovic. Ecco le sue impressioni.
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Walter Zenga: “Il granata mi affascina. Ma il mio amico Sinisa sa cosa fare”
Esclusiva / L'ex numero 1 nerazzurro sul match di San Siro: "Sirigu l'ho inventato io. Che bella partita è stata Inter-Torino"
Buongiorno Zenga, questo pareggio a chi giova di più?
Dipende da cosa cerca un allenatore. Le dichiarazioni di Sinisa sono state chiare, ha detto di aver ritrovato lo spirito della sua squadra ed è vero perché il Toro ha giocato bene. L’Inter non avrebbe avuto da recriminare poi molto in caso di sconfitta, ma anche pareggiando non si può lamentare. È stata una partita bella da vedere, godibile e interpretata bene da entrambe le parti.
L’anima granata tanto invocata da Mihajlovic è tornata nel momento in cui il tecnico ha fatto marcia indietro, tornando al 4-3-3. Coincidenza?
Non entro nel merito perché solo l’allenatore ha il polso della squadra, conosce i propri giocatori e sa se è il caso di incazzarsi o di usare altri metodi. Dietro ogni scelta c’è il lavoro in settimana e una motivazione ben precisa e quando un mister parla pesa attentamente le parole. Per questo è difficile commentare da fuori.
Il centrocampo a tre ha portato un evidente giovamento ai granata. Crede che sia la strada giusta da seguire?
Quando Sinisa ha cambiato modulo ha ottenuto una vittoria e un pareggio in casa dell’Inter, per cui credo proseguirà in questa direzione. Sono contento per lui perché è un amico e agli amici si augura sempre il bene. Domenica sono andato via subito dopo il fischio finale e non ho avuto modo di parlargli, ma lui sa quanto lo stimi. L’amicizia si porta per tutta la vita.
Per affinità di ruolo, un giudizio su Sirigu, autore di un paio di interventi importanti anche ieri.
Su Sirigu non dico nulla perché sono di parte. Lo lanciai io da titolare ai tempi del Palermo (stagione 2009/’10, ndr) e ogni mio commento sarebbe superfluo. Posso dire di averlo inventato io. Salvatore è un portiere che dà affidabilità, ma prima ancora è un ragazzo molto intelligente che sa gestirsi i momenti negativi e quelli positivi. Da quando era a Palermo ha imparato a vivere per il calcio e non fare in modo che il calcio diventi una questione di vita o di morte. È uno che si sacrifica, si allena bene e i risultati lo stanno dimostrando.
Ha fatto una scelta importante passando da un piazza come Parigi a Torino, con in mezzo due esperienze poco fortunate.
Il Torino è una piazza ambita da molti, a mio modo di vedere, perché ha una società seria, è un club con tradizione e un posto dove si vive con grande passione. In tanti vorrebbero giocare al Torino. Non lo dico per piaggeria, ma perché lo penso da tempo, ne sono sempre stato convinto.
Per caso lei è mai stato vicino al Toro?
Quando allenavo il Catania c’era stato un contatto, ma i granata purtroppo retrocedettero a fine stagione. (2008/’09, ndr). Magari non ci sarei arrivato lo stesso su quella panchina, ma diciamo che c’era un certo feeling, anche se, chiariamo, non è mai stata intavolata una trattativa vera e propria.
E da giocatore?
Purtroppo mai. Dico purtroppo con molto rispetto, perché io ho giocato tanti anni all’Inter che è un grande club. Ma, ripeto, il Toro attira molti giocatori perché è una squadra di cuore, di carattere, di passione, per cui chi ama il calcio e ha questo fuoco dentro non può non ambire ad allenare o giocare in un club del genere. Non ci vedrei delle persone con un carattere più mansueto, infatti.
Spostiamoci dal granata all’azzurro. Belotti è tornato in campo, ma non è ancora nella miglior condizione fisica. Se lei fosse Ventura punterebbe su di lui per due partite così importanti come quelle contro la Svezia?
Bisogna considerare che si gioca due volte in tre giorni. Toccherà a Ventura valutare la forma dei giocatori, perché il problema saranno i cambi. Serviranno riserve con le giuste caratteristiche per non dover cambiare il modo di giocare in tempi così ravvicinati. Non so cosa abbia in testa il Ct, ha convocato anche Jorginho per cui si può ipotizzare qualche variazione in partenza. Dipenderà anche da chi potrà dargli garanzie a livello di minutaggio.
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