
Belotti da allora non raggiunse più i suoi picchi: col senno di poi fu una scelta sbagliata del Toro
—La permanenza di Belotti mise di fatto la parola fine al possibile arrivo del colombiano che passò poi alla Sampdoria dove giocò un solo anno prima del quinquennio glorioso con la maglia dell'Atalanta. Allora il Torino era infatti allenato da Sinisa Mihajlovic che giocava con il suo offensivo 4-2-3-1 e quindi c'era di fatto posto per un solo centravanti. Alla fine del mercato, i soldi risparmiati per Zapata furono spesi per M'Baye Niang. L'esterno francese era un pupillo del tecnico serbo che chiese con forza il suo arrivo, ma quel colpo poi si rivelò un flop assai costoso per le casse del club. Col senno di poi (e ovviamente allora non era così semplice da prevedere) queste scelte non furono azzeccatissime e il Torino avrebbe probabilmente fatto bene a risparmiare l'acquisto di Niang per puntare tutto sull'arrivo di Zapata che in questi 6 anni tra Sampdoria e Atalanta ha dimostrato di essere uno dei migliori bomber della Serie A. Osservando poi l'andamento della carriera in granata di Belotti, oltre all'addio a paramento zero mai accettato dai tifosi del Toro senza un vero e proprio saluto, si potrebbe dire che sarebbe stato giusto cederlo al Milan. Il Gallo non è mai più riuscito a replicare annate come la 2016/17 e puntare su una forza fresca come Zapata avrebbe fatto bene a tutto il mondo granata. Ragionare a conti fatti però è troppo semplice, il colombiano ora è pronto a recuperare il tempo perso e a farsi amare dai tifosi del Toro.
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