Primo novembre 2011, stadio “Granillo”. Grazie ad un colpo di testa di D’Ambrosio nelle battute finali il Toro trova tre punti pesantissimi, contro un’avversaria che stava attraversando un gran periodo di forma. Sono passati 19 giorni da quella gara, coincidente con l’ultimo successo dei granata, nella quale oltre al terzino napoletano un altro giocatore è stato decisivo nell’azione del gol: Luciano Zavagno. Suo il cross perfetto per il compagno. Nonostante la buona prova fornita contro la Reggina, così come nelle precedenti partite in cui era stato chiamato in causa e che avevano fruttato al Toro 10 punti in 4 gare, Ventura da quel momento in avanti gli ha sempre preferito Parisi sul versante sinistro.
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Zavagno il portafortuna, ma Ventura lo vede poco
Primo novembre 2011, stadio “Granillo”. Grazie ad un colpo di testa di D’Ambrosio nelle battute finali il Toro trova tre punti pesantissimi, contro un’avversaria che stava attraversando un gran periodo di forma. Sono...
Una scelta, quella di rimandare Zavagno in panchina, non certamente dovuta a motivi caratteriali. Chi è vicino all’ambiente granata sa benissimo che se c’è un giocatore che non crea nessun tipo di problema all’interno di uno spogliatoio è proprio l’ argentino, che Ventura conosce già dai tempi di Pisa. Scelta, quindi, puramente tecnica ma viste le prestazioni non eccelse offerte da Parisi, Zavagno non meriterebbe forse una nuova occasione?
Intanto, nella gara di ieri il tecnico genovese ha preferito addirittura schierare Di Cesare sulla fascia quando D’Ambrosio ha dovuto abbandonare il campo per infortunio, lasciando inspiegabilmente ancora fuori Zavagno. Il quale si racconta sul TNMagazine numero 3. “Dà i brividi essere sostenuto da un pubblico così” dichiara in uno stralcio dell’intervista.
(foto M.Dreosti)
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