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Il Torino e il riscatto di Mandragora: esercitarlo o meno? Perchè si e perchè no

Due motivi per effettuare un sostanzioso investimento sul centrocampista di origini napoletane e due motivi per non farlo

Silvio Luciani

Il Torino e il riscatto di Mandragora: esercitarlo o meno? Perchè si e perchè no- immagine 2

 

Arrivato in granata nel gennaio del 2021, Rolando Mandragora si è subito imposto con la maglia del Torino, tanto da diventare leader e vicecapitano del club. Dopo aver trascinato i granata alla salvezza sotto la guida di Davide Nicola (stagione 2020/2021), il centrocampista classe 1997 ha vissuto un'ultima stagione altalenante (2021/2022). A causa di qualche infortunio di troppo e dell'esplosione di Lukic e Pobega, Mandragora ha giocato soltanto il 42% delle partite da titolare. Per questo non ha raggiunto il numero di presenze necessarie per far scattare l'obbligo di riscatto fissato a 9 milioni di euro e se i granata non eserciteranno l'opzione per il riscatto (fissato a 14 milioni) entro il 17 giugno, il giocatore tornerà alla Juventus. Per trattenere Mandragora servirebbe un investimento non indifferente per i granata, che dopo aver provato ad abbassare il prezzo trattando con i cugini, dovranno decidere se esercitare l'opzione o meno. Analizziamo la questione nel nostro 'perché sì e perché no': due motivi per riscattarlo, altrettanti per lasciarlo andare.

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