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CULTO

San Sirigu, parte 1

San Sirigu, parte 1 - immagine 1
Non ci siamo lasciati bene, ma Sirigu è stato, con Sereni, il miglior portiere granata di questi ultimi anni. Culto di Francesco Bugnone gli dedica uno speciale i due parti per raccontare le sue incredibili parate

Esiste un meme in cui una giovane coppia che sta facendo l’amore si interrompe quando la ragazza chiede al compagno se stia usando la protezione. Il giovane tira fuori il portafoglio, estrae un santino, lo mette sul comodino e afferma che adesso hanno tutta la protezione di cui hanno bisogno. In una versione di quel meme modificata da un tifoso granata l’immagine estratta dal ragazzo rappresentava Salvatore Sirigu, meglio noto come San Sirigu, con Matteo Sereni il miglior portiere granata del nuovo millennio.

Quando, nel 2017, Sirigu arriva a Torino è reduce dopo la non felicissima esperienza in Liga fra panchine col Siviglia e la retrocessione con l’Osasuna un alone di scetticismo sembra circondarlo. A esemplificarlo è un pezzo del secondo me bravissimo Marco D’Ottavi su L’Ultimo Uomo dal titolo “Scommesse perse in partenza?” in cui viene affiancato al Cerci veronese, a Poli, a Bertolacci e a Cataldi, anch’egli in grado, col tempo, di riproporsi a ottimi livelli. “Sotto la Mole, dopo la altalenante stagione di Hart, si accontentano di un portiere affidabile. Le aspettative sono così basse, insomma, che è improbabile che i tifosi del Toro si possano lamentare. Neanche male se ci pensate.” Col granata addosso Sirigu tornerà quello del Palermo e del Psg, riconquisterà la nazionale vincendo un Europeo da vice Donnarumma, sarà uno dei leader della squadra, uno di quelli che non parla molto, ma quando lo fa tutti ascoltano e anche con un pochino di tremarella (mettiamola così, Sirigu è una delle ultime persone che vorrei fare arrabbiare).

Volendo fare una selezione delle migliori parate dell’estremo difensore sardo bisogna essere consci che se ne lasceranno fuori una marea, vista la mole di interventi di alto livello sciorinati. Se per Padelli o Milinkovic Savic ricordiamo tutte le belle parate o definiamo tali gesti tecnici che dovrebbero essere la normalità per un portiere di serie A, per Sirigu c’è un’abbondanza tale che non si sa cosa scegliere come un appassionato di fumetti che entri da Midtown Comics a Times Square o un automobilista davanti a un parcheggio enorme quasi del tutto vuoto. Salvatore ha vestito al meglio l’abito del portiere di massima serie pagato non solo per occupare lo spazio fra pali e traversa sbrigando l’ordinaria amministrazione, ma per portare punti, salvare risultati, arrivare a prendere anche l’impossibile. Visto che l’elenco sarà giocoforza incompleto, andrò dove mi portano il cuore, il ricordo e l’immaginazione senza classifiche, senza un canovaccio che non sia quello cronologico, ma solo ricordando alcune delle volte in cui anche io mi sono sentito protetto come i ragazzi del meme.

2017/2018 BENEVENTO-TORINO 0-1

Il primo miracolo di Salvatore Sirigu in granata arriva alla terza giornata in casa del Benevento. Il primo tempo è quasi al tramonto quando Coda lascia partire un destro teso dal limite che sembra destinato a entrare sfiorando il palo più lontano. La sfera parte un secondo prima che Ljajic riesca a chiudere e quella frazione di secondo di anticipo nello scoccare il tiro pare far esplodere la conclusione come un tappo che lascia una bottiglia di champagne abbondantemente agitata. Sirigu si distende come Mister Fantastic e ci mette la mano deviando in angolo prima di rialzarsi, tornando di dimensioni normali. Nella ripresa Salvatore rimedierà alla grande su un tiro di Lazaar che non aveva visto partire e verso il 90’ bonus track quando un avversario, per restituire palla, rischia di superarlo con un pallonetto (“bravo coglione” il labiale, ma forse è peggio lo sguardo lanciato al malcapitato). A tempo scaduto un assist d’oro di Ljajic viene capitalizzato da Iago Falque facendo finire il nostro salmo in gloria.

2017/2018 INTER-TORO 1-1

 I grandi portieri si esaltano sui grandi palcoscenici e cosa c’è di meglio di San Siro in Italia? Nulla, infatti ogni volta che si parla di abbatterlo è una spina nel cuoricino di Gesù. La Scala del Calcio sa essere stupenda anche a mezzogiorno e mezza e davanti a uno stadio gremito un gran bel Toro porta a casa l’1-1 con una prova gagliarda aperta da una splendida rete di Iago Falque nella ripresa poi impattata da Eder sottomisura. Sirigu si rende protagonista di due belle parate già nel primo tempo, ma il capolavoro è a inizio ripresa quando Vecino schiaccia di testa a colpo sicuro un cross di Nagatomo: il numero 39 va giù subito con un riflesso assurdo ed è pronto a smanacciare la sfera lateralmente unendo un’eleganza inusuale per un intervento alla disperata. Vecino avrà altri di giorni di gloria totale, ma non quel pomeriggio.

2017/2018 MILAN-TORO 1-1

Passano due turni e siamo ancora a San Siro, sponda rossonera e quella contro l’Inter, confrontata, sembra una prova normale per Sirigu, visto che l’ex Psg calla la saracinesca risultando determinante nella conquista dello 0-0 finale per gli uomini di Mihajlovic. Si parte con un volo per togliere una punizione di Suso dall’incrocio dei pali che gela Romagnoli già con le braccia alzate pronto per esultare. Nella ripresa Sirigu ripete la prodezza compiuta su Vecino quando Kalinic devia di testa un traversone di Bonucci, ma la parata è ancora più difficile se raffrontata a quella che ha stoppato l’uruguaiano. Qui la conclusione non è solo bassa e forte, ma anche angolata eppure il nostro santo protettore ci arriva. Kalinic corre a testa bassa verso la palla vagante e prova a ricacciarla in rete col destro, ma Salvatore ha già ripreso la posizione eretta deviando di piede e aggiudicandosi un posto fra gli incubi di serata del numero sette croato. Sirigu si tuffa con efficacia anche su un sinistro insidiosissimo di Suso, mentre dalla parte opposta Donnarumma non vuole sfigurare e si esibisce in una doppia parata su Belotti e Iago Falque prima che Chalanoglu abbia il match point su una palla vagante in area. Botta di destro a colpo quasi sicuro, ma Sirigu ancora una volta ci mette un braccio alzando la palla sopra la traversa con la punta delle dita quando tutto il “Meazza” era pronto a esplodere. Da segnalare anche una strepitosa uscita di piede fuori area che sembra fatta apposta per diventare foto di copertina Facebook dei tifosi granata. O meglio, io l’ho avuta per un po’ non so voi.

INTERMEZZO: CALCI DI RIGORE

Tanto per non farsi mancare nulla, Sirigu è anche uno specialista sui calci di rigore. La sua parata più difficile in quel fondamentale è quella su Veretout in una sconfitta interna contro la Fiorentina: rasoterra forte su cui Salvatore è una molla nel buttarsi sulla propria sinistra e deviare. L’intervento più godurioso è quello contro Pulgar in Toro-Bologna 3-0, prima gara dell’era Mazzarri: natta centrale del cileno indirizzata sotto la traversa, il nostro si era già buttato verso la sua destra, ma ha un sussulto e riesce a mettere un braccio per alzare in angolo il bolide del rossoblù. La parata a cui voglio più bene, però, arriva l’anno successivo in un Toro-Udinese 1-0 pazzesco in cui successe di tutto fra reti di Ola Aina (due reti su due in A contro i friulani), gol annullati dopo minuti al var, carambole con traverse bianconere a tempo scaduto e un rigore provocato un po’ scioccamente da Djidji. De Paul tira a mezza altezza, ma con potenza e la respinta di Sirigu, dallo stadio, sembrava aver spedito la palla sulla luna, mentre ci rendevamo conto che stavamo iniziando a marciare verso un sogno europeo che racconteremo meglio nella prossima puntata.

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