Culto

Toro-Parma 3-0: c’è il sole

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Culto ritorna interrompendo per un attimo la trilogia sul 79/80. Stavolta si parla del 92/93 e di uno splendido 3-0 a Parma che ci ha fatto capire che, nonostante le cessioni, anche quell'anno avremmo potuto sognare

Francesco Bugnone

Ritrovarsi uno squadrone che ha sfiorato un’impresa storica e poi, nella triste estate 1992, vedere lo splendido capolavoro perdere pezzi. Via Benedetti, Bresciani, Cravero, Lentini, Martin Vazquez, Policano. Il rigoroso ordine alfabetico con cui leggiamo questo elenco non ci ripara dalle fitte nell’anima, dai “se” dolorosi. Nonostante questo Mondonico è ancora lì e tanti altri campioni sono ancora dei nostri. Poi ci sono gli arrivi di Aguilera e Silenzi, di Sergio e Poggi, di Daniele Fortunato. Tutto è ancora rebus. Probabilmente non arriveremo terzi, ma forse qualcosa si può ancora sognare, dobbiamo capire. Il primo turno di coppa Italia è superato agevolmente, l’esordio in casa con il debuttante Ancona è risolto grazie a tre gol nella seconda parte del primo tempo, ma sul neutro di Cesena ci inceppiamo col Brescia non schiodando lo 0-0 e in coppa Uefa, a Norrköping, perdiamo di misura per un bolide nel finale di Blohm in una gara ricca di rimpianti.

Per comprendere di che pasta siamo fatti realmente il terzo turno di campionato può essere importante. L’avversario è il Parma che, come noi, dopo la promozione nella massima serie, si è proposto ai piani alti: qualificazione in coppa Uefa il primo anno, addirittura vittoria della coppa Italia contro i gobbi il secondo, un giorno dopo Amsterdam per lenire un pochettino il dolore devastante che ci accompagna da quella maledetta sera olandese. Da quando abbiamo iniziato a incrociarci, la sfida ha portato solo pareggi e raramente belle partite: su sei incontri un 1-1 e cinque 0-0.

I ducali di Nevio Scala schierano una novità, il pazzesco Faustino Asprilla che ha fatto dannare il Milan imbattibile in Supercoppa (sarà proprio una punizione a San Siro di Tino a provocare la prima sconfitta rossonera in campionato dopo secoli di lì a qualche mese) e ha trovato in fretta gol e capriole sia in campionato che in Coppa delle Coppe. Noi, invece, aspettiamo che si sblocchi Pato, sin lì a bersaglio solo in coppa Italia. Si va allo stadio pieni di fiducia, d’altra parte c’è il sole. Le critiche, come sempre esagerate quando c’è di mezzo il Toro di inizio anni ’90, fanno sentire una particolare aria di rivalsa. I gialloblù sono guardati con occhi molto più dolci dalla stampa e forse è proprio questo a darci ciò che serve per affrontare la partita.

La curva, durissima con la società, ma a fianco della squadra, si fa sentire da subito, così come si fanno sentire Bruno e Annoni. Pasquale decide di non farla vedere mai a Melli, mentre Annoni si appiccica ad Asprilla limitandolo in maniera decisiva. Il “bel” Parma perde certezze, si guarda allo specchio e vede qualcosa che non gli somiglia per niente. Se ci guardassimo noi, invece, ci riconosceremmo eccome con gli occhi furenti e un ghigno, quello che ha il “Mondo” quando tutte le sue trappole tattiche mettono nel sacco l’avversario.

Al 22’ il Toro può sfruttare una punizione dal limite. Lunetta, posizione centrale: Aguilera tocca a Venturin che ferma il pallone. L’uruguaiano sceglie la via del tocco maligno, un rasoterra che punisce come un ceffone la barriera del Parma che si apre con svagatezza. Taffarel non può accennare nemmeno il tuffo e la rete si gonfia. Il gol non sfama il Toro che continua a lottare su ogni pallone, mentre gli avversari si fanno vivi con qualche mischia e lamentano l’uscita di Melli per infortunio al 37’. Chiudere il tempo col vantaggio minimo potrebbe dare all’undici di Scala la possibilità di riassestarsi negli spogliatoi, di correggere, di risalire. Non siamo della stessa idea.

Allo scadere della frazione Venturin pulisce un pallone appoggiandolo indietro a Fusi che lancia lungo. Casagrande, con un geniale colpo di testa a centrocampo, prolunga la sfera in maniera perfetta lanciando in profondità Aguilera che resiste al ritorno arrancante di Grun e, da venti metri, colpite la palla che rimbalza facendo partire un pallonetto meraviglioso che, con Taffarel a metà tra l’uscita kamikaze e il mantenere la posizione, può, ancora una volta, guardare la sfera entrare e basta. Una rete meravigliosa, di quelle che fanno subito epoca, di quelle che fanno leccare i baffi ai tifosi pensando all’intesa Pato-Casao.

Nel secondo tempo non c’è nemmeno il tempo di preoccuparsi per un palo colpito da fuori da Osio con un gran mancino che la chiudiamo: Sergio, da sinistra, lascia partire un traversone col destro su cui Taffarel decide di andare a passeggio in area. La sfera, in origine troppo lunga per Aguilera, si fa così improvvisamente pericolosa col centravanti che la recupera e mette in mezzo. Casagrande sovrasta Apolloni e segna nella porta sguarnita. Il resto è accademia col Parma che si vede nel finale con una conclusione di Pulga deviata da Marchegiani contro la traversa quando ormai è tardi anche per i rimpianti e, soprattutto, Alvise Zago che ritorna in campo in campionato col granata addosso dopo l’incubo di Marassi. La ciliegina di una domenica perfetta.

Uscendo dallo stadio gli animi sono sereni. Il Toro c’è ancora. Il secondo posto dietro il Milan, come dice il Mondo, è contingenza e va bene, ma è una squadra che sa ancora farsi amare, che sa ancora vincere, che lotta, che si toglie sassolini (“Abbiamo battuto i fenomeni” dirà Bruno con ghigno tagliente). Magari non lotteremo per lo scudetto, ma diremo ancora la nostra. Chissà, potremmo farci di nuovo largo in coppa e alzarne una se i pali non si rimettono di mezzo. Andrebbe bene anche la coppa Italia. Oggi è facile essere ottimisti. C’è il sole.

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata. 

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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