Granata dall'Europa

Il bene nel male

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Torna un nuovo appuntamento con “Granata dall’Europa“, la rubrica di Michele Cercone

La pausa per le nazionale offre un momento per riflettere meglio sull'avvio del campionato del Toro. Il percorso fino a questo momento è stato quantomeno burrascoso, con un serie di alti e bassi che rendono molto difficile le previsioni sull'andamento dei prossimi mesi. Il pendolo pero' al momento oscilla verso un moderato ottimismo. E' vero che rispetto agli scorsi due anni ci sono meno certezze. La squadra non gioca più a memoria ed è meno arrembante in campo. Alcune sicurezze che sembravano ormai acquisite si sono liquefatte rapidamente, segno che le basi su cui poggiavano non erano molto solide. Innanzi tutto il rendimento di alcuni giocatori-chiave è stato inferiore alle attese. Ci si aspettava la consacrazione di Ilic che invece ha faticato ad ingranare ed ancora è da decifrare. Vlasic è passato da pitbull a poco minaccioso setter, senza una precisa collocazione in campo. Radonijc ha vissuto le due giornate più luminose della sua carriera, per poi perdersi in un labirinto esistenziale da cui sembra incapace di uscire. Bellanova si è dimostrato molto meno pronto del previsto e deve ancora crescere per diventare un giocatore complete.

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L'altra certezza saltata in aria nelle prime giornate è quella del modulo con due trequartisti e una sola punta. Le partite con il Cagliari e con il Verona, la disfatta di San Siro e l'inguardabile derby hanno certificato che ormai quasi tutti gli allenatori sanno come rendere inefficace il modulo preferito dal nostro allenatore. L'avvio deludente avrebbe potuto innescare un deleterio circolo vizioso, che Juric è stato pero' bravissimo ad evitare. Il mister è stato in grado di affrontare la situazione con intelligenza e soprattuto con umiltà. La base di partenza della soluzione dei problemi più seri è stato il suo ammettere di aver fatto errori di valutazione e di gestione.  Questo ha permesso innanzi tutto di fare marcia indietro su comportamenti e atteggiamenti inadeguati dei giocatori. Le panchine di Ilic e Radonijc, unite al ricorso solo a professionisti seri e motivate come Linetty e Gineitis, ha segnato una svolta nello spogliatoio. In parallelo, Juric ha capito che era arrivato il momento di un cambiamento radicale, favorito dalla disponibilità di giocatori come Zapata.

Da quel momento in poi – identificabile con la partita con l'Inter – si è cominciata a vedere una tendenza diversa, e man mano che la squadra ha metabolizzato il passaggio alle due punte, la qualità e quantità del gioco è nettamente migliorata, nonostante assenze pesanti come quelle di Schuurs e Ricci. Al netto dello scivolone in Coppa Italia, le ultime gare di campionato hanno portato punti e serenità, e senza gli orrori arbitrali assortiti a cui abbiamo assistito, oggi guarderemmo la classifica con grande soddisfazione. A far oscillare il pendolo dalla parte dell'ottimismo è anche un calendario che ci ha già visto affrontare molte delle squadre più attrezzate e che ora propone Bologna, Atalanta, Frosinone, Empoli, Udinese e Fiorentina. Se i ragazzi sapranno mettere in campo quanto di buono fatto vedere nelle ultime gare, queste cinque partite potrebbero aiutare a muovere la classifica restando in scia all'Europa. Il rientro degli infortunati meno gravi sarà un ulteriore aiuto per Juric, che potrà presto contare su più difensori centrali con il rientro di Zima e Djidji, in attesa di poter ritrovare anche Ricci. Anche Zapata, Vlasic e Sanabria potranno alzare i giri del motore e portarsi al livello atletico dei compagni. L'inizio zoppicante di campionato potrebbe quindi essere, paradossalmente, un passaggio in grado di favorire il cambiamento in positivo. Anche gli screzi di Juric con la Maratona, sanati da uno scambio tosto ed onesto, possono diventare un volano per riavvicinare i tifosi alla squadra e fare insieme i prossimi, fondamentali, passi verso un salto di qualità che tutti ci auguriamo.

Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore.

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