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Il granata della porta accanto

Il derby e la costante depressione del giorno dopo

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Il Granata della Porta Accanto - Quanti altri derby ancora dovremo perdere per capire che il problema nel Toro non è solo il divario economico con quelli là?

Dopo 22 derby persi sugli ultimi 28 non è in realtà una sconfitta in più o in meno che dovrebbe cambiare l'ormai pessimo umore di noi tifosi granata: fare il callo alle sconfitte nei derby sarebbe un peccato mortale inaccettabile, ma ormai non sorprende nemmeno più che il logorio di queste continue delusioni sia difficile da evitare e si riproponga all'indomani di ogni stracittadina possibilmente con ancora più negatività della volta precedente. Il motivo è molto semplice: il derby ci sbatte in faccia con una crudezza quasi inumana cosa ci hanno fatto diventare in questi trent'anni. Una volta eravamo il Toro e lottavamo con il cuore non solo per sconfiggere la nostra potentissima rivale cittadina, ma anche per riaffermare un modo di essere e di intendere lo sport e la vita completamente differente dal loro. Di derby ne perdevamo anche un tempo, chiaro, ma la preziosa forza nascosta che i nostri tiravano fuori in questa partita faceva sì che a furia di buttare il cuore oltre l'ostacolo i risultati positivi contro la Juve fossero in sostanziale equilibrio con quelli negativi. Da trent'anni a questa parte invece, mentre per noi tifosi il derby è rimasto "la" partita in cui dimostrare la nostra diversità, per chi scende in campo è diventata più semplicemente "una" partita, come quelle che si giocano contro una qualsiasi altra squadra di alta classifica (Inter, Milan, Napoli, Roma, ecc) senza particolari risvolti in più. E qui sta il corto circuito degli ultimi 28 derby: i tifosi li vorrebbero vivere come una volta, da Toro, la squadra li affronta con un peso addosso che nemmeno riesce a comprendere fino in fondo. Tutte le interviste ai grandi ex giocatori granata sono, infatti, monotematiche su questo tema e confermano la stessa versione: al giorno d'oggi non c'è nessuno in società e in squadra (tolto forse il nostro Buongiorno che sembra l'ultimo dei Mohicani) che possa trasmettere a chi viene da fuori il senso di giocare un derby "da Toro". È questa la realtà! Ci illudiamo prima di ogni derby che si possa invertire la striscia negativa contro la Juve, ma non calcoliamo che finché la società perseguirà una politica che non prevede il recupero dei valori fondanti del granatismo non potremo mai aumentare le possibilità di vincere un derby, rimanendo sospesi e confinati in questa sorta di incubo continuo e ricorrente. E cosa più grave, dopo ogni derby l'ambiente non fa che abbattersi ancora di più perché si rende conto che non c'è più niente di Toro in questo Torino FC. Che se poi stiamo a vedere forse quest'ultimo derby è stato uno dei meglio giocati a livello di prestazione e di gol degli ultimi vent'anni, ma il risultato non ci ha sorriso, lo stesso, anzi ha avuto la stessa dinamica beffarda che ormai da decenni e caratteristica del derby. Ce la siamo presa con l'atteggiamento sbagliato con cui è entrato Radonjic (l'avrei strozzato anch'io!) o con la foto di Bayeye insieme a Pogba, ma queste cose sono solo il riflesso di come la società Torino FC ha impostato le cose, sono la conseguenza di un certo modo di agire a monte e non la causa della sconfitta in campo. All'orizzonte, ora, si profila un contraccolpo da derby, ormai classico, e l'ennesimo bivio della gestione Cairo: seguirà Juric, il nostro presidente oppure farà come al solito e prenderà chiunque voglia cambiare le cose per sfinimento? Il tecnico è stato chiaro: "resto se si faranno le cose in un certo modo, con amore e senza smontare nuovamente la squadra". Parole fin troppo chiare che mettono il patron di fronte all'ennesimo aut aut della sua deficitaria gestione in questo senso: c'è interesse verso la parte sportiva? C'è interesse verso la tifoseria? Senza fare follie economiche si potrebbe rispondere sì ad entrambe le domande, molto facilmente, pure. Invece "il giorno della marmotta" è sempre pronto a ricominciare per noi tifosi granata, ahimè. Ma quanti altri derby dovremo ancora perdere per capire che il problema al Torino non è solo il divario economico con quelli la'?

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