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Toro, il cuore batta per l’Europa, ma la testa spinga per il campionato

Il Granata Della Porta Accanto / L'Europa sia specchio di una società che ha fatto il salto di qualità, confermato però da un campionato all'altezza

Alessandro Costantino

Tanto tuonò che piovve. La Uefa, alla fine di un mese in cui gli scenari sono sembrati cambiare più di una volta, ha trovato un accordo col Milan (perché di questo si tratta sebbene sarebbe bastato applicare fedelmente le sanzioni per chi viola il fair play finanziario…) escludendo i rossoneri dalla prossima Europa League e ammettendo quindi il Toro ai preliminari della competizione. Non starò qui ad entrare nella polemica del "sarebbe stato meglio guadagnarsela sul campo" , la qualificazione, perché è una strada masochista e senza via d'uscita. Lo sport è competizione ed è giusto che vinca chi merita. Ma nello sport ci sono delle regole e se uno vince aggirando o, ancor peggio, violando palesemente quelle regole è altrettanto giusto che non venga riconosciuto come vincitore. Il Milan negli ultimi anni ha giocato d'azzardo sperando di fare il colpaccio (leggi Champions coi suoi denari) "dopando" i propri bilanci e di fatto attuando una concorrenza scorretta rispetto agli altri club di A.

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Il Toro, al contrario, ha rispettato le regole e, correttamente, ha ottenuto ciò che sul campo chi ha giocato sporco ha contribuito a negargli. Detto questo, in realtà occorre essere tutti contenti di poter vivere una nuova avventura europea. Avventura che non sarà facilissima già dal primo step: sulla carta entrambe le potenziali avversarie del preliminare non sono così agevoli come capitò con i simpatici svedesi del Brommapojkarna. Arrivare alla partita di andata del 25 luglio con meno di 3 settimane di preparazione nelle gambe non è l'ideale per dare il meglio, ma di certo l'ambiente e i giocatori saranno carichi a mille per continuare nel migliore dei modi l'impegno di coppa.

Per noi tifosi è una grande soddisfazione poter sognare nuovamente imprese come quella di Bilbao. Credo però che se mettiamo da parte un momento l'euforia da Europa League, sia nostro dovere augurarsi una cosa molto più importante: questa nuova sortita sullo scenario europeo non dev'essere vista come una meta raggiunta e basta. Lo è da un lato, ma dall'altro deve essere solo l'inizio di una nuova consapevolezza. Io, personalmente, mi aspetto dal Toro non tanto che faccia faville in Coppa Uefa (anche se arrivare a Danzica non sarebbe male affatto!), quanto che si confermi in campionato come formazione in grado di lottare per il quinto o sesto posto e magari fare un pensierino al quarto come accaduto ad un mesetto dalla fine del campionato di quest'anno. L'inghippo è tutto lì.

È il campionato che ti dà l'esatta misura di quanto stai crescendo e di quanto stai costruendo in termini di continuità e solidità sia come squadra che come società. Le coppe sono un riflesso di questo, nel senso che il frequentarle assiduamente è il premio per i buoni risultati del campionato, ma non è il cammino di coppa in sé che certifica il corretto operato della società. Il cammino di coppa è più "casuale" rispetto a quello del campionato, puoi incontrare squadre forti o meno forti, senza nessuna logica se non quella che ad ogni livello successivo la difficoltà (teoricamente) aumenta. In campionato, invece, affronti tutte le squadre due volte e al netto dei momenti diversi di forma tuoi o degli avversari, bene o male si arriva in fondo con l'esatta dimensione di ciò che si è. Il Toro è alle "porte del paradiso" : può entrarvi, o almeno metterci un piede più o meno stabilmente, oppure fermarsi lì o, peggio ancora, indietreggiare.

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Ecco io mi aspetto un miglioramento ulteriore che non sia necessariamente legato ai risultati in Europa League. Sarebbe bellissimo, ad esempio,  centrare una semifinale di Europa League. Sarebbe molto esaltante ma, alla fine, se ciò fosse accompagnato da un nono o decimo posto in campionato sarebbe un po' come aver fatto la classica fatica di Sisifo. L'Europa League va affrontata col piede sull'acceleratore, cercando di andare il più avanti possibile, senza calcoli, ma il campionato va giocato con ancora più voglia di arrivare in alto. Se per fare ciò sarà necessaria una campagna acquisti mirata e realmente migliorativa della rosa, allora mi aspetterò da Cairo, da Bava (son contento che sia stato promosso, sostenevo la sua candidatura a ds) e anche da Mazzarri che il mercato sia all'altezza dei piani ambiziosi che a questo punto sono convinto vi siano e che, anzi, ritengo debbano esserci. L'Europa quattro anni fa fu un bellissimo ed esaltante paravento: quest'anno sia lo specchio di un club che ha fatto il salto di qualità definitivo.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.