Siamo in pieno psicodramma. Mi sembra evidente che una squadra che perde 14 punti da situazioni di vantaggio sia afflitta da un grave disturbo di personalità.
Cosa accade quando andiamo in vantaggio? Ci spaventiamo. Cosa succede se addirittura raddoppiamo? Entriamo nel panico. Cosa succede se tutto ciò avviene nella parte finale della partita? Entriamo in una dimensione psicotica da trattamento sanitario obbligatorio. Per capirne di più aiutiamoci con il modello S.F.E.R.A, modello di massima prestazionalità messo a punto dal centro di psicologia sportiva dell’Università di Torino di cui è direttore Giuseppe Vercelli.
S.F.E.R.A è l’acronimo di sincronia, punti di forza, energia, ritmo e attivazione, i cinque ingredienti necessari a una grande prestazione. Ragionando in particolare sui primi due elementi, emergono riflessioni interessanti sul momento che sta vivendo il Torino.

Per sincronia si intende la capacità di essere completamente presenti su ciò che si sta facendo nel momento della prestazione, la capacità di essere ancorati al “qui e ora”, perfettamente concentrati sul singolo attimo. Ebbene, quando il Toro va in vantaggio la sincronia sparisce. Nella mente dei giocatori viene a mancare l’attenzione sull’unica cosa che conta: il presente. Si pensa al futuro, al passato, a quanto è successo la domenica prima, a quanto sarebbe bello non succedesse più, a quanto sarebbe tremendo succedesse ancora, a cosa diranno i giornalisti, i tifosi.
Cosa fare per non perdere la sincronia quando si va in vantaggio? Iniziare a pensare che l’unico momento che conta è quello che si sta vivendo; l’unica palla decisiva è quella che si sta giocando. Qualsiasi pensiero che allontana dal “qui e ora” (passato, futuro, tifosi, classifica, “dieci minuti fa”, “tra dieci minuti”) è un passo verso il baratro.
Come fare per rimanere “sincronizzati”? Raddoppiare l’agonismo, la corsa. Aumentare i giri del motore aiuta a tenere lontani ansia, paura di sbagliare e pensieri “extra-presente”. Guai a indietreggiare, rallentare, lasciare che la mente prenda il sopravvento. Bisogna andare a cercare la massima fatica, devono esistere soltanto il corpo e il desiderio di andare oltre i propri limiti. Avete notato come i nostri giocatori si spaventano quando gli avversari reagiscono e alzano il ritmo? E’ una specie di sindrome da “cane bastonato”. Appena il padrone alza la voce, noi corriamo a cuccia sotto il tavolo. E invece no: quando gli altri iniziano ad abbaiare, noi dobbiamo abbaiare ancora più forte.

Cosa si poteva fare quando Lukic ha segnato il gol del tre a uno contro il Sassuolo o quando lo stesso Lukic ha segnato il gol del due a uno contro la Lazio a tre minuti dalla fine o quando ieri Ansaldi ha messo a segno il rigore del due a zero? Trasformarsi in animali che corrono e ringhiano. Soltanto così si può mantenere la connessione con il presente, soltanto attraverso l’espressione della fisicità si può evitare di venire schiacciati da avversari e pensieri negativi. La prossima volta che andiamo in vantaggio (o peggio ancora raddoppiamo o triplichiamo), pensiamo che il gol appena fatto è già parte del passato, torniamo subito a metà campo, mettiamoci a urlare, carichiamoci, raddoppiamo la corsa, andiamo in apnea, proviamo a pensare che ogni singola palla è la più importante della vita.
Un altro elemento fondamentale riguarda il vissuto dei punti di forza. Per punti di forza si intendono le capacità e abilità fisiche, tecniche e psicologiche che l’atleta riconosce di possedere ai fini di una prestazione di eccellenza. I punti di forza sono connessi con il costrutto di “autoefficacia”, cioè il sentirsi capaci di eseguire un compito. Cosa succede ai nostri giocatori? Fino a quando andiamo in vantaggio si sentono capaci, consci delle proprie doti, focalizzati sugli obiettivi e su sé stessi (altrimenti non si spiegherebbe la giocata strepitosa di Meité in occasione del gol di Zaza). Dopo il vantaggio, il focus si sposta dalle proprie qualità a quelle degli avversari, gli altri diventano più forti, alla fiducia nelle proprie risorse si sostituisce il terrore per quelle altrui.
Quest’ultimo aspetto è retaggio della gestione Mazzarri. Se con Sinisa avevamo coltivato la cultura del coraggio (e talvolta dell’incoscienza….), con Mazzarri abbiamo coltivato la cultura del timore. Con lui (anche nell’anno del settimo posto) tutte le nostre partite erano impostate sulle qualità dei rivali, mai sulle nostre. Enfatizzare il valore altrui dimenticando il proprio, è il miglior viatico per sottomettersi. E infatti, non appena il fortino ha ceduto (mi riferisco alla strepitosa stagione disputata da Sirigu, Izzo, N’Koulou e Moretti), le magagne sono saltate fuori.
A mio avviso, da questo punto di vista, Giampaolo sta lavorando bene; dominare a Sassuolo e sessanta minuti a San Siro è un buon segno. Certo, non basta. Se siamo penultimi e la difesa è la più battuta del campionato, significa che anche lui ha grosse responsabilità.
La strada è ancora lunga. Il primo passo, come ci insegnano 150 anni di storia della psicologia, è riconoscere il disturbo e diventarne consapevoli. Il secondo è quello di trovare le strategie per guarire.
PS: Ho volontariamente tralasciato le responsabilità societarie. Sono talmente evidenti che parlarne non avrebbe aggiunto nulla.
Marco Cassardo, esperto in psicologia dello sport e mental coach professionista, autore di “Belli e dannati”, best seller della letteratura granata.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
Cassardo for president
(Seriniani e Mazzarriani a tifare le rispettive squadre allenate quando e se ce ne sarà mai una)
Ci vorrebbe proprio un mental-coach come Lei a questa squadra…..si faccia avanti si proponga a Cairo…chissa’….condivido cmq in maniera assoluta la sua disamina.
Comunque accusare di mentalità perdente Mazzarri è veramente ridicolo, andavamo in campo con tre marcatori che se la giocavano uno contro uno con tutte le big del campionato. È mentalità perdente questa ??? Cassardo, se non si capisce di calcio si può evitare di scriverne e limitarsi a commenti come tutti noi.
Amen, meno male che un barlume di competenza calcistica aleggia ancora dalle nostre parti. Poi c’è la sfera granata che è un’altra cosa, vive di sensazioni e simpatie. Non vi rientrano i Ventura e Mazzarri. Ma questo è un problema nostro (inteso come tifoseria) e ne paghiamo le conseguenze
Per sfera granata intendo anche le migliaia di cuori granata che all’unisono domenica al gol del 2-1 si sono cagati addosso come e più della squadra, riuscendo a trasferire il pessimismo cosmico che deriva da una settimana in cui i messaggi erano. “io non la guardo nemmeno, tanto perdiamo”. Siamo questi qui, la squadra è a nostra immagine
tra i vari punti da tenere in considerazione, anche questo. Concordo pienamente
Se x 60′ dommini vuol dire anche che i giocatori hanno speso tanto e necessitano di essere sostituiti (anche grazie ai 5 cambi) con persone dello stesso calibro.
Basta leggere la panchina x capire chi abbiamo…
Bravo, ecco il problema. I tre centrocampisti sono sempre gli stessi tre, hanno questo problema che si rilassano pensando di averla già vinta? Cambia all’istante, urlagli in faccia di spazzare la palla e di stare concentrati, fai qualcosa, invece in panca pensano più a prendere appunti e fare le seghe al tablet piuttosto che guidare la squadra. Ci sono giocatori a cui non serve dire niente per 90 minuti e altri che hanno bisogno di un costante supporto dell’allenatore per rimanere concentrati. A stadio deserto poi dovrebbe essere decisamente più facile.
Non sono d’accordo però sulla questione fisica, il problema è palesemente mentale. O li cambi o li supporti a costo di porconargli in faccia, che sarebbe poi il lavoro di un allenatore durante la gara.
Se sei fresco atleticamente le cose ti riescono meglio e, soprattutto, ti consente di essere più aggressivo.
Aggressività che, dopo 60′, non c’è più stata
Mi chiedevo che cosa avrebbe pensato Cassardo di questo Toro a due volti, prima leone poi coniglio. La frase di Cassardo “Entriamo in una dimensione psicotica da trattamento sanitario obbligatorio” sintetizza perfettamente il comportamento del Toro post vantaggio.
Ne leggo di stronzate che non portano da nessuna parte anzi confondono sempre di più i tre principali inetti.Voglio solo sintetizzare in un’unica frase tutto quello che ho visto in tutti questi anni:”Nel calcio come nella agricoltura si raccoglie quello che si è seminato ” e l’artefice chi sarà mai ?
Ma esiste uno strizzacervelli, uno sciamano, uno stregone a cui affidare il nostro gregge di pecoroni? Se c’è, la società lo assuma subito, proviamo anche questa prima che sia troppo tardi, ammesso che già non lo sia, ma non so se questo rimedio sarebbe sufficiente a compensare tutte le altre magagne che affliggono la squadra e quel simulacro di società che ci zavorra da 3 lustri.
Totalmente O.T., legg evo un articolo su Repubblica che parla di un documentario sulgi anni ’70 di torino, in particolare del campionato 76/77 ( tutti sappiamo come fini’).
Ne copio una parte:
Eraldo Pecci che ora ci scherza (“Se noi del Toro avessimo fatto 60 punti su 60, la Juve ne avrebbe fatti 61”), Paolo Pulici che ancora non l’ha digerita: “Chissà perché le nostre partite finivano sempre 10 minuti prima di quelle della Juve, forse gli arbitri non regolavano bene gli orologi”.
Poco da aggiungere
Ritorniamo allora al mio ragionamento che qualcuno sul forum ha anche sarcasticamente risposto, il problema è lo rpeto è la mentali perdente che ha inculcato Mazzarri.
Finisci nel baratro,altri provano ad aiutarti ma alla minima difficoltà ci ricaschi.
Quindi l’allenatore che ha fatto più punti avrebbe imposto una mentalità perdente. L’allenatore che ha fatto il record di perdere 2 partite su 19 in trasferta (di cui una non meritatamente a Roma) e non ne ricordo di pareggiate di fortuna. Ne ricordo di pareggiate che stavamo vincendo (come a Bologna, dove ci accadde la stessa cosa accaduta a Ferrara con Mihajlovic). Non si può ragionare per simpatia. Ci sono dati di fatto evidenti. Ripeto che dopo lo 0-7 con l’Atalanta siamo andati a giocarcela alla pari a San Siro con un Milan in crescita e ci ha punito uno svarione di NK (toh, guarda) al primo minuto del secondo supplementare (quindi 15′ dopo il gol del 2-2 con cui Calhanoglu ci aveva portato ai supplementari). Io sono abbastanza incavolato per dire che uno dei mali del Toro è il modo di ragionare di troppi tifosi che a forza di Serie B e di storie epiche sul passato perdono il filo con la realtà. Cercano il tremendismo dove non c’è e non lo vedono quando c’è (Toro-Milan, Toro-Samp i due esempi migliori del 2019). Domenica abbiamo giocato la stessa partita giocata a Roma dieci mesi fa (Roma-Torino 0-2) solo che questa volta non abbiamo retto. Ma non è colpa di Giampaolo… è colpa di tutto quanto accaduto da quel Roma-Toro in poi… siamo un ambiente depresso. Capisco dare la colpe a Cairo, ma darle a Mazzarri proprio no. E nemmeno a Longo che ha salvato una situazione difficilissima, sapendo vincere con intelligenza le poche partite che potevamo vincere.
Non condivido. L’anno del 7° posto Mazzarri ci ha regalato un Toro di combattenti. La sua era certamente una tattica speculativa con tutti gli effetti collaterali (vedi difficoltà contro squadre chiuse). Ma la mentalità di combattere c’era. L’anno scorso la squadra ha perso via via certezze fino a diventare morta. Morta nel cervello, morta nel fisico, morta nell’anima. La salvezza è stata un miracolo. Perchè ciò è avvenuto non lo so.
Condivido chi mi ha preceduto, se buona parte dei guadagni fosse legato alle prestazioni, i blackout sarebbero rari.
Anche se lei non ha voluto toccare l’aspetto societario,l’ha ignorato volutamente, la situazione dei nostri campionati, quello passato e quello che stiamo vivendo, deriva dalle incapacità dei titolari a capo del povero Toro.
È come sperare di premere succo da una rapa…
Fossero pagati in base al risultato vedi che corrono di più anche 100 minuti e la paura di perdere va via
FVCG
Le colpe manifeste sono della società, anche per non aver dato alla squadra un team manager adeguato, uno alla Giacomo ferri. Uno che avrebbe stimolato, sferzato, spinto i giocatori a dare di più, a restare concentrati, come dice il dottor Cassardo. A cosa serve Comi?
Mah, Ferri è già stato al Toro ma come Comi una delusione totale.
Ma penso che sia proprio l’impostazione della società Toro che annichilisce tutti, stessa fine farà Moretti
Non credo, Moretti ha uno spessore maggiore, soprattutto sul piano morale, direi. Domenica ha speso qualche minuto chiedendo spiegazioni al quarto uomo per un’ingiusta ammonizione a Verdi: educatamente ma con fermezza, e con espressione molto seria, mi è piaciuto.
Ferri mi manca come giocatore perché pur scarso tecnicamente dava l’anima in campo e faceva sentire i tacchetti agli avversari
Grazie Cassardo. Lei ha detto il vero anche attraverso le cose che non ha detto. Il Torino è la somma algebrica calcolata tra Stelle luminose e oscuri Buchi neri. Ognuno guarderà e ne giudicherà l’effetto attraverso i propri “occhiali”. Ma questa è un’altra storia. Bravo.
Non sono d’accordo sulle “colpe” che Cassardo da a Mazzarri e non perchè io stimi molto Walter ma perchè lui stesso, con il suo gioco brutto quanto si vuole, era riuscito a instillare una mentalità tutt’altro che pavida, anzi! Il suo Toro migliore aveva come punti di forza proprio le caratteristiche citate da Cassardo, affrontava senza paura gli avversari e teneva botta fino all’ultimo secondo. L’equivoco, secondo me, sta nel confondere la “paura” con la pragmaticità. Come ha scritto prima l’ottimo Gianluca (ciao), Mazzarri aveva capito che con gli uomini a disposizione il modo e l’atteggiamento migliori per scendere in campo era quello di sfruttare i punti deboli degli avversari e di metterla su agonismo, corsa e fisicità. La stagione record ci ha detto che ha avuto ragione, così come aveva fatto il periodo di transizione durante il quale, nello stesso identico numero di partite e contro gli stessi avversari, ottenne più punti del Toro arrembante quanto fumoso di Sinisa, segnando più reti e subendone di meno. Cassardo sorvola sulle evidenti responsabilità societarie ma il tempo ci ha detto che proprio li risiede il vero male che affligge i calciatori. Aver lasciato alla deriva Mazzarri dopo la stagione ottima dei 63 punti senza mettergli a disposizione i 4 calciatori richiesti pubblicamente, non aver sostituito immediatamente e con qualità Petrachi, (criticabile quanto si vuole ma teneva tutti i calciatori per le palle), l’aver creato e deluso aspettative, l’aver gestito in modo maldestro il già logorato rapporto con la tifoseria (esperimenti in curva), tutto ciò ha creato le premesse per il tracollo che ci sarebbe stato e che ancora oggi viviamo. Mazzarri era l’ultima goccia di collante che stava bene o male riuscendo a tenere a galla il Toro, andato via lui è venuto giù tutto. E se oggi continuiamo a vedere le stesse identiche tare mentali non è per colpa di Mazzarri e della sua mentalità (avesse avuto calciatori diversi ci saremmo divertiti così come divertiva il suo Napoli con fior di giocatori), nè di Giampaolo che, anzi, si sta rivelando assai intelligente e pragmatico al punto di abbandonare le sue radicate convinzioni tattiche (il che la dice lunga su quanto sia stato messo in condizione di sviluppare il suo 4312 talebano). E’ l’inerzia della società a determinare questa continuità di prestazioni altalenanti nell’arco della stessa partita, quasi tutte culminanti con crolli verticali dal punto di vista psicologico. Dopo una stagione disastrosa, se si parla di rifondazione e ci si affida a un tecnico estremista, se si ha davvero voglia di voltare pagina lo si deve fare assumendo decisioni coraggiose e parlando poco. Serviva il coraggio di ripartire solo da chi lo voleva davvero, serviva il coraggio di vendere chi voleva andar via, anche a costo di rimetterci, per poi reinvestire con intelligenza (non per forza con il calciatore già affermato e costoso) serviva la coerenza di non inseguire i Torreira, gli Andersen e i Ramirez per poi accontentarsi di Rincon, riciclare Lukic (chapeau a Giampaolo ma resta un buon adattato), costringere Giampaolo a impazzire nel provare a capire chi farà meno danni tra Lyanco e N’Koulou (i due che più di tutti volevano andarsene), dare una mezz’ala tutta da scoprire a chi chiedeva un trequartista di livello, puntare tutto su una seconda punta che sta ammuffendo in panchina per non svalutare un’ala pagata 25 milioni 12 mesi prima e trattenuta perchè al mondo non esiste un presidente altrettanto folle da investire così tanto in un calciatore che da qualche anno si è perso. Alla società mancano le palle o la voglia, nè più, ne meno, di quel che manca a chi scende in campo. E attenzione: quando c’era Mazzarri i vari Vojvoda, Linetty, Gojak, Rodriguez, Bonazzoli, Murru, Lyanco, Singo, erano altrove, Berenguer e Aina sono stati ceduti, Baselli e Izzo, per motivi diversi, in questa stagione non stanno giocando, Vagnati è qui da quasi un anno ma l’andazzo è lo stesso e gli stessi Longo e Giampaolo non sono riusciti a risolvere il problema… ma la colpa è di Mazzarri, l’unico che nonostante tutto ha tirato fuori dal Toro post Ventura 118 punti in 79 partite, una media di oltre 56 punti a stagione, NONOSTANTE l’ultima disgraziata annata. Son cambiati allenatori, collaboratori, direttori sportivi, in parte calciatori, si sono svuotati gli stadi ma la musica non è cambiata… Continuare a leggere che il problema è (anche) Mazzarri mi fa cascare le braccia…
Fattele pure cascare, caro Mimmo, perché Cassardo ha ragione. Mazzarri aveva la testa per un calcio di trent’anni fa, e non solo ha inculcato una mentalità da derelitti, si è messo contro mezzo spogliatoio (te la ricordi la balla della rosa corta? e la divisione tra buoni e cattivi che hanno portato a cessioni tipo Ljajić?), ma faceva giocare la squadra di merxa. Tant’è che persino Longo, un signore, ebbe qualcosa da dire alle prime conferenze stampa. Poi, va da sé, Cairo è la maledizione di questa società, ma Mazzarri è indifendibile.
marco …… lo hai scritto tu quasi quattro anni fa
oltre che tante altre enormi mancanze societarie ….. siamo l’unica società professionistica in italia che non ha uno staff di mental coach
il pagliaccio – proprietario di questo guazzabuglio – ne è, a qsto punto, l’unico vero responsabile
c’è poco da girarci intorno
c’è poco da ragionarci
c’è poco altro da scrivere
allenatori incensati prima e messi alla gogna poi, passano veloci come l’acqua sotto i ponti
calciatori idem
il pesce puzza dalla testa ….. c’è poco da fare
coraggio fratelli granata
il peggio è ancora tutto da venire
“Ricordati che devi morire!”
Diventa difficile fare un’analisi tecnica della ns. squadra. Siamo la difesa peggiore eppure altre squadre di medio bassa classifica non è che abbiano giocatori migliori dei nostri. Però chiedere al Gallo quante botte e falli subisce a partita! Avete mai visto uno dei ns.riservare lo stesso trattamento alle punte avversarie? Purtroppo oltre al resto ci manca anche una sana cattiveria agonistica. Ah i bei tempi di Giacomo Ferri!!!
Caro Cassardo le belle parole che hai scritto non dovrebbe dirle il Gran Maestro Giampaolo ai giocatori ?A parte questo nel calcio se non hai calciatori all’altezza o dei brocchi puoi raccontare tutte le favole filosofiche che vuoi che retrocedi subito e questo capitera’quest’anno al povero Toro.
Guardando la personalità ed il carattere dei ns. figli di oggi, sono convinto sempre di più che la colpa, oltre che dei genitori ovviamente, è di questi psicologi/scienziati che hanno messo in giro (sulla rete bastarda) troppe pippe mentali per qualsiasi c….a che si proponga davanti a loro nella vita ….. Rambo e O’Animale : MI MANKATE TANTO …… FT
WM si e’ tagliato la gola da solo mettendo di fatto Ljacic alla porta….serviva uno stopper in piu…
Continuate a citare Ljiaic ma vorrei ricordare che ha avuto un’offerta irrinunciabile dalla Turchia che, ovviamente, Cairo non poteva pareggiare.
Dopodichè non ricordo campioanti esaltanti da parte del serbo: per dire Cerci ha dato molto di più al Toro.
Mazzarri ha certamente le sue colpe ma dire che la squadra è tremebonda perchè Mazzarri glielo ha inculcato, lo trovo assurdo: non è che Mazzarri sia stato il primo ed unico allenatore che uqesti bravi ragazzi hanno avuto nella loro carriera.
Semplicemente il gruppo è mediocre mentalmente e continua ad esserlo perchè è praticament elo stesso dell’anno scorso: Mazzarri c’entra se parliamo delle sconfitte dell’anno scorso non certo in quelle di quest’anno.
E comunque sarebbe da ricordare una cosa: sono i giocatori che vanno in campo non l’allenatore, ricordiamocelo sempre…
sarei concorde su tutto ma dire che è colpa di Mazzarri è ridicolo
Ora per questo scienziato la colpa è di Mazzarri. Poverino, lo scienziato. Oltre a fare 63 punti con berenguer, Rincon e compagnia, andate a leggere la carriera. E andate a leggere le carriere di Giampaolo, Longo o Mihajlovic. Le chiacchiere le porta via il vento
La verità è che puoi mettere chiunque. Il calcio è uno sport di squadra ma i protagonisti principali sono quelli che vanno in campo. Con mazzarri abbiamo vinto o pareggiato partite che manco sappiamo come abbiamo fatto. Abbiamo avuto un po di fortuna che sta mancando oggi. Ma da noi e da sempre manca una cosa su tutte : la società. Hai sentito qualcuno dei responsabili societari di questo sfacelo in questo periodo? Io no. Vengono fuorsolo quando le cose migliorano . Questo è segno di inconsistenza. Eppure continuiamo a dare la colpa a tutti tranne che a quelli che hanno maggiori responsabilità e che oltretutto continuano a sbagliare. Dico solo una cosa a titolo di esempio: da un anno e mezzo si sa che nkoulou e izzo vogliono andarsene e sono ancora qui. Bastava accontentarsi di una minore plusvalenza e si sarebbero potuti vendere entrambi. Con quei soldi si poteva prendere un signor regista. Invece no.
I disastri mazzarriani ci sono e ci sono sempre stati, anche quando i risultati gli sorridevano. Si sono palesati nell’ultima gara che avremmo dovuto vincere ad Empoli ed invece abbiamo preso 4 pere. Poi preparazione sballata, fallimento in Europa League, e stagione da dimenticare culminata con le 7 storiche pere dai Bergamaschi. Ma di cosa stiamo parlando? Cassardo ha ragione in toto, il problema è squisitamente mentale e va risolto, servono psicologi, in società dall’allenatore a Cairo è bene che se ne rendano conto al più presto e provvedano di conseguenza.
pero’ perdere a empoli non e’ cosi diverso che perdere a sassuolo quando sei avanti 3-1 perdere con lazio quando a 3′ dal 90esimo sei avanti 2-1 o perdere con l’inter quando sei avanti 2-0, il disastro EL non lo considererei tanto disastro, siamo uscito contro una squadra che poi ha fatto 7° posto in Premier, davanti ad Arsenal ed Everton, nettamente piu’ forte di noi, prendere 7 gol pesa, vero, dura da digerire, pero’ li ha presi anche l’atalanta, non mi pare sia stato tutto sto’ disastro.
Buongiorno Marco…concordo con quest’analisi nel complesso. Metterei un paio di puntini sulle “i”. Ovvero. Sinisa è stata la più grande perdita di tempo degli ultimi anni. Invece di dare seguito alla impostazione egregia di Ventura (egregia, chi dice il contrario, scusi la protervia, capirà forse di Toro,della sua idea di Toro, ma non di calcio) invece di dare seguito al modello Ventura decise di fare il “celodurista” con Mihajlovic. Che farà sempre fra i 45 e i 55 punti in Serie A con squadre come il Toro (e il Bologna). Perché non puoi fare il “celodurista” se non hai gli attributi giusti. Non basta un bel “tridente” se non ha una riserva. E non è sufficiente spendere davanti se poi non hai risorse per rinforzare dietro. Con Sirigu e NK 8che a me non è mai piaciuto) migliorò comunque poco, sintomo che il suo “celodurismo” serviva a poco e solo quando iniziò a giocare di rimessa (troppo tardi!) fece buone cose. Ormai agli sgoccioli. Sinisa è quello che a Ferrara vinceva 2-0 dopo 10′ e fece 2-2, il primo esempio di episodio clamoroso che mi viene in mente. Mazzarri diverso. Concordo. Però Mazzarri di punti ne fece 63, perché sapeva di non “potere” e si regolava di conseguenza. Con Mazzarri abbiamo tenuto un golletto di vantaggio all’Inter, all’Atalanta, l’Udinese, con la Samp siamo andati 2-0 e al 2-1 non siamo crollati…etc…63 punti. Lo scorso anno all’andata facendo schifo dal punto di vista del gioco abbiamo tenuto l’1-0 in casa contro il Bologna, ad esempio. Era gennaio 2020, non cent’anni fa. La sostanza – e chiudo – è che siamo una squadra che sa giocare un certo calcio di rimessa che richiede grandi energie mentali. Non riusciamo a stare sul pezzo abbastanza. Di fondo siamo insicuri e quando andiamo sul 2-0 o sul 3-1 o sul 3-2 (con la Lazio era 3-2) … non abbiamo un gioco che ci possa consentire di respirare. Gli altri ci assaltano e quando ti assaltano può andare male. Però fra il 2-2 e il 3-2 passano 15′ senza grossi rischi. E il rigore è molto più discutibile di come lo abbiano fatto passare i media. Siamo anche un po’ sfigati…SFERA o non SFERA.
Mah .. con mazzarri abbiamo preso il peggio cappotto della storia e se vuoi dirla tutta l’anno dei 63 punti ci è girata molto bene in certe partite . Secondo me se non hai l ente di livello in tutti i luoghi cardine ti può andare bene una stagione mapoi la paghi. Ventura io lo vedrei bene come ds o supporto all area tecnica. E vero che ha fatto di necessità virtù ma Faceva il calcio più noioso del mondo. In ogni caso non basta avere l allenatore, ci vanno gli uomini e quelli li devono assumere chi ha i cordoni della borsa. Finché pigliano i verdi e gli scarti della samp….
Qual è il problema di perdere 0-7… il “celodurismo”? Puoi perdere una partita 0-7, ovvio che brucia, ma non mi sembra una colpa enorme. Tre giorni dopo siamo andati a un passo da sbattere il Milan di Ibra fuori dalla Coppa Italia. Io avrei perso anche 0-8 per passare quel maledetto turno di Coppa. E a Lecce saremmo arrivati rinfrancati. L’Atalanta ne ha presi 7 a San Siro un paio di anni fa…5 dal Liverpool. Non colgo la noiosità del calcio di Ventura…forse in casa… in trasferta era spesso una goduria (Udine, Verona, San Siro, Bilbao, Copenhagen, etc…) e io purtroppo il Toro riesco a vederlo di più in trasferta. Il problema forse fu quello.
Eh già…vincere col milan e poi beccare 4 griglie dalle merde. Ti sei accorto che da allora continuiamo a fare figure di merda? Non è che abbiamo invertito troppo la rotta dal sette a zero contro l Atalanta! Becchiamo 2,5 gol a partita in media , ti sembra che ci stiamo risollevando? Con ventura facevano 356 tocchi di palla al portiere ognuno partita. E in parte abbiamo fatto la stessa cosa con mazzarri. Ricordi che già con ventura aspettavamo l avversario e comunque un sedicesimo ,un settimo , un nono un dodicesimo posto finale …sai che goduria…
ma x favore,ma lascia perdere l’atalanta,ma che discorso è? potessi giocare io col liverpool,non solo ad agosto,santoDio.
e si l’atalanta a s.siro,certo,ma si è ripresa subito,non era,come qui il peggioramento di un incubo,ebbe una giornata storta.
tutti i giocatori piu frti dopo i 63 punti dissero che erano andati oltre i limiti.
han perso pure in casa con la spal.
poi far passare ventura x un stefan kovacs,guarda la sua carriera,un buon didatta e stop. a lecce saremmo arrivati rinfrancati è esilarante.
Scusa me ne ho piene le palle di se e di ma,qui si sta affondando,questa è pure la societa con meno impiegati,e che impiegati,di tutta la categoria,
Tutti maestri di tattica e qui c’è rincon play,basta abbaiare alla luna
Ci è girata bene conta poco. Domenica è girata male? Contano i punti in classifica 63 (+27 occhio…)
Io non sono un un’estimatore di Giampaolo, dico che gli allenatori contano meno di quanto sostenete in molti. Se verdi avesse messo dentro un paio di palloni che era più difficile sbagliare che realizzare forse avremmo 4 punti in più . Vuoi per incapacità o per sfiga ma è così.
L anno con mazzarri girava tutto bene . In ogni caso chi ha scelto verdi?
Indiscutibilmente Mazzarri. In pochi tengono conto che ha fatto anche il da occulto.
PS volevo darti un + ma è “scivolato” un –
Ds occulto
Buona analisi che pero’ parte da una certezza, si parla di una squadra che “vuole” fare risultato e che per svariati motivi non riesce.
Io la vedo piu’ semplice, a questi qua non frega niente del risultato, della maglia, dei tifosi, sono professionisti che svolgono il compitino assegnatogli, fino a che ritmo di gara, agonismo, tensione del match rimangono su binari normali va tutto ok, quando l’avversario cambia passo, abbaia piu’ forte come dice lei, allora chiaramente svolgere il compitino non basta piu’ e prendiamo gol a ripetizione, citando ancora le sue parole “Bisogna andare a cercare la massima fatica, devono esistere soltanto il corpo e il desiderio di andare oltre i propri limiti.”, perfetto, non fa’ una piega, alleno nei dilettanti, e di frasi cosi’ sopratuttma all’intervallo, forse ne abuso, pero’ ci vuole la volonta’ di farlo, ci vuole una squadra che tutti uniti, voglia fare risultato, voglia dimostrare di esserci, di crederci, e a me pare che, tolto il Gallo e forse un altro paio, in questo torello non freghi un xaxxo a nessuno, si fa il compitino, c’e’ un contratto da rispettare, c’e’ da fare qualche giocata per comunque non svalutarsi a livello personale, poi quel che viene viene. E qui entra in gioco quello che Lei ha elegantemente bypassato per non fare polemica, cioe’ entra in gioco la mancanza di una societa’ che chieda ai propri giocatori di andare oltre, che sappia trasmettere i valori del lottare dell’emergere, che sappia comunicare a chi indossa questa maglia quello che e’ il Toro, il Toro vero, che sappia scegliere giocatori affini a questo pensiero, che sappia costruire una rosa che si riconosca nel Toro, che dia motivazione per vincere che non possono essere solo i soldi, che faccia sentire sempre e comunque la sua presenza. Non c’e’ niente di tutto questo al momento nel Toro, difficile chiedere ai propri soldati di combattere per qualcosa che non capiscono , impossibile vederli “morire” per qualcosa che non conoscono.
Consideriamo che il campionato precedente per il Toro è finito il 2 agosto, e questo è iniziato il 19 settembre: fa poco più di un mese e mezzo, la metà della pausa normale. Io penso che sia passato troppo poco tempo, i giocatori sono in gran parte gli stessi (e alcuni di quelli che deludono ora avevano già deluso, e molto, nella seconda parte del girone di ritorno) anche a causa di un mercato difficile, che ha impedito soprattutto di cedere gli scontenti. Quindi è vero quel che dice (anche) Cassardo: c’è tanto lavoro da fare sulla psiche di quasi tutti, escludendo magari Belotti e Singo, per motivi diversi. E a Giampaolo non si possono addebitare troppe colpe, per una simile situazione.
p.s.: ok su Mazzarri, concordo, chiamarlo fu un grave errore; meno invece su chi lo ha preceduto, quando il Toro giocò bene, arrembante, per pochi mesi, poi si sgonfiò, proprio come il suo trainer di allora.
Analisi lucidissima che spiega scientificamente il momento e le ragioni dello stato attuale del Toro. Mi domando però come mai, conosciuta la malattia, che di malattia si tratta anche se di origine psico-somatica come indicato dall’autore, non si possa correre rapidamente ai ripari. Non so se Gianpaolo sia in grado di promuovere tale terapia, forse no ha nemmeno le basi professionali per farlo, ma la stretta collaborazione con un terapista potrebbe aiutare decisamente a migliorare lo stato emozionale degli atleti. Altre società collaborano con psicologi e motivatori. E’ urgente promuovere anche presso di noi tal procedura.
Io sarei più pragmatico (anche perché un lavoro di psicoterapia andava programmato e avviato molto prima), e faccio l’esempio di Ibrahimovic che il Milan prese a gennaio di quest’anno. Devo ammetterlo, mi sembrava una scempiaggine, una mossa da disperati senza idee, e invece è andata come è andata, gli ha cambiato tutto, in meglio. A noi uno così manca come il pane, e potrebbe, arrivando, dare una svolta. Penso, ad esempio, a uno come Najnggolan (che pure non ho mai troppo amato), al posto di Rincon. Giocatore molto esperto, fortissimo fisicamente, con un grande carisma, che per togliergli la palla dai piedi devi prenderlo a coltellate. Al posto del venezuelano, lui Vidal lo rovesciava, altroché farsi portar via la palla come un bambino. Altri nomi non mi vengono in mente, ma questo c’è, è disponibile, all’Inter non gioca mai, mentre qui verrebbe accolto con il tappeto rosso, e maglia da titolare sicura.
Eh già ma da noi in molti hanno paura di avere gente che spacca lo spogliatoio o che prenda più soldi di belotti. Dunque quelli forti non li prendiamo perché costano , quelli che se ne vogliono andare non li vendiamo perché ci guadagnano troppo poco, Quelli forti ma a fine carriera non li prendiamo perché prendono tanto di stipendio e magari sono un po’ spaccaspogliatoio, i giovani forti davvero non li prendiamo perché non abbiamo gli osservatori e quando li abbiamo gia in squadra tipo Singo ce ne accorgiamo tardi, Ma dove cazzo vogliamo andare??
Appunto Luiz, altri nomi non te ne vengono perchè di ZLATAN uno ce nè e stop ….. prendere psicologi per “i bambini” se voi pensate che ne valga la pena, come vi pare : io ho molti dubbi su questa questione di vita a meno di cose grossissime e pesantissime che possono sempre capitare …… FT
Hai ragione ed io l’ho già scritto in altre occasioni. Al momento vedo praticabile solo la via Naingolan, farcela sfuggire sarebbe un altro smacco visto che la trattativa dovrebbe (uso il condizionale) essere avviata ed il giocatore sarebbe disponibile a venire a Torino. La funzione di salvatore della patria dovrebbe inoltre stimolarlo ancora di più in una Società e con alcuni compagni di valore, ora inspiegabilmente negletti.
Mi ero anche dimenticato di dire che, se è vero che l’Inter è ancora interessata a Izzo, sarebbe un’occasione fantastica, proponendo uno scambio alla pari (lo so che fa un po’ ridere, ma il mercato a volte ha di queste storture), dopodiché accordarsi sull’ingaggio, allungando magari il contratto (credo che ora gli scada nel 2022).
Nagari