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LA SCOSSA GRANATA

L’ultimo trofeo. Ricordi di un granata a Roma

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Torna un nuovo appuntamento con "La scossa granata", la rubrica di Michelangelo Suigo

Stadio Olimpico di Roma, 19 giugno 1993. I miei figli (orgogliosamente granata) non sono ancora nati. Io, trasferito a Roma dal settembre '84 (il campionato del secondo posto dietro al Verona), sono ovviamente allo stadio, nel settore ospiti gremito di fratelli granata. L'Olimpico è pieno, 64.000 spettatori, e il Toro di Mondonico ha vinto l'andata con un rotondo e meritato 3-0 (autogol di Benedetti su tiro di Silenzi, Cois e Fortunato i marcatori). Siamo tutti carichi e speranzosi di vincere un trofeo dopo ben 22 anni. Ma si capisce subito che la strada è maledettamente in salita, complice l'arbitro Sguizzato, che la sorte vuole essere di Verona, e una Roma arrembante. Il Toro è in formazione quasi titolare: Marchegiani, Bruno, Mussi, Fortunato, Cois, Fusi, Sordo, Venturin, Aguilera, Scifo e Silenzi. Solo Casagrande parte dalla panchina: la sorpresa, come all'andata, è "pennellone" Silenzi, autore di soli 3 gol in campionato, che risulterà decisivo con la doppietta finale. La Roma parte forte e impegna Marchegiani più volte, ma in realtà senza fare troppa paura. Al 22', però, Sguizzato inizia il suo show, assegnando un rigore per una inesistente trattenuta di Cois su Carnevale. Giannini dal dischetto spiazza il portiere granata e la Roma spera. Ma allo scadere del primo tempo il Toro si accende e, dopo una bella triangolazione Scifo-Sordo-Scifo, la palla arriva a Silenzi che controlla di destro e scaglia un tiro perfetto ad incrociare che si insacca dopo aver toccato il palo interno. Passano appena due minuti nella ripresa e Rizzitelli stacca in area da solo e riporta in vantaggio i giallorossi. Altri due minuti e secondo rigore per i padroni di casa: Hassler in area effettua un dribbling a rientrare su Mussi che tocca prima la palla e poi il piede. Giannini porta sul 3-1 la Roma. Ma al 53' è di nuovo Silenzi a segnare per il Toro, con un grande stacco di testa su assist perfetto di Cois, sempre di testa. Questa volta il gol del Toro è sotto lo spicchio di tifosi granata (oltre 3.000), nei distinti nord tra la tribuna Monte Mario e la curva laziale. 3-2 e noi, in delirio, a quel punto sentiamo nostra la Coppa. Ma ecco, di nuovo dopo due minuti, il terzo rigore assegnato ai romanisti. Cois e Carnevale si allacciano e il centravanti giallorosso cade in area. Giannini, ancora lui, questa volta cambia angolo e porta la Roma sul 4-2 a 35' dalla fine. Dopo dieci minuti passano ancora i giallorossi con una gran punizione di sinistro di Sinisa Mihajlovic, complice anche la barriera che si apre tra Cois e Mussi. Sul 5-2, a 25'dal termine, iniziamo a preoccuparci seriamente ma Marchegiani prima e il palo poi ci salvano e, una volta tanto accade il miracolo. La quinta Coppa Italia si tinge di Granata! Non ricordo più a che ora sono uscito dallo stadio, tanta era la gioia e la voglia di festeggiare. Per me, farlo con i nostri campioni a Roma non aveva prezzo, e non sarei più voluto uscire di lì. Poi, come tutte le cose meravigliose, spesso si vive di ricordi, e questo, purtroppo è il caso del nostro Toro. Ieri erano trent'anni - sì 30 - da quello splendido 19 giugno 1993. L'ultimo trofeo vinto dal Toro. Avevo 23 anni, ora 53. E non posso accettare di accontentarmi dello stupendo ricordo del super Torino del Mondo che alzava al cielo l'ultimo trofeo della sua storia. L'ultima gioia per il popolo granata, che merita molto, molto di più.

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