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EDITORIALE

A bocca aperta

REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - SEPTEMBER 17: Marko Pjaca (L) of Torino FC celebrates with his team-mates Cristian Ansaldi (R) and Koffi Djidji (C) after scoring the first goal for his team during the Serie A match between US Sassuolo and Torino FC at Mapei Stadium - Citta' del Tricolore on September 17, 2021 in Reggio nell'Emilia, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Poche volte negli ultimi anni si era visto un Torino così spumeggiante: ci sono i presupposti affinché la notte di Reggio Emilia non sia un fuoco fatuo

Gianluca Sartori

Dopo il poker alla non eccelsa Salernitana servivano conferme a Reggio Emilia e sono arrivate. Eccome. Il Torino ha dominato in lungo e in largo a casa del Sassuolo, una delle squadre più quotate per qualità dei singoli (tre attaccanti della Nazionale campione d’Europa) ed efficacia del gioco (tra le squadre con più tiri in porta fatti nelle prime tre giornate), ottenendo una vittoria di misura che è un risultato troppo stretto per la differenza che si è vista in campo. La squadra vista al Mapei Stadium ha lasciato a tratti a bocca aperta per il mix di aggressività e qualità che è stato proposto. Poche volte negli ultimi anni si era visto un Torino così spumeggiante: ricordiamo un bel primo tempo (chiuso senza reti) contro la Roma nella gestione di Nicola. Riavvolgendo il nastro, viene in mente una straripante vittoria in casa della Sampdoria di Giampaolo con Mazzarri e prima ancora un bel successo in casa contro la Roma dell’ultimo Totti ai primi tempi di Mihajlovic in panchina.

REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - SEPTEMBER 17: Josip Brekalo (R) of Torino FC is challenged by Davide Frattesi (L) of US Sassuolo during the Serie A match between US Sassuolo and Torino FC at Mapei Stadium - Citta' del Tricolore on September 17, 2021 in Reggio nell'Emilia, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Ciò che però affascina di questo Torino è che ci sono i presupposti affinché la notte di Reggio Emilia non sia un fuoco fatuo a differenza di quasi tutte le occasioni sopra menzionate. Merito della società che ha allestito una rosa di tutto rispetto, al termine di un mercato che, forse forse, ha portato in dote qualcosina in più del cosiddetto “minimo sindacale” se i subentranti hanno segnato quattro gol e se uno come Mandragora parte dalla panchina. Merito di un tecnico, Juric, che al netto delle asperità caratteriali sta dimostrando di essere quel che ci voleva. Il resto lo hanno fatto l’iniezione di fiducia regalata dal poker alla Salernitana e la ventata di freschezza e qualità portata dagli ultimi innesti: Brekalo, Praet, Pjaca, Pobega. Giocatori attorno ai quali non può che addensarsi tanta curiosità da parte di tifosi e addetti ai lavori verso il proseguimento del campionato.

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