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DNA granata

TURIN, ITALY - JULY 08:  Simone Zaza (C) of Torino FC celebrates a goal with team mates during the Serie A match between Torino FC and  Brescia Calcio at Stadio Olimpico di Torino on July 8, 2020 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Editoriale / La rimonta contro il Brescia testimonia che Longo ha saputo restituire un’anima a questo Torino

Gianluca Sartori

"La sofferenza (sportiva, si intende) evidentemente è nel DNA granata. Perché la vittoria contro il Brescia, limpida e meritata, il Torino l’avrebbe potuta conquistare con molti meno patemi. La squadra granata aveva iniziato bene la partita, ma è passata in svantaggio a causa di un gollonzo e a quel punto il mondo sembrava cascare. È stato naturale a quel punto pensare che questa fosse la tipica annata disgraziata in cui è scritto che le cose debbano andare male. Un pensiero rafforzato dal modo in cui la squadra aveva subito il contraccolpo psicologico di quel gol.

"Ma nella ripresa il Torino ha saputo reagire mettendo sul piatto della bilancia la sua maggior qualità rispetto a quella del Brescia. Non era scontato e non era facile, in quel momento. Si è avuta la conferma del fatto che nel post-Covid c’è stata un’inversione di tendenza generata dal lavoro positivo di Moreno Longo. Il Torino, con tutti i suoi limiti, è vivo e compatto agonisticamente e caratterialmente. Lo si era capito in occasione della prestazione positiva col Parma e poi con la vittoria strappata con i denti contro l’Udinese. Nonostante i risultati maturati, l’elettroencefalogramma del Torino non era piatto nemmeno contro Cagliari (la rimonta era possibile), Lazio (fino al 70’ risultato in parità contro una squadra molto più forte) e Juventus (discreta reazione dopo il 2-0 di Cuadrado certificata dal numero di tiri in porta, fino al tris di Ronaldo su punizione).

"Il Torino dunque è tornato squadra, con tanti difetti, ma pur sempre una squadra viva e vegeta. Qualcosa di diverso da quel che si era visto a gennaio e febbraio. Di questo va dato merito a Longo e, sottovoce, va anche detto che nel secondo tempo contro il Brescia si sono visti scampoli di buon calcio. È arrivata dunque una vittoria che è una pietra miliare verso la salvezza. Un percorso che non è certo finito qui visto che mancano ancora sei punti al raggiungimento di quota 40. Tuttavia, da oggi il Torino può guardare al futuro con un po’ di fiducia in più.