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La presa sui giocatori

Editoriale / Preoccupante è il fatto che si parla di difetti atavici al quale il gruppo granata non ha ancora trovato una soluzione

Gianluca Sartori

"Nessun "nuovo inizio", ma sempre lo stesso problema: il Torino anche a Udine si è confermato squadra piccola contro le piccole. E' stata una partita sconcertante da parte granata: a chi ambisce a traguardi europei è richiesto di andare su tutti i campi non all'arma bianca, ma per provare a imporre il proprio gioco. Come il Torino ha fatto spesso nella scorsa stagione. A Udine invece la squadra granata è apparsa molle e compassata soprattutto nel primo tempo. Qualcosina di più si è visto nella ripresa, ma è stato comunque insufficiente; l'Udinese ha messo più cattiveria, più attenzione, più lucidità nelle interpretazioni e per questo ha meritato di vincere, sebbene non abbia di certo sotterrato i granata di occasioni da gol. Da parte granata, poco o niente. C'era un rigore su Laxalt, ma questo non cancella i soliti limiti del Torino.

"Con una riflessione di più ampio respiro si nota che quattro delle ultime cinque trasferte sono terminate con una sconfitta, sempre sul campo di una squadra con una classifica inferiore. Segnale evidente del fatto che il Torino sta facendo fatica a reggere soprattutto sul piano dei nervi contro chi, sul proprio campo, va in cerca di punti per sopravvivere azzannando i polpacci degli avversari. Non lo inventiamo noi, lo ha ammesso anche un elemento di esperienza come Rincon: "Dobbiamo trovare equilibrio - ha detto il venezuelano in zona mista - contro le grandi squadre che fanno paura l'asticella dell'attenzione è alta , contro le cosiddette piccole invece facciamo più fatica". Peraltro non è stato il primo, anche Baselli dopo la sconfitta di Genova contro la Sampdoria aveva ammesso che "in alcuni momenti ci siamo sentiti troppo bravi".

Preoccupante è il fatto che si parla di un difetto atavico al quale il gruppo granata non ha ancora trovato una soluzione. Lo stesso Mazzarri lo ripete tante volte: serve rispettare tutti gli avversari. Ci chiediamo allora perchè miglioramenti da questo punto di vista non se ne sono visti. Il presupposto è la cattiveria agonistica, se manca questa è inutile mettersi a parlare di tecnica e tattica. E l'Udinese arrivava sempre prima sulle seconde palle. A questo punto l'auspicio è che Mazzarri, un tecnico che in carriera si è dimostrato bravo ed esperto, riesca (e in fretta) a trovare le soluzioni idonee dimostrando di avere ancora la giusta presa sui giocatori dal punto di vista mentale. Per noi che siamo esterni è invece naturale interrogarsi su quali possono essere le ambizioni di una squadra che va ko contro Lecce, Sampdoria, Parma e Udinese.