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L'EDITORIALE

Le basi di una squadra forte

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Le riflessioni a freddo dopo gli scontri contro Lazio, Roma Fiorentina e Napoli
Gianluca Sartori Direttore 

Per il Torino si è concluso un mini campionato di quattro scontri con squadre che lottano per posizioni europee. I soli due punti conquistati fanno pensare che la corsa per il settimo posto sia ormai pressoché conclusa salvo miracoli, e che quella per l’ottavo posto (utile se il Ranking Uefa assegnasse all’Italia uno slot in più per l’Europa) resti comunque in salita. Altrettanto ragionevolmente si può dire che nel complesso la squadra, per quanto ha espresso in campo, meritasse più di quello che ha raccolto.

Contro Lazio, Roma, Fiorentina e Napoli la banda Juric ha messo in mostra un’ottima fase difensiva, un carattere forte nel reagire alle situazioni complicate e nella capacità di esprimere rabbia agonistica (caratteristica che va rimarcata a dovere se parliamo di Toro) e idee di gioco che però sono state concretizzate troppo poco. Sicuramente è questo il rebus, il bottino di gol resta troppo esiguo per puntare in alto davvero, a volte manca l’ultimo passaggio, altre volte la finalizzazione. Non manca però tanto. Siamo all’ultimo miglio nella costruzione di una squadra competitiva, le basi di certo ci sono.

Dopo la gara di Udine ci sarà la sosta di campionato. Alla necessità di concentrarsi sul presente si affianca quella, sempre più impellente, di riflettere sul futuro. Il triennio di Juric è giunto agli sgoccioli e i risultati fin qui non sono esaltanti ma nemmeno disprezzabili. Manca un pezzo per fare il salto di qualità. La società riuscirà ad avere le risorse che servono, gestendo anche l’inevitabile fattore del mercato in uscita? E Juric è l’allenatore che può dare quel quid in più? Le riflessioni che club e tecnico devono fare non sono scontate e banali. I presupposti perché il matrimonio possa continuare, dal punto di vista tecnico, sembrano esserci, e in ogni caso sarebbe un peccato non sfruttare il lavoro fatto negli ultimi tre anni. Ma il calcio è materia complicata e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. L’importante è che si prenda una direzione precisa, con unità di intenti e decisione.

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