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Nel Toro del derby si può sperare

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Ci possono essere dei lati positivi dopo una sconfitta in un derby? Sì, anche se è sempre dura da digerire

Gianluca Sartori

Ci possono essere dei lati positivi dopo una sconfitta in un derby? Sì, anche se è sempre dura da digerire; nel derby conta solo vincere e vincere è una cosa che ai granata non riesce da troppo tempo. Non è una novità che le sconfitte arrivino con gol presi negli ultimi venti minuti e su palla inattiva. Pure nel derby il Toro ha manifestato i consueti limiti di tenuta mentale perché non riesce a giocare novanta minuti sempre sullo stesso livello; gli errori della società certo non mancano (l’esempio è Radonjic: imperdonabile dopo ieri sera, ma è stato obbligatoriamente riscattato) e anche i limiti di Juric, dall’eccessiva rigidità tattica a una certa difficoltà nel leggere le partite, ci sono e sono già stati analizzati. Chi è esasperato dalla ripetizione di un copione già visto ne ha facoltà; il lettore che preferisce macerare nel brodo della rabbia può evitare di andare oltre.

Guardando le cose con un certo distacco, infatti, non si può non notare che ci può stare perdere con una Juventus in forma che può inserire nel secondo tempo Pogba e Chiesa. Molto più grave era stata la sconfitta nel derby di andata, in cui un Toro tremebondo sbagliò completamente atteggiamento permettendo a una Juventus in crisi nera di risorgere. E molto più imputabili sono le mancate vittorie contro Verona, Spezia, Cremonese e Salernitana. All’Allianz Stadium la squadra di Juric se l’è giocata con personalità e a viso aperto, producendo un calcio piacevole e produttivo, segnando due gol e sfiorandone altri due. Nel Toro visto ieri sera si può sperare in ottica futura.

Ilic e Ricci possono formare una coppia di centrocampo di livello altissimo, Schuurs è un perno difensivo formidabile, ci sono diversi giocatori affidabili e se è al completo la rosa può fornire delle solide basi. A differenza di un anno fa ci sono le condizioni per provare a costruire qualcosa: se si potesse confermare la rosa attuale, basterebbero due o tre innesti di livello in estate. Consolidando il contesto attorno (strutture in primis), non è impossibile puntare con decisione all’Europa nel 2023-2024, nel terzo anno di contratto di Juric, senza rinunciare al contempo all’annata attuale, in cui la classifica potrebbe essere riscritta pesantemente dai tribunali. Purchè in ogni partita l’atteggiamento sia quello visto nella tana della Juventus.

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