Davvero un suicidio tattico quello messo in atto dal Toro contro la Lazio. Davvero incredibile come i granata abbiamo lasciato sempre campo aperto agli avversari. Troppi gli spazi concessi, vere praterie, per le scorribande di Immobile e compagni. Nel primo gol subito si lascia molto campo a Acerbi libero di calciare da trenta metri senza nessun granata che vada a contrastarlo. Sul secondo gol subito, da una palla persa di Zaza, Luis Alberto lancia tranquillo Immobile che si invola libero e segna con una sassata che lascia di stucco Sirigu. Retroguardia granata inesistente. Il terzo gol arriva da altra ripartenza veloce con difesa piazzata male e Caicedo che entrato in area viene atterrato fallosamente da Nkoulou: rigore e espulsione del difensore granata.
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Toro, che suicidio contro la Lazio
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Ma al di là dei gol la Lazio ha sempre messo in difficoltà con velocità e passaggi di prima il Torino che è sempre stato in stato confusionale. I giocatori non hanno mai fatto grande movimento. La differenza? Quando nei primi 17 minuti il Toro ha cercato di attaccare lo ha fatto con tre giocatori sempre preda dei difensori laziali; quando attaccava la Lazio lo ha fatto sempre con cinque uomini almeno creando più possibilità per andare in gol. Sirigu con almeno tre parate da grande portiere ha fatto sì che il passivo non diventasse catastrofico, visto che già con quattro gol è disastroso. L'autorete di Belotti su calcio d' angolo ha messo fine ad un disastro annunciato.
Il Toro ha fatto davvero poco e nulla, costruendo zero a centrocampo e il tiro di Meité deviato da Acerbi che ha messo in difficoltà il portiere biancoazzurro e successivo tiro di Belotti sulla traversa è stato un piccolissimo fuoco di paglia.
I granata non sono mai stati davvero reattivi dopo il primo gol e le mancanze viste anche in altre sconfitte sono state ancor più accentuate dalla forza della Lazio. Malissimo la fase di palleggio dei centrocampisti granata che hanno sempre perso i contrasti contro i diretti avversari. Sulla fascia destra Lulic ha travolto in ogni accelerazione De Silvestri, lasciandolo sempre sul posto. Meité e Baselli non sono mai riusciti a verticalizzare un pallone e il giovane Lukic ha fatto quello che ha potuto in una posizione quasi da mezza punta. Una squadra quella granata sempre troppo lunga che ha regalato vere corsie preferenziali agli avversari. L'azione travolgente della Lazio ha fatto il resto.
Questa prestazione sancisce la crisi del Toro, una vera crisi tecnica, tattica e psicologa, a soli tre giorni dalla stracittadina. Alla prima difficoltà questo Toro è crollato inesorabilmente e all'orizzonte non si intravede nulla di positivo, anzi si vede una squadra avvolta dalla paura in ogni giocata che fa.
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