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Un esperimento sociale tenuto nascosto

foto d'archivio della curva Primavera

Editoriale / Da sottoscrivere l’opera di allontanamento dagli stadi dei violenti ma chi compra un biglietto deve sapere se corre dei rischi

Gianluca Sartori

Se ci sono degli scontri all’interno degli stadi, i violenti devono essere allontanati. Senza se e senza ma. L’operazione della Polizia andata in scena ieri, contro i tifosi di Torino, Inter e Napoli che hanno posto in essere condotte antigiuridiche, rappresenta le inevitabili conseguenze per chi decide di fare a botte dentro uno stadio per il solo fatto di tifare una squadra diversa spaventando, nella migliore delle ipotesi, chi non condivide questi “ideali”.

Ma se l’obiettivo è evitare che famiglie e bambini si ritrovino a vivere da vicino scontri tra esagitati, non convincono appieno le parole del questore De Matteis, il quale ieri ha parlato di “esperimento sociale” riguardo la curva Primavera, che dovrebbe essere nelle intenzioni un luogo di convivenza pacifica tra tifosi di squadre diverse. Laddove si verificano scontri, è evidente che c’è stata un’attività di prevenzione non andata a buon fine. È un insuccesso per la Questura che rischia di perdere la fiducia dei cittadini e per il Torino che a causa di questa brutta vicenda (la quale ha avuto risalto nazionale) subisce suo malgrado un danno di immagine non indifferente, perché potrebbe diventare un deterrente per chi avesse intenzione in futuro di acquistare biglietti in curva Primavera.

A vedere la vicenda dall’esterno, le scelte più comprensibili per chi cura la pubblica sicurezza e per chi ha il potere/dovere di incidere nelle strategie di vendita dei biglietti sarebbero state due: 1) pubblicizzare adeguatamente l’intenzione di provare un esperimento sociologico se di questo si trattava, in modo da rendere edotti chi avesse l’intenzione di comprare un biglietto in curva Primavera dei rischi che correva; 2) vietare alla radice la vendita libera dei biglietti anche per Torino-Napoli e Torino-Inter, apponendo la condizione della Tessera del Tifoso o del luogo di nascita, come fatto in occasione di Torino-Juventus o Torino-Fiorentina. Così non è stato ed è inevitabile che rimangano dei dubbi. L’unica speranza è che ora questa brutta pagina possa essere chiusa per sempre in modo da tornare a parlare di calcio.