Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

lettera alla redazione

Lettera di un tifoso granata: il saluto a Marco “Marchino” Mattii

Lettera di un tifoso granata: il saluto a Marco “Marchino” Mattii - immagine 1
Riccardo Pedraneschi saluta un grande amico granata di Siena scomparso all'improvviso
Redazione Toro News

La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. L'indirizzo di riferimento a cui mandare le vostre lettere è lo stesso: redazione@toronews.net 

Gli articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito. Oggi è il turno di una commovente lettera di Riccardo Pedraneschi che saluta un caro amico tifoso granata, Marco Mattii, venuto a mancare negli scorsi giorni. Tratteggia un ricordo che, seppur colmo di tristezza, spiega quanto la fede calcistica possa rinsaldare un'amicizia.

Ciao Marco, amico mio! Ma che scherzo ci hai fatto! Andartene così all’improvviso, senza dirci nulla. Sorridi? Confessi, che era arrivato il tempo di tempo di vedere finalmente dal vivo giocare il Grande Torino? Ah birbante, sei già sugli spalti del “Fila”? Sei entusiasta poiché Mazzola è proprio un fenomeno, mentre Gabetto e Ossola con la loro brillantina sono eccezionali. Ma toglimi una curiosità: Bacigalupo è il guascone di sempre? Pure lì è attorniato da più donne? Confermi di sì. Ne hai contate almeno quattro in piedi dietro alla sua porta. Voglio vedere insieme a Te. Cosa ti colpisce? Guarda l’unico che se la passa davvero male è Ballarin poiché con la maglia bianca, oltre che Ferrini, Rosato e addirittura un giovane Bearzot, volteggia sulla fascia Gigi Meroni, la Farfalla granata. Sì, Lui! Marco, ti ricordi come ci siamo conosciuti? Come no, proprio per una cartolina di Meroni, disegnata dal grande Golè. A proposito, c’è Corrado di fianco a me, si scusa per non averti nemmeno lui salutato, e ti avvisa che ha pronto il ritratto di Buongiorno; te lo farà avere e poi tu lo dovrai consegnare ad Alessandro. Certo, sarà fatto. Ma tornando alla cartolina. Ti ricordi che inizio trafelato che abbiamo avuto? Tu che mi scrivevi spazientito e, diciamocelo pure un po’ minaccioso, e io che te ne mandavo una seconda. E poi arrivarono entrambe e così iniziò la nostra bella amicizia.

Confermo, ricordo che era una fredda domenica di fine novembre del 2008 quando ci siamo visti la prima volta. Mi sei venuto a prendere in auto alla stazione e mi hai accompagnato allo stadio. C’era Siena-Torino, ma Tu non sei entrato. Non volevi sentire i cori contro Siena e Torino, che erano o, meglio sono, le due grandi passioni della tua vita. Quel giorno da principio pensai che fossi ben strano, poi riflettendoci meglio compresi la profonda sensibilità che hai sempre avuto nel cuore. Così come quel grande affetto nei miei confronti. Quando ci si rivedeva, ti mettevi un po' storto, poi mi guardavi con quei tuoi occhi grandi e dolci, mi sorridevi e mi stringevi in un abbraccio forte forte, seguito dalle parole che mi sono sempre state così care: “Bentornato fratellino”. Come tutte le cose belle questo non accadeva tutti i giorni, sia inizialmente per la lontananza, sia per il tuo carattere che negli anni è diventato sempre più burbero e solitario. Ma poco importava, sapevo che eri così e che ci volevamo bene. Ricordo quando mi chiamavi il “fachiro” poiché tra Torino, Siena e gli impegni di lavoro non dormivo mai nel mio letto. Una cosa per Te inimmaginabile, poiché già a Monteriggioni ti sentivi lontano da casa. E poi quando mi correggevi sempre poiché non sapevo pronunciare bene la parola “Palio”. E ancora il sostegno entusiasta che mi hai donato quando ho cominciato a scrivere di De Pedris. Ti mandavo il manoscritto che divoravi nottetempo, per avere il tuo parere e correggere in senese le imprecisioni che potevo fare, tipo l’alfiere anziché sbandieratore (un errore da matita rossa) o il caffeino al posto del caffè… Eri pure orgoglioso del personaggio di Mario Magni che, seppur accentuato, aveva preso spunto da Te. Indimenticabile è stato il Capodanno di dieci anni fa, quando, in un momento per me tribolato, venni ospite a casa tua.

E ancora sorrido a ripensare a un paio di anni dopo quando in una serata analoga ti sei divertito come un matto grazie a quella maliarda cameriera rumena che ci ha provato tutta sera con me… Come detto prima, avevi due grandi passioni, oltre al gioco degli scacchi, il Toro e la tua contrada: la Tartuca. Ti voglio pertanto ricordare in due momenti felici: il primo a Chiavari il 16 giugno del 2015 quando assieme vedemmo vincere lo Scudetto Primavera alla Squadra Granata di Longo e la sera del 16 agosto del 2010 quando “Trecciolino” su Istriceddu portò il Palio a Castelvecchio. Se potessi riavvolgere il nastro tornerei proprio a quella sera dove ti ho incontrato felice, all’imbocco di via Tommaso Pendola, assieme al tuo caro babbo Mauro (ovviamente salutamelo tanto e abbraccialo forte come sai fare Tu) e all’allora piccolo Guglielmo.

Mi ricordo che fosti Tu a farmi capire l’importanza del momento, poiché da uomo sensibile e malinconico quale eri, guardavi con immenso affetto tanto Mauro quanto Guglielmo: il primo poiché vedevi nei suoi occhi lucidi il timore che potesse essere il suo ultimo Giubilo (poi ci fu ancora il 2018) e nella felicità del piccolo l’incredulità spensierata della sua prima volta. Ci sono state puri momenti per Te tanto difficili, la lunga malattia di mamma, il calvario di Umberto, la scomparsa di tuo babbo Mauro, un Uomo che ho apprezzato tanto. Eravate così diversi, ma come si dice a Siena: le querce non fanno i limoni. Che mi dici ancora? Di far sapere a quel giornalista bischero che di anni ne hai da poco compiuti 58? Sarà fatto! Tranquillo. Ah, aggiungi che comunque non è un problema, poiché hai saputo che lì dove sei Tu, piano piano, un anno dopo l’altro, si ringiovanisce, per lo più, o si cresce, e ci si ferma suppergiù ai trenta. Ganzo! Magari quando ci arrivi mandami una foto! Ti abbraccio forte forte.

Riccardo Pedraneschi (il tuo fratellino)

PS La tragedia non è morire, ma dimenticare, e noi non ti dimenticheremo MAI.

 

tutte le notizie di

Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Torino senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Toronews per scoprire tutte le news di giornata sui granata in campionato.