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Ciao Emiliano!

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Il ricordo di un pezzo di storia granata nel sesto anniversario della morte del tecnico
Redazione Toro News

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Oggi tocca a Fabio Selini, scrittore e tifoso granata, autore già di due libri sul Toro, "Passione al rovescio, diario di un antijuventino" e "Torneremo ad Amsterdam". In questa occasione ci ricorda Emiliano Mondonico nel sesto anniversario della morte.

"Dai Emiliano, sali!".

Lì davanti si è fermata una vecchia Balilla, a bordo un tizio sorridente con la zazzera e un filo di barba a colorargli il viso.

Emiliano lo guarda un po' interdetto. È tutto un po' confuso, difficile capire immediatamente cosa sta accadendo. Eppure in qualche modo è comprensibile. Nonostante la fatica degli ultimi giorni, ora si sente tranquillo. E poi c'è quel tizio che sorride, gli sembra di conoscerlo. No, anzi, lo conosce. Senza pensarci un attimo apre la portiera e sale a bordo.

"Ti aspettavamo ...".

Chi?" domanda con la timidezza contadina che non l'ha mai abbandonato.

"Come chi? Tutti, tutti noi".

Emiliano sta in silenzio mentre l'auto viaggia facendo lo slalom tra una nuova e l'altra.

Vedo che non hai perso l'abitudine di dribblare" sorride per la prima volta.

L'autista guida senza proferire parola, sa il suo compagno è immerso in tanti pensieri. Pensieri che lo hanno accompagnato per lungo tempo, preoccupazioni che non se non sono ancora volate via.

"Al campo ... e dobbiamo arrivarci in fretta".

Ma come? Qui in Paradiso non c'è tutto il tempo ... infinito?".

"Come no? Vallo a dire al Capitano. Quello non ammette ritardi. Lo sai bene quanto ci tiene".

"Oggi ti tocca salutare Loro, poi ci sarà tempo per incontrare tutti gli altri".

"Ho tanti amici e famigliari che vorrei ritrovare. Sai, è già faticoso aver lasciato i miei famigliari. Mi mancano tantissimo".

Un dolore che conosce bene gli trafigge per un attimo il cuore. Difficile se non impossibile abituarsi alla lontananza da chi ami più di te stesso.

L'auto rallenta fino a fermarsi. Attraversano sulle strisce pedonali due tizi dall'aria conosciuta.

"Prima che tu me lo chieda, sì sono loro" dice l'autista salutando John e George che ricambiano prima di infilarsi in una nuvola a forma di nota musicale.

Ancora un paio di dribbling e la Balilla parcheggia vicino ad un lungo muro di mattoni. Emiliano scende dall'auto e non ha bisogno di chiedere dove si trova, ne riconosce il profumo. Mentre cammina non può non essere ipnotizzato dai calzettoni abbassati di chi lo precede, da quanto tempo non li vedeva.

"Gigi, non cambi mai" gli dice benevolo mentre il cancello del Fila si apre.

Il silenzio è rotto solo dai colpi di un pallone calciato. Il Capitano gli viene incontro, non dice niente. Non è mai stato uomo di chiacchiere, meglio le azioni. Gli sorride e lo abbraccia forte. Una sola parola "Benvenuto" e lo accompagna in campo. Stanno facendo allenamento, a guidare la fila ecco Valentino con il solito Ezio affianco. Emiliano li saluta uno a uno. Ce ne sono tanti altri, tutti con la maglia granata indosso. Ne riconosce molti e in cuor suo, sa il nome di ognuno. Gigi si aggiusta le stringhe delle scarpe e corre nel prato. No, anzi, vola come una farfalla.

"Oggi l'allenamento lo dirigi tu" gli propone il Capitano prima di unirsi al gruppo.

"Certo Giorgio" riesce a dire Emiliano con un filo di voce.

Arriva a centrocampo e nota che tutti i giocatori si sono fermati e lo stanno applaudendo. Che grande onore, pensa mentre il cuore gli batte forte. Poi si volta verso la tribuna e non crede ai suoi occhi. Sugli spalti ci sono tutti! Proprio tutti! I suoi famigliari che ha perduto tanto tempo fa, i suoi tifosi, i calciatori e gli allenatori che ha incontrato nella sua lunga carriera e che sono giunti fin qui prima di lui. Ne riconosce ognuno, ogni volto, ogni sorriso, ogni sguardo gli sono famigliari e amici. Ci sono pure John e George. E tutti hanno una sedia alzata al cielo e sorridono. Vorrebbe abbracciarli tutti e sa che lo farà.

Emiliano non sa trattenere le lacrime che scendono fino a bagnargli i baffi. Sente distintamente l'amore di ognuno che diventa una cosa sola

Una voce e una mano sulla spalla lo destano da questa emozione fortissima.

"Emiliano ... qui siamo tutti indiani".

Si volta e ... e una pace infinita lo avvolge.

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