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Dove venne fondato il Torino

Nel segno del Toro / Torna l'appuntamento con la rubrica di Stefano Budicin: "Chi l'ha detto che una grande storia debba nascere per forza in un luogo di per sé magnificente?"

Stefano Budicin

Il luogo di fondazione del Torino è uno di quelli che mai ti aspetteresti di associare alla storia del calcio nostrano. Eppure è proprio da ambienti così impensati che nascono spesso le storie più struggenti e meritevoli di essere tramandate. Chissà quanti di voi lettori ci saranno passati accanto senza sospettare nulla. Vero è che il Bar Norman, un tempo Birreria Voigt, è il luogo dove tutto ha avuto origine, il quartier generale di quell'incontro bizzarro e avventuroso tra figure imprenditoriali audaci e visionarie, decise come non mai a rivoluzionare il mondo del pallone.

Chi l'ha detto che una grande storia debba nascere per forza in un luogo di per sé magnificente? Cervantes scrisse il Don Chisciotte in prigione, là "dove ogni disagio fa sua dimora e dove ogni triste schiamazzo sta di casa?". Idem dicasi per tanti altri artisti e autori e compositori di cui la storia universale abbonda. Se prendiamo in esempio il mondo digitale, alcuni dei brand più famosi e potenti al mondo hanno preso avvio da sessioni di brainstorming consumate all'interno di cascine, garage e scantinati polverosi.

E parlando di calcio granata, la storia delle storie, l'incipit di un percorso pallonaro che avrebbe regalato all'Italia un secolo di gioia, dolore, speranza e tenacia, si tenne nelle sale calde e avvolgenti di una birreria dal nome singolare: Birreria Voigt. Ma prima di parlarne conviene fare un passo indietro.

Al momento della nascita del club, il calcio d'inizio secolo versava in uno stato che difficilmente si potrebbe ritenere veritiero. Soldi, all'epoca, non ce n'erano, e le squadre erano poche, composte per la maggior parte da amatori dilettanti. La concorrenza con discipline come la pallapugno, in quei tempi fenomenale in termini di popolarità, era davvero feroce. L'Italia, in termini calcistici, non era ancora ai livelli di paesi come l'Inghilterra, il Belgio o la Svizzera. E non dovrà sembrare strano che il primo team ufficiale nostrano, il Genoa Cricket and Football Club, sia nato per volontà di un gruppo di imprenditori inglesi.

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Il primo campionato italiano si disputò nel 1898. In campo si fronteggiarono quattro squadre e la stagione durò una sola giornata. Oltre al Genoa giocarono l'Internazionale Torino, la Ginnastica Torino e il Football Club Torinese. Quest'ultimo nacque nel 1890 per iniziativa di un gruppo di inglesi residenti a Torino e nobili torinesi, tra cui il Duca degli Abruzzi e il conte Nasi. In origine il nome era Football Club Internazionale, ma venne ribattezzato in Football Club Torinese nel 1900.

Sei anni dopo,  il 3 dicembre 1906, nel piano ammezzato della vecchia Birreria Voigt, sita in via Pietro Micca 22, venne fondato il club granata quale lo conosciamo. Era una sera fredda e nebbiosa di fine autunno. Un gruppo di dissidenti della squadra bianconera, guidati da Alfred Dick, si sedette ai tavoli della birreria assieme ad alcuni dirigenti del Football Club Torinese. Amministratore di un'azienda di pelli e calzature, Dick era noto per aver fatto vincere alla squadra bianconera il suo primo scudetto nel 1905, oltre a individuare nel Velodromo Umberto I lo stadio ufficiale da regalarle. Ma allo scoccare del voto per il rinnovo della presidenza, Dick venne estromesso dal consiglio direttivo juventino. Tra le varie ragioni, una tendenza filostraniera e l'audacia di voler cambiare il nome della squadra dal latino al tedesco.

Per tutta risposta l'imprenditore svizzero, seduto ai tavoli della Birreria Voigt assieme ai dirigenti della Torinese, nel tepore delle bionde doppio malto, firmò l'atto di fondazione del Torino Football Club.

Il primo organo d'informazione a riportare la felice notizia fu "La Stampa Sportiva", in data 16 dicembre. Le parole dell'articolista sono pacifiche: "Dal canto nostro prendiamo atto dell'esistenza del nuovo Club, con l'assicurazione che non mancheremo di concedergli quell'appogio che mai abbiamo negato a tutte quelle Società che - sorte con seri intendimenti - hanno collaborato a rendere più popolare quel simpatico e nobile esercizio sportivo au grand air che è il gioco del calcio".

Curioso come quello sia stato il primo articolo a occuparsi della nascita del Toro. Prima e dopo, il nulla cosmico. Quasi fosse considerato di cattivo auspicio parlarne anche solo velatamente, con cenni o ammicchi o di riflesso. Ma il tempo ha ricompensato lautamente le attese. Adesso la birreria è nota come Bar Norman. Al suo interno è ancora appesa alla parete di una delle sale una targa commemorativa che ricorda commossa l'atmosfera magica e preziosa di quel 3 dicembre 1906 che firmò l’incipit di una delle avventure più belle, struggenti e memorabili della storia del calcio mondiale.

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.