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Nelle mani della Dea

Prima che sia troppo Tardy / Torna l’appuntamento con la rubrica di Enrico Tardy: "Chi giochicchia con una squadra che ha obiettivi di classifica facilita quest'ultima danneggiando le altre"

Enrico Tardy

Proprio così, il Toro in Europa League passa, a Dio anzi alla Dea piacendo, certamente dalla serata del 15 maggio allo stadio Olimpico poi, solo eventualmente, dallo scontro finale con la Lazio al Grande Torino. Senza la vittoria della coppa da parte degli uomini di Gasperini noi in Europa molto probabilmente non andremo. Certo è la finale di coppa Italia a Roma con in campo la Lazio un pensierino a Squizzato ed al nostro 5 a 3 lo evoca. Detto questo recuperare due punti in due gare, in un campionato così (e non aggiungo altro), con un calendario agevole come quello di Milan e Roma è da ritenersi quanto meno difficile. Tutto a meno di un nuovo "5 maggio 2002" lazio-inter. Speravo in qualche gara più battagliata, poi mi sono detto: ehi, siamo in Italy... mica in Inghilterra o altrove, chi è senza obiettivi qui non ha altro, onore? orgoglio?, ad esempio, sono concetti avulsi dal calcio nostrano.

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Chi giochicchia con una squadra che ha obiettivi di classifica facilita quest'ultima danneggiando le altre (poco importa), ma è così da anni. Purtroppo il guaio del campionato a venti squadre è rappresentato proprio dalle squadre demotivate (solo noi riuscimmo con la viola all'epoca di Ventura a sbagliare il rigore decisivo gentilmente provocato con fallo sull'incontenibile Barreto). Quelle che nel linguaggio degli addetti ai lavori hanno "staccato la spina"(lo avremo sentito dire milioni di volte). Tornando al Toro e vedendo il Gallo contro il Sassuolo sono sempre più convinto possa diventare il simbolo di questa squadra e dei nostri colori. È bravo senza essere un fenomeno, è genuino (troppo per fare il capitano), sbaglia ma tenta sempre di porre rimedio correndo per quattro, fa gol, in buon numero e bellissimi, insomma un emblema granata! Ne abbiamo bisogno e penso il gallo sia veramente la persona giusta per incarnarlo.

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.