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Mercato e stadio per l’Europa League: Toro, devi svoltare

Occhi Sgranata / Torna l'appuntamento la Rubrica di Vincenzo Chiarizia: "I granata si sono radunati nella giornata di ieri in un Filadelfia pieno di tifosi e di affetto, ma la società dà ancora l'impressione di farsi trovare impreparata"

Vincenzo Chiarizia

Il Toro è in Europa, Petrachi se ne è andato, Bava è il nuovo direttore sportivo, D'Amborsio il nuovo segretario, Coppitelli ha salutato per iniziare la sua carrera nel mondo dei grandi, la Primavera è stata affidata a Sesia, i granata si sono radunati nella giornata di ieri in un Filadelfia pieno di tifosi e di affetto, ma la società dà ancora l'impressione di farsi trovare per certi versi impreparata. Ad esempio ieri al Filadelfia, proprio mentre arrivavano i giocatori, c'erano operai e un muletto che stavano finendo di sistemare l'attrezzatura della palestra dell'impianto. Per carità nulla di grave, ma con tutti gli ultimi mutamenti (alcuni tardivi come la soluzione del caso Petrachi) si ha l'impressone che la società sia in affanno a governare la fase organizzativa. Ovviamente l'augurio è che la società riesca a recuperare il tempo perso.

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Però l'ultimo imprevisto, che coglie il Toro apparentemente ancora impreparato, è il prevedibilissimo diniego del Debrecen e Kukesi all'inversione di campo per il secondo turno preliminare di Europa League. Dopotutto si sa che la squadra più debole sulla carta ha tutto l'interesse a giocare una sfida andata e ritorno, andando prima in trasferta per poi ospitare l'avversaria più forte, per cui è normale che le due squadre non vogliano rinunciare a questo piccolo vantaggio. Insomma per via del concerto di Biagio Antonacci e Laura Pausini e la seguente rizollatura dell'impianto Grande Torino, i granata non potranno giocare nell'impianto cittadino e dunque nasce l'idea di disputare l'andata al Moccagatta di Alessandria, impianto di 6.000 posti circa. Lo stadio dei grigi è al 107° posto in Italia per capienza. E' comprensibile prendere in considerazione l'impianto alessandrino per la vicinanza alla città di Torino, ma mi chiedo come mai l'Atalanta abbia deciso di giocare le gare dell'Europa League scorsa al Mapei Stadium di Reggio Emilia, distante circa 200 km da Bergamo, ed il Toro non possa ipotizzare accordi con altre società o comuni. Ad esempio penso alla possibilità di richiedere alle due società genovesi, che hanno il diritto di superficie per 99 anni del Luigi Ferraris (capienza di 36.599), di poter giocare lì la gara di andata del secondo turno dei preliminari di Europa League. Oppure il presidente Cairo potrebbe richedere al patron del Sassuolo Squinzi, di poter usufruire dell'impianto di Reggio Emilia (capienza di 21.525) oppure ci sarebbe lo Stadio San Siro di Milano (capienza di oltre 80.000 posti), o il Tardini di Parma (capienza di 22.352). Insomma alternative al Moccagatta ne esistono. Certo, alcuni impianti sono più distanti, ma almeno si dà la possibilità a più tifosi di assistere all'esordio europeo del Toro. La gara interna contro il Brommapojkarna nel 2014 vide la partecipazione di 22.931 spettatori, per cui non bisogna assolutamente sottovalutare la passione del tifoso del Toro.

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Per quanto riguarda il mercato, Verdi è l'obiettivo principale, solo che trattare con De Laurentis è difficile, soprattutto per i trascorsi tra i due presidenti, con il caso Maksimovic o lo sgarbo Giaccherini. Ferrero, presidente della Sampdoria, ha sottolineato un aspetto assurdo della posizione assunta dal Napoli nel voler vendere Verdi. L'ex Bologna due anni fa sotto le Due Torri tra campionato e Coppa Italia collezionò 2843' di gioco distribuiti in 35 presenze, con un rendimento di 10 reti e 10 assist. L'anno scorso con Ancelotti tra campionato, Coppa Italia ed Europa League ha giocato per soli 811', collezionando 24 presenze e realizzando 4 reti e sfornando solo 3 assist. Decisamente un rendimento al di sotto delle aspettative del Napoli, ma le qualità del giocatore nativo di Broni restano indiscutibilmente importanti. Solo che se il Napoli per portarlo sotto al Vesuvio ha sborsato 25 milioni dopo il rendimento di Bologna, il prezzo del cartellino, dopo la passata stagione, non può essere la stessa. Per cui il presidente Cairo fa bene a non accontentare le richieste esose di De Laurentis, tuttavia non deve trascinare questa trattativa a lungo con il rischio di rimanere con il cerino in mano. Mancano solo venti giorni all'andata del secondo turno dei preliminari di Europa e il mercato del Toro ancora non decolla. E' vero che per il preliminare la rosa della passata stagione è ampiamente in grado di affrontare il Debrecen o il Kukesi, ma integrare i nuovi elementi in rosa proprio in vista delle tre competizioni che il Toro si troverà a giocare è cosa da fare prima possibile.

Infine che bello il Filadelfia nella giornata di ieri! Vedere il tempio del Toro gremito e colorato di granata è stato davvero sensazionale. Peccato per le assenze dei big. I malpensanti già ipotizzano a possibili grandi cessioni, ma credo che si possa star tranquilli. Tutti sappiamo come il presidente Cairo sia attento al bilancio e quanto sia sensibile al denaro, da bravo imprenditore qual è, ma se avesse voluto cedere veramente Izzo, probabilmente avrebbe già ceduto alle lusinghe provenienti dalla Premier. Attendiamo dunque l'arrivo del resto della rosa senza patemi, ma nel frattempo coltiviamo la speranza che la società non si decida per l'impianto di Alessandria per l'esordio in Europa League.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.