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Parola al mister

Rampanti: “Allibito dal Toro di Genova, vedo grossi interrogativi”

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Serino analizza così i temi caldi in casa granata dopo la sconfitta per 1-0 contro il Genoa

Gianluca Sartori

Il Torino arriva all’ultima sosta nazionali della stagione come peggio non si poteva: la brutta sconfitta di Genova è il culmine di due mesi caratterizzati da un andamento da zona retrocessione, con quattro punti nelle ultime otto partite. Come interpretare il momento attuale in casa Toro? Ne parliamo con Serino Rampanti, nel consueto appuntamento del martedì mattina con “Parola al Mister”.

Serino, quella di Genova è stata la partita peggiore dell’anno?

“Una delle peggiori, se non la peggiore. Un sacco di cose denotano l’involuzione continua di questa squadra. Lo dico con dispiacere perché Juric mi ispira simpatia, non ho una cattiva opinione di lui, anzi, credevo pienamente nel suo operato, parlando pure di rivoluzione in atto. Poi vediamo certe partite come quella di Genova che fanno sorgere dei dubbi. Non solo perché la media punti di Juric dopo una trentina di partite è più o meno quella di Nicola. Questo allenatore, lo ripeto, mi suscita simpatia, ma mi tocca mettere in evidenza alcune cose che non mi hanno convinto. E alla base ci sono errori strategici”.

Per esempio?

“Mi viene in mente la rinuncia alla Coppa Italia, messa in atto con lo schieramento di una formazione zeppa di seconde linee nella partita in casa della Sampdoria. Un errore grave perché secondo me questo Toro non è una squadra continua nel rendimento, mentre invece nella partita secca può creare problemi a chiunque. Per usare una metafora, non è una squadra da corsa a tappe ma da grandi classiche. Per questo penso che si sarebbe potuti andare in fondo in Coppa Italia. La società forse avrebbe dovuto far presente in modo più pressante, prima della partita, che era un obiettivo importante”.

Sul rapporto società-allenatore la settimana scorsa avevi detto che le tue sensazioni non erano delle migliori. Lo confermi?

“Lo confermo a maggior ragione dopo una partita come quella di Genova, perché se l’allenatore fa certe esternazioni e poi i risultati non lo accompagnano, la situazione può precipitare. La sconfitta di Marassi è stata grave per come è avvenuta più che per il risultato in sé, perché si può perdere, ma non senza tirare in porta per settanta minuti con un uomo in più. Tra l’altro ho riflettuto anche su alcune mosse di Juric, che forse avrebbe potuto rischiare di più una volta trovata la superiorità numerica”.

A quali mosse pensavi?

“Subito dopo il rosso a Ostigard, Blessin ha tolto Amiri, un giocatore sotto-punta, per inserire un difensore. E allora è stato lasciato Destro da solo contro tre difensori. Forse non sarebbe stato sbagliato mettere subito Brekalo, senza aspettare il secondo tempo. A tal proposito credo che un aiuto da parte dello staff tecnico avrebbe fatto bene a Juric. Altrimenti cosa ci stanno fare? Il tecnico non può essere un uomo solo al comando. Poi Blessin ha addirittura tirato fuori Destro e per una ventina di minuti ha giocato senza punte di ruolo, mentre il Toro è rimasto sempre con tre difensori. Infine, il Genoa per i minuti finali ha inserito Yeboah, bravissimo nel tenere palla e alleggerire la pressione. Ha fatto quel che doveva fare Sanabria contro l’Inter… Insomma, sul piano tattico Blessin mi è parso più lucido nonostante la situazione difficile”.

Come dare un senso a questo finale di campionato?

“Vedo diversi e grossi interrogativi e bisogna provare a scioglierli. Per esempio, mi sembra sia arrivato il momento di dare spazio a qualche giovane. Prendiamo Warming: Juric prima ne ha parlato molto bene, poi, qualche mese dopo, ha detto che non è pronto per questo livello. Forse non sarebbe male togliersi i dubbi e provarlo per qualche partita. Seck, Ricci, Pellegri sono altri giocatori che vanno visti per capire se possono fare parte del futuro o meno. E, ultima ma non meno importante, c’è il capitolo relativo al portiere. Su chi puntare per la prossima stagione? Sarà il caso di valutare con più continuità anche Gemello? Insomma, bisogna pianificare le cose sin da adesso con lucidità, avere una strategia definita e porsi degli obiettivi”.

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