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PAROLA AL MISTER

Rampanti: “Toro, la rabbia di Juric è un segnale importante”

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Serino analizza così i temi caldi in casa granata dopo la sconfitta per 3-1 contro il Napoli

Gianluca Sartori

Su Toro News è il momento dell’appuntamento con “Parola al Mister” di Serino Rampanti. Così l’ex calciatore e allenatore granata sintetizza il suo punto di vista su alcuni dei temi caldi in casa Toro.

Serino, come commenti la terza sconfitta consecutiva del Torino? Con Juric non era mai capitato.

“Il Napoli ti sovrasta perché ha una caratura diversa da quella del Torino, quindi ci si poteva aspettare una sconfitta. Il problema è stato trovarsi con la partita compromessa dopo mezz’ora. I giocatori sono apparsi passivi e svuotati. Non c’è stato un buon approccio alla gara. Possibile che qualcuno sia arrivato deconcentrato perché aveva dato tutto con la Nazionale, come ha detto Juric. C’è anche la presenza del Mondiale che nelle prossime partite potrebbe anche condizionare qualcuno, ma io sono convinto che un giocatore quando va in campo non pensi a preservarsi ma a dare il meglio. Succedesse il contrario, sarebbe grave. In ogni caso, secondo me, i problemi di fondo sono ben altri”.

Quali sono i problemi di fondo?

“Bisogna partire da lontano e provare a capire di cosa è figlia questa situazione che non è bella. Il nervosismo di Juric, che si è fatto espellere con quella reazione così eccessiva, per me significa che avverte qualcosa di negativo. Pesa il valore del giocattolo che ha in mano. Secondo me vengono a mancargli dei tasselli importanti. Per reggere una casa c’è bisogno di pilastri fondamentali e poi c’è tutto il contorno. Nel Toro questi pilastri, e penso a Bremer, Pobega, Belotti, sono venuti meno, e probabilmente non sono stati sostituiti. Juric ha una sua mentalità e imposta le squadre in un certo modo. Aggressione alta, mediani di peso a centrocampo in grado di vincere contrasti e un difensore centrale in grado di coprire tutto lo spazio, quando la squadra viene scavalcata. Con Bremer, il secondo gol del Napoli non si prendeva… Juric è consapevole di questa realtà, lo era da tempo, e ora sta toccando con mano le conseguenze. Da qui il suo stato d’animo. Di certo era difficile sostituire Bremer…”.

Quindi, vedi uno Juric rassegnato?

“Non lo vedo rassegnato, come dicevo prima, ma arrabbiato. Sta toccando con mano che la situazione è quella che è. Penso che abbia capito quello che dico io da fuori già da molto tempo e ho quasi la sensazione che a volte si senta impotente, ed è quello che lo fa arrabbiare sempre di più. Io, comunque, lo reputo molto bravo, quindi potrebbe essere in grado di trovare le soluzioni”.

Quindi conviene cambiare sistema di gioco o approccio tattico?

“Mi faccio questa domanda anche io. Spero che Juric trovi una via di uscita. Lui è in gamba e può trovare le soluzioni. Ma ci sarebbe da parlare anche del centrocampo, che palesemente a Napoli è stato insufficiente. Tra Lukic e Linetty manca robustezza. Lukic non mi sembra il Lukic dell’anno scorso e Linetty lo conosciamo e sappiamo quello che può dare. In attacco purtroppo manca la famosa punta che possa garantire la doppia cifra ed ecco che devi sperare che le mezzali avanzate, Vlasic e Radonjic in primis, siano continui e diano l’apporto che ci si aspetta da loro”.

Alla luce di quanto si è visto in queste otto partite, si può dire che la rosa è meno forte dello scorso anno?

“Secondo quello che ho evidenziato, sì, chiaramente. Mancano certe qualità e certe caratteristiche in alcuni giocatori che giocano in ruoli specifici”.

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