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Parola al mister

Rampanti: “Toro, punta su Adopo. Juric? Più cautela quando parla”

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Della situazione attuale parliamo con Serino Rampanti nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”

Gianluca Sartori

Brutto stop per il Torino, che nella diciottesima giornata di campionato perde di misura tra le mura amiche contro lo Spezia: di questo e di altri temi parliamo con Serino Rampanti, nella nuova puntata di “Parola al Mister” su Toro News

La qualificazione di Milano. Che significato diamo, col senno di poi?

“Avevamo detto la settimana scorsa che la Coppa era un traguardo a cui il Torino doveva puntare e doveva giocarsela col Milan. Così è stato: il Torino secondo me può puntare a vincere la Coppa Italia, perché il tabellone non è impossibile, inoltre si possono affrontare squadre che hanno anche altri impegni. Può succedere di tutto nel cammino della Coppa Italia e il risultato ottenuto a Milano è stato fantastico anche perché il Torino è andato a colpire un avversario che aveva già affondato in campionato. Il Milan, ancora una volta, ha affrontato il Torino con sufficienza e i granata ne hanno approfittato. Naturalmente, la cosa che mi è piaciuta di più sono gli innesti di Juric. Di Adopo, oltre al gol, mi è piaciuta la prestazione, che è stata fantastica. Ha dimostrato padronanza del ruolo, maturità nel gestire il pallone. Il gol è stata la ciliegina finale. Mi è sembrato un giocatore pronto secondo la mia umile opinione. Mi sono piaciuti anche Bayeye e Seck. Sono stati micidiali”.

Però né lui né Bayeye hanno giocato con lo Spezia: zero minuti in due.

“Certe cose non le capisco; perché non sia stata data una chance a questi due ragazzi, anche a gara in corso, non l’ho proprio capito. Se chi gioca poco risponde presente quando chiamato in causa, va riproposto nella partita successiva, per dare un segnale a lui e alla squadra. Seck ha avuto qualche minuto, ma Adopo e Bayeye nessuno. Vista la prestazione che aveva fatto a Milano, soprattutto Adopo poteva dare una mano. Quando un giocatore è su di morale e ha fiducia, può darti qualcosa in più. Per me è un mistero il fatto che non sia entrato, spero tanto che si punti su di lui anche con il rinnovo di contratto”.

Contro lo Spezia avresti confermato anche tu l’undici di partenza di Milano? Dieci su undici sono stati riproposti.

“Evidentemente la gara aveva prosciugato le risorse fisiche e mentali. Secondo me la componente che è mancata contro lo Spezia è ancora di più quest’ultima. La partita non è stata approcciata allo stesso modo ma non è la prima volta che il Torino si fa sorprendere dopo una bella prestazione, cadendo forse vittima dell’appagamento”.

Sul modo di comunicare di Juric: il tecnico, durante le sue conferenze stampa, manca spesso di un po' di cautela. Non ti sembra che in certe occasioni rischi di sminuire i giocatori?

“Assolutamente sì; secondo me Juric ogni tanto sbaglia dichiarazioni. Dovrebbe essere più cauto, magari non gli farebbe male un portavoce personale con cui consultarsi prima di fare una conferenza, perché ogni tanto va oltre le righe. Un piccolo scivolone c’è stato anche in quel video dove ha risposto ai tifosi in quel modo sul Filadelfia chiuso. A me piace Juric come allenatore, ma sul piano comunicativo sono qualche volta in disaccordo con lui”.

Infine, chiudiamo con la nota lieta del weekend, la Primavera prima in classifica.

“Bello rivedere la squadra lì, in testa alla classifica. E’ bello vedere che il settore giovanile sta riprendendo quota. Il gruppo di Scurto sta lavorando bene, molto bene. La classifica ci dice che ci sono qualità tra i ragazzi; se sono lì, vuol dire che alcuni giocatori buoni ci sono. So che Gineitis è stato promosso in prima squadra, l’obiettivo di fondo è sempre stato quello di proporre calciatori per la Serie A. Ma spero che al contempo Juric sappia avere rispetto delle esigenze di Scurto; se la Primavera riesce davvero a giocarsi un obiettivo importante, l’allenatore della prima squadra dovrebbe togliere dei giocatori solo se sono necessari. Ricordo che, quando allenavo io la Primavera, Mondonico qualche volta convocava Bobo Vieri senza farlo giocare. Lui stesso quindi gli fece notare che togliergli il ritmo in questo modo non era la soluzione per lui ideale”.

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