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Torna l’appuntamento con RisorgimenToro, la rubrica di Massimiliano Romiti

Massimiliano Romiti

In questa fine estate condivido con gli amici di ToroNews un altro mio ricordo di oltre 10 anni fa. Si tratta ancora di uno stralcio tratto dall’incontro con Cairo che ho avuto in occasione della consegna della lettera di cui ho parlato nel mio ultimo articolo “Stati Generali Granata” sempre qui pubblicato. Anche i virgolettati che mi attribuisco potrebbero essere stati leggermente diversi ma la sostanza era quella. Io e lui stavamo già parlando da un bel po’ quando a un certo punto osservai che la sua visione del Torino FC in buona sostanza era quella di una società che avrebbe dovuto essere particolarmente efficiente sotto il profilo costi/ricavi. Assolutamente nulla di male, ci mancherebbe; anzi già in allora gli sottolineai come, sul piano economico, io non avrei proprio potuto insegnare nulla ad un imprenditore di successo come lui.

C’era però una cosa che mi rodeva e le parole che mi vennero fuori furono le seguenti: “Ho capito che lei è molto in gamba a rimettere in sesto le cose e a renderle, in rapporto alle risorse impiegate, particolarmente efficienti e questo è un merito indiscutibile. Ma per favore, alla fine, non mi faccia andare il Toro come una 500, perché si ricordi bene che lei non ha acquistato una 500, ma una Ferrari”. Sono, invero, spiacente del paragone con vetture collegate all’ex-gruppo FIAT, ma devo essere sincero, forse distratto od emozionato, utilizzai proprio quello. Ed aggiunsi fuor di metafora: “Il Torino ha una potenzialità in termini di passione sul territorio e strumenti di marketing che altri Club non hanno e non potranno mai avere, non foss’altro per la particolare storia del Club e della particolare gente che si è generata attraverso questa storia formidabile. Lei deve saper sfruttare questa risorsa ed è anzi uno dei principali doveri di un Presidente del Toro saperla mettere a frutto.”

E quindi provai a fargli capire che dal mio punto di vista non pretendevo mercati straordinari da cento milioni di euro in uscita all’anno, ma piuttosto mi rendevo bene conto che con un importo pari all’ingaggio di un calciatore nemmeno utile alla causa sportiva (vogliamo pensare ad esempio a Zaza oggi?) si sarebbero potute fare tantissime cose utili a creare un legame tra Club e tifosi assolutamente straordinario e sicuramente produttivo di volani, anche economici, interessanti. Tantissime cose dicevo. Vogliamo fare un elenco di queste cose, attualizzandolo? Per ricordare la più recente battaglia avviata dagli enti che promuovono gli Stati Generali Granata (a proposito informatevi ed iscrivetevi circa gli Stati Generali Granata, perché è qualcosa di davvero molto importante per noi tifosi del Toro) si sarebbe potuto, come tra l’altro doveroso, rendere il cortile del Filadelfia nuovamente quell’agorà granata che storicamente ha sempre rappresentato.

Si sarebbe potuto poi spingere sul totale completamento dell’area del Filadelfia a cominciare dal collocarvi il Museo, contenente un patrimonio storico-sportivo di grandissimo valore a tutt’oggi relegato in quel di Grugliasco, esilio dorato, certo, ma pur sempre esilio. Si sarebbe potuto, invece, non costringere all’esilio anche la Primavera, ma piuttosto portarla vicino alla sua gente granata che tanto la ama, curando così un altro ambito importantissimo del rapporto tifosi-Torino FC. E poi ancora: avviare prima i lavori del Robaldo (e speriamo che ora procedano spediti) per costruire un altro luogo fondamentale dove far palpitare il cuore granata; organizzare forti collaborazioni con il mondo dei club granata (preoccupandosi anche di sistemare in modo da evidenziarli gli striscioni dei Club allo stadio per far sì che il colpo d’occhio non suggerisca più che questi siano quasi un incomodo rispetto agli inserzionisti commerciali); pensare ad altri luoghi e intelligenti momenti di contatto tra tifosi e squadra pur nei limiti richiesti da una regolare e sufficiente attività di allenamento. Infine l’attenzione ai giovani, in tutto questo, dovrebbe essere un pensiero fisso.

Alcune cose tra quelle sopra elencate costerebbero davvero poco, altre di più, ma mai più di un calciatore anche di basso livello e ce ne sarebbero tante altre (e solo queste magari più costose) che porterebbero a pensare allo sviluppo edilizio-urbanistico di quell’area che va dallo Stadio Grande Torino allo Stadio Filadelfia e che il Club Granata sarebbe bellissimo un giorno che riuscisse a granatizzare con varie opere mirate. La cosa che poi costa meno di tutto e che probabilmente vale più di tutto è la cultura granata, fatta di storie, di racconti, di memorie, però anche di libri, di canzoni, di opere teatrali, di reperti, ma soprattutto di persone sparse in Italia e nel mondo che quando le incontri ti aprono il cuore. E perché queste persone non scompaiano, l’unico modo resta quello di dare spazio a quelle esperienze fatte da noi stessi quando scoprimmo il Toro: allo stadio, al Fila, in città.

E quindi, ritornando rapidamente in quella stanza della sede della Cairo Communication a Milano, ancora lì aggiunsi: “Presidente, in conclusione, io posso anche comprenderla che non vengano fatte cose che costano, d’altronde i soldi sono suoi, ma quello che non capisco sono le cose che costano relativamente poco o che proprio non costano”. A distanza di 12 anni continuo a non capire… E allora? La morale, ora come allora, è sempre quella, sempre la stessa. Allo stato, se proprio non si hanno o non si vogliono mettere i soldi per far passare il Torino FC da 500 a Ferrari l’esperienza insegna che, per far andare più forte una macchina che più di tanto non potrebbe andare, si ricorre a qualcosa che costa molto, molto meno. La si “trucca”. Nel caso di specie la nostra 500 (che gira piuttosto bene, ma sappiamo solo a regimi medio-bassi anche se rispetto ad altre vetture consuma meno) potrebbe però essere “truccata” con poco costo. Basterebbe cominciare a farla ritornare “Toro”, ossia un Torino FC insieme alla sua gente. Con pochi accorgimenti, tipo quelli sopra accennati, si potrebbe passare da 500 a 500 “turbo”. Già così il Torino in questa stagione (per ora) si sta ben comportando, ma vuoi mettere con il turbo? E questo turbo oltre che costare poco rimarrebbe in dotazione al Torino FC, a differenza di altre cose che, nel mondo del calcio, davvero vanno e vengono. Questo turbo siamo noi, gente granata. Lo so, non ci crediamo neanche noi, ma è così. Gente che va considerata e rispettata. E che dovrebbe essere adeguatamente curata e valorizzata. Non costerebbe tanto e sarebbe certamente un ottimo investimento, sotto tutti i punti di vista.

 

Avvocato e mediatore civile e commerciale. Socio Fondatore dei Giuristi Granata - Toro Club Marco Filippi, dell'Associazione Curva Primavera per la Fondazione Stadio Filadelfia e dell'Associazione ToroMio. Attuale presidente del Comitato NOIF "Nelle origini il futuro" che unisce a ToroMio associazioni di varie tifoserie italiane nella promozione di una proposta di legge che introduca la partecipazione popolare nel mondo del calcio e dello sport.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo

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