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Siamo tutti atalantini

TURIN, ITALY - DECEMBER 11:  Juventus FC President Andrea Agnelli looks on prior to the Serie A match between FC Torino and Juventus FC at Stadio Olimpico di Torino on December 11, 2016 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Editoriale / Contro le parole di Agnelli deve insorgere chi ha a cuore il bene del calcio, e i presidenti italiani facciano quadrato

Gianluca Sartori

Sì, presidente Agnelli, che l’Atalanta sia in Champions League è giusto. La squadra di Gasperini se lo è meritato sul campo e sul campo sta dimostrando di essere più che all’altezza della massima competizione continentale nonostante sia solo alla sua prima apparizione. E le sue parole, presidente Agnelli, ci lasciano basiti: noi siamo dalla parte del calcio, di chi con competenza e passione riesce ad alimentare i sogni della propria tifoseria come sta facendo la società del presidente Percassi. Da amanti del calcio, a strapparci un applauso è chi riesce a sovvertire un pronostico, a chi riesce a dimostrare che per raggiungere i traguardi servono altre cose che non siano le risorse economiche e il potere politico.

Le parole di Agnelli sono preoccupanti perché provengono dal presidente dell’Eca, la potentissima organizzazione che riunisce i club del continente. E perché confermano che il progetto Superlega, che toglierebbe gran parte dell’interesse per i campionati nazionali, non è ancora stato abbandonato nonostante 201 club di 37 Paesi si sono già detti contrari, un coro condiviso da tutte le top leghe europee. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, si è fatto lodevole portavoce di chi ha intenzione di osteggiare con tutte le forze tale progetto; l’auspicio è che molti presidenti italiani facciano concretamente quadrato sul tema. È vero, in altri sport esistono delle “Superleghe”, ma nel calcio ci sono tradizioni completamente diverse che non possono venire cestinate per l’interesse di pochi. Intanto, da oggi seguiremo con ancora più interesse l’avventura in Champions dell’Atalanta auspicando che il percorso degli orobici possa essere il più lungo possibile e possa diventare esempio virtuoso per altre società come anche il Torino.