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sotto la lente

Sotto la lente: Juventus-Torino

Sotto la lente: Juventus-Torino - immagine 1
La Juve batte il Toro, in un derby deciso come sempre dai calci piazzati
Francesco Bonsi

All'ottavo turno di campionato, è subito derby, ma è come sempre una sconfitta amara. La Juventus si è imposta 2-0 sul Torino, segnando entrambi i gol da calcio d'angolo, la specialità della casa. Se non da calcio piazzato, i bianconeri non sono riusciti a creare una gran quantità di occasioni pericolose, ma se è per questo, i granata non sono riusciti a creare praticamente nulla. Si rivedono di nuovo, quindi, i problemi strutturali ai quali abbiamo assistito nelle prime giornate, legati ad una fase di possesso sempre troppo sterile. Basta guardare un paio di statistiche per accorgersene, poiché dall'inizio della stagione di Serie A, il Toro è:

  • 17° per Expected Goals (gol attesi)
  • 18° per grandi occasioni create
  • 19° per tiri in porta
  • 18° per percentuale di tiri che finiscono in porta
  • 18° per tocchi nell'area avversaria
  • 19° per passaggi chiave (passaggi che superano una linea di pressione avversaria)
  • I dati sono davvero esplicativi, perché mettono il Toro alla pari di squadre che lottano per la salvezza, ma che hanno un organico certamente inferiore. Vediamo quindi quali sono state le note positive (poche) e negative (tante) di questo Derby della Mole.

     

    PRESSING BEN COORDINATO

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    La Juventus ha schierato in campo i soliti Szczesny, Danilo, Bremer, Gatti, Kostic, Rabiot, Locatelli, Weah, ma davanti si è vista una novità: a causa degli infortuni di Chiesa e Vlahovic, Allegri ha schierato Kean unica punta con McKennie e Miretti a sostegno. In fase di possesso, possiamo perciò identificare il modulo bianconero come un 3-1-5-1, con centrocampo molto mobile. In fase di costruzione, Locatelli molto spesso scivolava in mezzo ai 3 difensori, e uno dei 3 centrocampisti avanzati dava un appoggio, in questa immagine Miretti.

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    Ma in questo caso è Rabiot a fare da vertice basso insieme a Locatelli.

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    Il piano di Allegri era quello di scombinare le marcature a uomo, facendo quante più rotazioni possibili per liberare spazi in avanti. Capitava molto spesso di vedere gli esterni posizionarsi dentro al campo: a sinistra Kostic trascinava Bellanova dentro al campo, liberando spazio per le incursioni di Danilo.

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    Oppure rimaneva basso per far alzare Rabiot, che nella seguente immagine funge da terzo uomo dopo lo scarico di Miretti.

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    A destra invece, Weah poteva entrare dentro al campo palla al piede, dopo che i compagni gli creassero spazio con dei movimenti verso l'esterno.

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    Ma come a sinistra, anche il braccetto poteva partecipare alla manovra, e infatti, vediamo Gatti inserirsi nello spazio liberato dal movimento incontro di McKennie.

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    Ma la difesa si è comportata diligentemente: i due braccetti avevano il compito di seguire Miretti e McKennie, cambiandosi anche di marcatura, ma sempre coi tempi giusti (in due hanno effettuato 4 intercetti); Schuurs invece, doveva coprire la profondità, e in particolare

    marcare Kean, e oltre ad aver subito 0 dribbling, ha vinto 4 contrasti su 4 effettuati.

     

    POCHE IDEE IN FASE OFFENSIVA

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    Questa solidità difensiva, si contrappone con una fase di possesso sempre troppo carente. Se alcune buone rotazioni si sono viste, sono state effettuate con troppa poca frequenza, o con troppa imprecisione e lentezza. Lazaro andava spesso a posizionarsi nel mezzo spazio sinistro, sviando alla marcatura di Weah e Locatelli.

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    Nell'immagine successiva, vediamo lavorare la catena di sinistra, dove il Toro ha avuto un'intensità di gioco più alta. Ilic si abbassa permettendo a Rodriguez di scalare in avanti, mentre Lazaro stringe, liberando la linea di passaggio per Vlasic.

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    Per arrivare direttamente nella metà campo bianconera, sono stati diversi i lanci lunghi del portiere per andare a cercare Zapata. A dire la verità, il colombiano non ha sofferto molto queste situazioni di gioco, dato che ha vinto 7 duelli aerei di 11, ma era sempre troppo

    isolato.

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    Nella precedente illustrazione, si abbassa a ricevere il pallone, ma viene accerchiato dagli avversari, mentre in quella seguente, vince il duello aereo, ma non ha nessun appoggio davanti.

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    DIFESA SUI CORNER

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    Ma aldilà di tutto, la partita è stata decisa come sempre sulle situazioni a palla ferma. Da quando Allegri e Juric siedono sulle panchine delle due torinesi, la Juve ha segnato 9 gol complessivi nel derby, e 7 di questi sono arrivati su calcio piazzato. Ce n'eravamo già accorti nel Juventus-Torino della scorsa stagione, dove 3 dei 4 gol sono arrivati per l'appunto su piazzato, ma sembra che il tecnico croato non abbia trovato nessuna soluzione per arginare questo pericolo.

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    Nell'immagine vediamo 5 giocatori che marcano a zona il 1° palo, dove c'è solo Gatti, mentre Bremer e Rabiot sono marcati rispettivamente da Ilic e Ricci. Milik e Danilo sono completamente privi di marcatura, mentre Kean va a disturbare Milinkovic-Savic, che infatti ha sbagliato due uscite in occasione delle due reti.

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    In occasione del primo gol, il pallone scavalca tutti arrivando a Milik, che viene anticipato all'ultimo da Tameze. Il successivo tiro di Kean - completamente libero - sbatte su Rodriguez, e Gatti riesce finalmente a segnare il gol del vantaggio.

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    Nel secondo gol, la situazione è pressoché identica, ma stavolta Milik riesce ad incontrare, segnando il raddoppio che stende mentalmente i granata.

     

    INGRESSO DI SANABRIA E PELLEGRI

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    L'inserimento di 3 punte dà un po' di verve nei minuti finali, nei quali il Toro riesce a creare due occasioni pericolose. Al 89' Zapata riesce a trovare il colpo di testa, su cross del subentrato Vojvoda, dopo che Pellegri effettua una diagonale verso l'esterno, portando via un uomo dall'area di rigore.

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    Al 90', Tameze si inserisce esternamente e riesce a crossare in area, dove i 3 attaccanti si trovano in superiorità numerica contro Gatti e Bremer.

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    Questa partita è l'ennesimo segnale che nel gioco di Juric deve cambiare qualcosa, se si vuole evitare una stagione al di sotto delle aspettative. In questa pausa nazionali, il tecnico ha tutto il tempo a disposizione per pensare ad una soluzione per migliorare la proposta di gioco offensiva della squadra.

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