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Sotto la lente: Torino-Napoli

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I granata tornano a vincere e danno un segnale alla lotta per l'Europa
Francesco Bonsi

Torna dopo un mese l'appuntamento con la rubrica di Sotto la lente, dalla quale ci eravamo congedati a dicembre con una netta vittoria per 3-0 contro l’Atalanta. Il destino ci ha permesso di poter esaminare un altro fantastico 3-0 inflitto ai campioni d’Italia in carica del Napoli, con il quale si chiude il girone d'andata al 10° posto, con 27 punti. I partenopei stanno passando un brutto periodo, quindi i granata sono stati scaltri a sfruttare le debolezze altrui e gli episodi favorevoli che si sono manifestati nel corso della partita. Rispetto agli 11 scesi in campo a Firenze ci sono state delle novità: in difesa è tornato Djidji, per la prima volta titolare in questa stagione, mentre davanti è tornato Sanabria al posto di Pellegri. A centrocampo si è scelto di mettere di nuovo Ricci e Ilic insieme, scelta dettata dalla voglia di voler controllare la partita. Il Napoli, invece, ha dovuto fare i conti con le assenze di Anguissa e Osimhen: tra i pali la scelta è ricaduta su Gollini; la difesa era composta da Mario Rui, Juan Jesus, Rrahmani e Di Lorenzo; a centrocampo sono stati schierati Cajuste, Lobotka e Zielinski; infine davanti Kvaratskhelia, Raspadori e Politano. Come possiamo notare, Mazzarri è partito schierando un 4-3-3, per poi cambiare in corso d'opera.

LA PRESSIONE ALTA UOMO SU UOMO

In fase di non possesso i granata hanno eseguito una pressione alta che ha messo in difficoltà gli avversari, spesso costretti a rilanciare lungo. Le marcature a uomo del 3-4-1-2 si sono adattate molto bene al 4-3-3 utilizzato in fase di costruzione dal Napoli, il quale ha cercato in tutti i modi di non rinunciare alla costruzione bassa, ma col passare del tempo in possesso del pallone, la pressione del Toro è aumentata sempre di più.

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I problemi dei partenopei sono lievitati nel momento in cui tentavano di costituire cercando direttamente gli attaccanti: Buongiorno e Djidji sono stati precisi negli anticipi sui loro riferimenti, rispettivamente Raspadori e Kvaratskhelia. L'unica via d'uscita da una pressione quasi perfetta erano le rotazioni che venivano eseguite sulla catena di destra, formata da Di Lorenzo, Zielinski e Politano.

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IL PIANO DI GIOCO IN FASE DI POSSESSO

In fase di possesso, il piano di Juric era quello di allungare orizzontalmente la difesa del Napoli. Come vediamo dalla heat map (che rileva la posizione media di un giocatore in base ai suoi tocchi di palla) i braccetti e gli esterni di centrocampo hanno agito in una porzione di campo più larga del solito.

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La posizione in ampiezza dei braccetti permetteva di liberare la linea di passaggio per i due centrocampisti Ricci e Ilic, incaricati di impostare il gioco.

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Se il numero 28 ha effettuato pochi passaggi fondamentali (solo 4 passaggi nell'ultimo terzo di campo), il serbo si è rivelato di nuovo essenziale, con 11 verticalizzazioni nella trequarti avversaria.

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Gli esterni di centrocampo si sono disposti entrambi più in profondità e più in ampiezza del solito, allargando le maglie nella difesa azzurra e permettendo a Vlasic, Sanabria e Zapata di occupare gli spazi centrali con più facilità. Il colombiano come sempre ha dovuto fare a sportellate coi difensori avversari, soprattutto perché questi ultimi formavano una specie di “gabbia” per impedirgli di avanzare col pallone.

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Sanabria aveva il compito di collegare il gioco con gli esterni, quindi fungere da elemento di transito per i cambi gioco o effettuare degli uno-due con Bellanova per mandarlo in velocità sul fondo.

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Vlasic invece, doveva inserirsi nei corridoi centrali liberati dai compagni di reparto, come accade al 21’, dove sul cross basso di Bellanova non coglie l'occasione di portare in vantaggio il Torino.

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Il primo tempo si chiuderà comunque 1-0 in favore dei padroni di casa, grazie ad un gol segnato da Sanabria su punizione battuta da Ilic, dopo un rocambolesco rimpallo in area di rigore.

UN SECONDO TEMPO DI CONTROLLO

Chiudere il primo tempo in vantaggio ha permesso a Juric di pianificare con più calma il secondo tempo, mentre Mazzarri ha dovuto per forza di cose cambiare le carte in tavola per ribaltare il match. L'idea del tecnico toscano era quella di passare alla difesa a 5, in modo da poter marcare a uomo i 5 invasori granata citati in precedenza. Ciò ha portato ad inserire l'esterno destro Mazzocchi al posto di Zielinski e a passare perciò al 3-4-2-1, con Di Lorenzo spostato nella posizione di braccetto di destra. Questo cambio sembrava aver portato freschezza alla manovra del Napoli, dato che al 47’ il nuovo entrato si è subito reso protagonista con una bella galoppata, ma dopo un minuto ha subito messo fine alla sua gara, con un fallo da espulsione diretta. Poco dopo l'espulsione è arrivata la mazzata definitiva sulla partita dei partenopei, conferita dalla rete di Vlasic, che ha trovato spazio sulla trequarti di un Napoli troppo schiacciato.

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Da lì in poi i ritmi si sono abbassati da ambo le parti, ma è stato il Toro a generare comunque maggiori pericoli. Al minuto 64 i granata creano un'altra occasione d'oro: Vlasic viene incontro a Buongiorno, attirando su di sé la pressione di Di Lorenzo e liberando spazio per l’inserimento di Ilic, che corre alle spalle di Lobotka.

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Il serbo viene servito da un filtrante ben calibrato di Buongiorno, arriva sul fondo e serve Sanabria libero sul dischetto, che però stampa il palo. Il gol del definitivo 3-0 arriva ugualmente, su un calcio d’angolo battuto da Lazaro: il castello difensivo del Napoli non riesce a contenere l’inserimento di Buongiorno, che stacca sopra Juan Jesus e insacca il pallone in rete.

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Nella passata stagione il Napoli era riuscito a battere il Toro anche per merito dei calci piazzati, arma che si è ribaltata in favore dei granata in questa partita e che ha permesso di portare a casa un importante successo. Il Torino chiude il girone d’andata dove aveva chiuso lo scorso campionato, ma con 3 punti di distacco dalla 7° posizione, la quale vale l’accesso alla Conference League. Il cambio di modulo avvenuto a novembre ha portato degli innegabili cambiamenti, ma l’unico modo per vivere una stagione dignitosa è quello di proseguire con continuità su questa scia.

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