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Salvatore del rigore

Sotto le granate / Torna l'appuntamento con la rubrica di Mariagrazia Nemour: "Nel secondo lunedì nero del Toro, una luce brilla davanti alla porta, è la pupilla dello sguardo torvo di Salvatore Sirigu, il paratore di rigori".

Maria Grazia Nemour

Nel secondo lunedì nero del Toro, una luce brilla davanti alla porta, è la pupilla dello sguardo torvo di Salvatore Sirigu, il paratore di rigori.

Vediamo di non inumidirci piangendoci addosso, non è che abbiamo poi tutta questa abitudine a partire col turbo a inizio campionato da scomporci più di tanto per tre sconfitte. Il primo tempo contro il Parma era stato quasi grintoso: prendo gol al primo minuto? Non importa, ho una partita intera da giocare, ora segno io. Prendo gol un attimo prima del fischio di fine primo tempo? Non importa, mi son distratto un attimo pensando al tè caldo negli spogliatoi, dopo mi rifaccio. Ma nel secondo tempo è stato impossibile negare che giocavamo in svantaggio numerico. Belotti recuperava palloni a si preparava gli assist, ma poi gli risultava difficile andare anche a intercettarli per segnare.

Ma soprattutto non inumidiamoci perchè è successo che nel primo tempo Sirigu l’ha fatto. Di nuovo. Sirigu ci ha fatto vivere l’orgoglio di parare un novantapercentogol, un rigore.

Alzi la mano chi lo ha fissato un attimo primo del tiro di Gervinho e ha fatto la puntata di fiducia, dicendo: lo para.

La fiducia la accordi prima della prova, che dopo uno non se ne fa più niente. E Sirigu, la merita tutta. Abbiamo il portiere che aspettavamo dai tempi del giaguaro, abbiamo il portiere Nazionale.

Sirigu sa parare i rigori perché è un uomo di serietà e orgoglio inappuntabili.

Sirigu, è sardo.

Sirigu è un uomo capace di lasciare, senza inumidirsi troppo, il Psg quando gli viene ingiustamente ritirata la fiducia conquistata in 256 partite giocate nei 5 anni a Parigi, la fiducia conclamata dall’elezione per due anni di seguito quale miglior portiere della Ligue 1, la fiducia sudata per riuscire ad alzare al cielo 4 campionati, 2 Coupe de France, altrettante Coupe de la Ligue e 3 Trophée des Champions.

Sirigu è l’uomo che sbatte la porta della prima squadra francese e prova col Siviglia, scopre che non funziona e non molla di un centimetro, sceglie di giocare. Osasuna? Va bene l’Osasuna.

Sirigu è il portiere che all’Osasuna stabilisce un record non replicabile: in cento secondi para due rigori all’Atletico Madrid.

Sirigu nel 2018 è stato il miglior para-rigori di tutti i cinque principali campionati europei (Liga, Premier League, Bundesliga, Ligue 1 e Serie A).

Sirigu è il portiere che al Toro ha già smontato sei rigori, quelli di Pulgar, Veretout, Luis Alberto, Quagliarella, De Paul e Gervinho. Fosse stato in campo al derby, avrei puntato su di lui, scommettendo che avrebbe parato anche Ronaldo.

Sirigu, è patrimonio del Toro.

Guardando la partita, l’attimo prima del tiro di Gervinho, l’amico del Napoli davanti a me si è girato e mi ha detto: lo para. Io ho annuito, sì.

Sirigu è, Toro.

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicare loro un po’ la vita.