“Dai fallo, chiedimi se sono felice” – ho detto domenica al mio amico granata dopo la partita, dandogli di gomito – “Non lo fai perché non lo vuoi sentire. Allora te lo dico anche se non me lo domandi: sì, sono felice”.
Sarò un’anima semplice, non ho grandi dubbi su questo, ma tre vittorie del Toro in otto giorni mi mettono di buon umore. Il mio amico granata tollera con difficoltà la mia buona predisposizione di spirito, è più concentrato sul fatto che a Roma non abbiamo perso solo perché chi amministra la palla si assume il rischio del contropiede e capita che gli giri male; focalizza sulla faticaccia di passare il turno con una squadra che, nonostante viva di fronte al mare, lotta per non affogare in B, come il Genoa; sulla pochezza dimostrata contro un Bolognajlovic combattivo che poteva portare a casa di più.
Ma per me la sostanza della felicità sta nel non aspettare il momento perfetto per esserlo, perché semplicemente quel momento non arriverà mai. La felicità è fatta di istanti positivi trattenuti e amati per quello che sono, imperfetti. Queste tre vittorie imperfette non parlano di un Toro in forte crescita, inviolabile in difesa, creativo a centrocampo e fortemente realizzativo in attacco, no, me ne rendo conto. Ma ugualmente sono felice. E credo che possa fare un gran bene alla squadra la mia felicità, la felicità generata si può spalmare come arnica sui muscoli che hanno dato tutto quello che potevano, può alleviare la tensione degli organi che hanno bisogno di conferme e carezze, come il cervello e il cuore. Oppure no, e in tal caso…pazienza, va bene lo stesso così.
La mia essenza granata è semplice ma non volubile, non aumenta o diminuisce dopo una vittoria o una sconfitta.
Cosa chiedo al Toro?
Che rappresenti qualcosa di me quando scende in campo, innanzitutto il colore, poi l’approccio: poco ego e tanta anima. A volte va male, ma se non sono capace di essere felice neanche quando va bene, allora il conflitto che vedo fuori devo avercelo anche dentro, da qualche parte in me.
Non è passato poi molto tempo da quando il Toro, a Empoli, perdeva il treno direttissimo per l’Europa League e la Maratona itinerante, a quella infausta stazione, lo abbracciava, scandendo in un applauso: “Noi non vi lasceremo soli mai“. Partecipazione. Perché poi è solo di questo che siamo in cerca: appartenere a qualcosa che ci affratelli. I distinguo e le critiche costruttive sono sane e fisiologiche, ma la divisione no, quella è letteralmente diabolica.
Sirigu, Belotti e compagni meritano persone felici se sul campo danno tutto quello che c’era nel corpo. Meglio non aspettare la prossima vita per essere felici, per una mera questione di karma…
Comunque il mio amico granata non ha voluto condividere la mia felicità, anzi mi ha rivelato che se domenica abbiamo vinto è stato grazie al suo prosaico e pragmatico intervento e non certo per il mio tifo esoterico: sabato sera pedalava in via Nizza e all’altezza di Porta Nuova nota un gruppo di persone che staziona sulla pista ciclabile, da buon torinese intollerante prende a scampanellare e quando raggiunge il gruppo che lentamente si sposta, scaglia un anatema sull’ultimo della fila, che assomiglia molto a Rodrigo Palacio. Gira la testa e vede un pullman con la scritta “Bologna FC”. Era Palacio. La maledizione era di quelle brevi, da ventiquattr’ore, bastevole però per renderlo inoffensivo questa volta, a Torino.
Io prendo sotto braccio il mio amico granata e gli dico che sono felice anche di questo, di avere plumbei amici granata dai poteri soprannaturali che rendono giustizia in campionato. Lui sospira: basta, se dici ancora una volta la parola felicità ti abbandono sulla pista ciclabile!
Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.
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Cara Maria Grazia, ma in coppa Italia contro il Genoa allo stadio c’erano solo i contestatori, tutti quelli felici e contenti dov’erano a casa davanti alla tv?
Evviva Maria Grazia!
Brava Maria Grazia,io sono felice
Maria Grazia, grazie! Hai espresso proprio quello che sto provando io in queste ultime settimane dopo essere andato a vedere Toro-Genoa. Penso che chi fischia sia una minoranza ma che usi la voce grossa per farsi sentire. I veri tifosi come noi invece sono silenziosi e passano come minoranza.
Come sempre articolo piacevole quello di Maria Grazia, ma molto personale. Di certo non rappresenta lo stato d’animo della maggior parte dei tifosi granata, purtroppo.
Oggi come tifosi del Toro, non siamo felici. Si respira aria pesante e malcontento da parte di (quasi ) tutti.
E come spesso accade in questi casi le colpe sono da dividere in molti.
La società, un certo tifo organizzato, il mister, alcuni giocatori.
Ma hanno anche le loro ragioni.
Ieri ho letto un post di un tifoso che prendeva ad esempio i tifosi Viola in 10000 allo stadio ieri in coppa contro i nostri 4000 scarsi di giovedì.
Pessimo esempio. I Viola contestavano Della Valle e lo hanno mandato via malgrado i risultati ottenuti da loro siano stati ben migliori rispetto a quelli di Cairo. Con due quarti posti e quasi sempre qualificati per le coppe. Ovvio che oggi con una proprietà nuova e ricca siano contenti (felici ? ) anche noi lo eravamo quando arrivò Cairo.. pertanto “, con tutti i nostri difetti non prenderei ad esempio il buon entusiasmo dei Viola. Piuttosto in questo i genoani che nonostante rischino la B e hanno un bandito come presidente, sono sempre calorosi e numerosi allo stadio.
Così come le sue ragioni le ha Mazzarri che si trova comunque a due punti dal sesto posto e in piena lotta per l’Europa
Le ha addirittura Cairo che può vantarsi per la prima volta di non aver ceduto nessuno dei big lo scorso anno.
Le ha meno riguardo i fattacci della Primavera..
Allora se abbiamo tutti buoni motivi per essere felici e anche per non esserlo, perché ci facciamo questa guerra intestina che potrà solo abbassare il livello di felicità e alzare quello dei rancori, del disamore e della delusione ?
Forse perché siamo del Toro, e come dice il grande Pecci, “
tifare per il Toro è come masturbarsi con le mani sporche di sabbia”.
Alla fine magari godi però quanta sofferenza !
Maria Grazia, per favore, di al tuo amico che sabato alle 18 stia ben lontano dallo stadio. Abbiamo già 11 avversari in campo da affrontare: non serve il dodicesimo. Tu, invece, cerca di esserci.
Grazie Maria Grazia i tuoi articoli mi riempiono il cuore! Ricordo ancora quello dopo la partita con l’Empoli, hai descritto le mie stesse emozioni, e quella volta mi hai fatto commuovere…
Sono una tifosa che ama la nostra squadra nel bene e nel male, come fosse una figlia o una madre, qualunque cosa succeda; una tifosa che soffre, si arrabbia, si rattrista quando perde, gioisce, ride come una bambina quando vince… quante emozioni, quante battaglie!
FVCG
Noi non vi lasceremo soli mai…..
Bell’articolo, equilibrato e ironico, dopo chili di livore e frustrazione, anche da parte di alcuni articolisti di Toronews.
Si tratta di andare allo stadio e sostenere la propria squadra dal primo all’ultimo minuto. Solo alla fine, e solo se si ritiene che i giocatori non si siano impegnati, si può fischiare.
È semplice. Non credo neanche che questo modo di tifare sia una prerogativa nostra. È la definizione stessa di tifo. Almeno: fanno così in quasi tutte le piazze d’Italia, quelle dove la squadra fa meglio di noi (Bergamo) e le tante piazze in cui fanno peggio di noi (2 Genova, Firenze, Bologna…). Ma noi no, noi siamo speciali. Sì, al contrario
CG
allora c’è ancora qualcuno come me che
è felice quando il TORO vince, x di più
3 partite di fila è un dei pochi articoli
scritti con sentimento e anima
complimenti amare il TORO è una fede
sempre FVCG
Cara Maria Htazia,
Forse bisognerebbe chiedersi perché abbiamo perso la leggerezza e la capacità di rallegrarci.
Più dell’abbattimento temo il fantasma dell’indifferenza.
Chi ha vissuto i palpiti di alcune imprese e anche delle cadute forse ha ancora degli anticorpi da risvegliare.
L’ultimo ciclo vissuto entrando e uscendo dalla porta di servizio ci ha fatto perdere ogni forma di libido.
Il giorno che con questo andazzo nessuno protestasse, allora sì penserei che è proprio finita.
Felice solo quando il nano leverà le tende
Speriamo presto
Tu sei felice?
Quando si vince non si può non essere felici. Ma sono proprio le modalità con cui sono arrivate queste vittorie che non diradano i dubbi e i limiti di questa squadra e di questo allenatore.
… e dei nostri limiti? Vogliamo parlare dei nostri limiti, qualche volta?
eh no,non siamo i migliori,perfetti,i “se non ci fossimo noi”
Brava,anche io sono stato felice,fanculo se si vince 1-0 faticando e con fortuna ,ma è quando godo di più.Vincere facile poi non è mai stato da Toro e forse mai sarà,ma va bene così.
FVCG
Grazie MGRAZIA. Questa settimana sono stata felice anche io. Desidero solo vedere che che indossa la maglia granata corra e sudi e vinca, come han fatto. Non ho più voglia di patemi d’animo..Chi va chi viene..presidente fa non fa..Mazzarri idem..Sono stanca di questo periodo di tante parole. Vorrei continuare a essere felice come lei. Bella settimana. Me la sono goduta. Finalmente un articolo positivo…Tutto il resto è noia. Bravissima Grazie mille davvero
Felicità è un bicchiere di vino davanti a un panino!