Ci vogliono le magie di Ljajic, ovviamente. La grinta di Belotti (il primo ad avere preso un po’ di punti, anche se non serviranno in classifica). Ci servirà un Iago Falque più incisivo. Poi ci serve un almeno un regista, un altro interno, ci serve la prepotenza fisica di Acquah (se non avesse litigato con il pallone da bambino sarebbe pure meglio ma la grinta è da incorniciare). Ci serve Maxi tirato a lucido (magari anche più spietato sotto porta).
columnist
Toro: ci serve…la meglio gioventù
Ci serve l’esperienza e le serietà di Moretti, una delle persone migliori che frequenti il pianeta calcio. Ci vorrebbe che Bruno Peres e Maksimovic restassero con noi. E poi ci vorrebbero tante altre cose per fare un bel campionato, senza illuderci troppo ma continuando a respirare l’aria d’Europa che ci appartiene, come si è visto anche a Lisbona (che emozione, peccato solo che La7 abbia interrotto la diretta della premiazione: non è che ci capiti così spesso. Presidente Urbano, da uomo di televisione e tifoso granata: perché l’avete fatto?).
Ma poi ci vorrebbe soprattutto quello sguardo fiero della meglio gioventù, la sicurezza con cui Aramu e Boyé hanno tirato il rigore, la ribalderia spavalda con cui Baselli è entrato in partita, ci vorrebbe ancora più verde dentro questo granata, energie fresche da innestare sul ceppo antico. È sempre stato così. Mihajolovic, rispetto al suo predecessore, ha dimostrato subito di aver fiducia nei giovani, di volerli mettere alla prova senza per forza passare attraverso la scuola quadri, le Frattocchie del pallone, l’università della conoscenza di venturiana memoria. Se uno è bravo è bravo, se è giovane ancor meglio.
Ora le occasioni ci sono e bisogna saperle sfruttare, vero Gomis? Ci vuole la leggenda antica per riportare in Europa il Toro, e quella l’abbiamo sempre custodita. Ma ci vuole anche la forza spregiudicata dei bocia. E quella, negli ultimi tempi, con tutto il rispetto della vecchia guardia, ci era un po’ mancata…
© RIPRODUZIONE RISERVATA