TN ha il piacere di riaccogliere sulle sue colonne la rubrica del Direttore Mario Giordano, per il quale non servono presentazioni. Buona lettura!
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Toro: eppure, io non sono contento…
Eppure io non sono contento. L'orgoglio, i giovani, Barreca, Aramu, l'eroismo dei 9, il rientro di Belotti, la sfiga tutta granata del palo: figuriamoci se non mi immergo fino in fondo nei motivi di soddisfazione. E figuriamoci se non comprendo tutti gli alibi degli infortuni, le assenze importanti, i tradimenti (Maksimovic) e gli inserimenti difficili (Valdifiori). Ma insomma: ci aspettavamo un Toro arrembante e giocante, con ardore e schemi, e questo non si è visto ancora. Al massimo, si è visto a tratti solo con il Bologna. Troppo poco, davvero. A volte ho l'impressione che con la palla nei piedi non sappiamo bene che farne: l'anno scorso la passavamo al nostro portiere, adesso la passiamo al portiere avversario. Non so se è un vero progresso.
Ve la dico tutta: non ne potevo più di Ventura, sono un entusiasta di Mihajlovic, ma adesso è ora che quest'ultimo cominci a far seguire alle belle parole qualche fatto concreto. A me i suoi toni duri piacciono, quel parlare chiaro dopo anni di frullati giampiereschi mi fa godere. Ma forse, con la stessa chiarezza, deve cominciare a spiegare qualcosa. Per esempio: come sono possibili tanti infortuni? A che serve uno staff così nutrito se poi le gambe non reggono e i muscoli si sfasciano? Anche il caso Maxi Lopez è esemplare: d'accordo lui deve dimagrire, d'accordo deve togliersi il frigorifero dalle spalle. Ma sono insieme in ritiro da luglio, santo Dio: possibile che il tecnico con i suoi collaboratori si accorgano di questo solo dopo che sono costretti a farlo giocare per gli infortuni altrui? Non potevano cominciare a metterlo sotto tiro un po' prima? Che ci stanno a fare, altrimenti?
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