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Perché il Toro vince in dodici

Rubriche / Torna Torosofia, la rubrica a firma di Elisa Fia: "Se si voleva cominciare l'anno nuovo col piede giusto, il Toro, in tutte le sue parti, stavolta l'ha fatto"

Elisa Fia

Dicono alcuni che l'amore più grande che possa essere espresso, sia quello che non vede parole e contempla il silenzio, che si costruisce di fronte alle difficoltà e non demorde davanti alla mancanza senza porre alcuna condizione radicale.

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Tuttavia è difficile capire cosa questo voglia dire, finché non lo si vede con i propri occhi ed io, la scorsa domenica, durante il match Roma-Torino, ho potuto comprendere cosa significhi amare incondizionatamente. Il come è sicuramente particolare, in quanto ho dovuto guardare ciò che mi riguarda più da vicino da fuori, per riuscire a cogliere un minimo questa sfaccettatura, ascoltando le voci di chi condivideva un amore diverso dal mio e che ogni tanto innalzava un "oh ma quanto urlano questi?".  "Questi" non erano altro che i ragazzi della Maratona che con il loro tambureggiare e cantare non hanno fatto altro che accompagnare gli undici granata in campo dal primo minuto fino all'ultimo, senza mai fermarsi, diffondendo le loro voci nel frastuono dell'Olimpico. Un movimento armonico che sembrava perennemente scaturito dal vero e proprio decantare i cori da parte di un ragazzo, seguitava tra tutti i tifosi granata che, come un'onda non intenzionata a fermarsi, sembravano poter entrare in campo da un momento all'altro per spingere la nostra squadra fino alla vittoria.

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Domenica dalla Nord ho visto un Toro più forte, più deciso, che aveva in campo, come giusto che sia da tradizione granata, dodici uomini, perché quel dodicesimo non aveva mollato per l'ennesima volta. Nemmeno di fronte la paura che l'anno potesse ricominciare nuovamente in maniera sbagliata o che i giocatori potessero non aver più voglia di stare in quella squadra. All'Olimpico nessun granata ha avuto timore, a partire dai giocatori fino ad arrivare ad ogni singolo tifoso. Tutti abbiamo avuto la forza di crederci. Di credere ancora una volta nelle parate di Sirigu e negli sprint di Belotti che, da vero capitano, ha trascinato la squadra sin da subito, fino a sigillare una doppietta cruciale.

Se si voleva cominciare l'anno nuovo col piede giusto, il Toro, in tutte le sue parti, stavolta l'ha fatto.

Studentessa di Filosofia, classe ’98, presso l’università La Sapienza di Roma. La scrittura ed il Toro sono sempre stati le mie più grandi passioni. Sono una persona determinata ed ambiziosa, che da sempre il massimo in tutto ciò che fa, specialmente se riguarda ciò che amo.

Nei miei articoli cerco sempre di mettere tutta me stessa cercando di coinvolgere chi legge, provando a fornire al lettore più spunti di riflessione possibili.

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